Elezioni Regionali, in bilico le candidature di Caldoro e De Luca anche se …
La Mara Carfagna, ma non solo, vuole un altro candidato alla presidenza della Regione Campania in quota centro-destra ed espressione di Forza Italia. Stefano Caldoro, dal suo punto di vista (ma non solo) è una minestra riscaldata e un terzo confronto con Vincenzo De Luca non sarà apprezzato dagli elettori che nel 2015 l’hanno già bocciato. Quindi si riaprano i giochi, pontifica la vice presidente della Camera dei Deputati, e si individui un candidato più competitivo. Lo squarcio in Forza Italia l’ha preso al volo Matteo Salvini che si illude di poter piazzare un proprio candidato per le regionali campane, anche se difficilmente Forza Italia cederà alla Lega un’area in cui il radicamento forzista è ancora vivo e in gran parte vegeto!
Sul fronte opposto neanche Vincenzo De Luca dorme sonni tranquilli perchè resta nel mirino dei Movimento 5 Stelle che ha decretato in assemblea regionale di non voler sostenere il PD e il suo candidato, tanto più se si parla di De Luca. Da soli vogliono andare i 5 Stelle con la Valeria Ciarambino a guidare la pattuglia campana dei duri e puri del Movimento che stanno a cuore a Luigi Di Maio, meno a Roberto Fico presidente della Camera dei Deputati. Nel PD si parla a voce bassa di una possibile riconferma del governatore uscente, ma è palese che si stia lavorando a un’alternativa anche se si dovesse correre in solitaria la prossima campagna elettorale. La linea pro-PD del Movimento sembra fortemente minoritaria e questo è un vero e proprio dramma perchè si tratta di divisioni utili al centro-destra e in particolare alla Lega di Salvini. In effetti rinunciare alla candidatura di De Luca significa presentarsi al cospetto del centro-destra quasi con l’intento di lasciarsi immolare mentre confermarsi alla guida della Campania con qualche buon accorgimento e un maggiore protagonismo del PD partenopeo è invece possibile vincere le elezioni e dare il via a una nuova stagione con lo stesso De Luca. L’intransigenza dei 5 Stelle li mette nella condizione di non saper valutare il “male minore” per il futuro governo regionale emancipandosi rispetto a una stagione di duri scontri che, però, non possono giustificare la scelta elettorale suicida.