Storie di cani e di streghe. Il WWF: facciamo chiarezza
Ormai i social, come pure i giornali on-line, hanno un potere incredibile di diramare fatti¬izie che, a seconda di come sono “impaginate e vendute“, diventano virali.
Queste rimbalzano e si diffondono in progressione geometrica, spesso senza alcun filtro o controllo della veridicità, ad una velocità tale che ogni eventuale smentita o rettifica non troverà mai più sufficiente spazio analogo. A volte le notizie servono ad esaltare e magnificare qualcuno o qualcosa, a fare promozione e marketing, altre volte a dare spiegazioni (in)credibili a fatti “misteriosi” che accadono (tipo caduta di pietre da una montagna bruciata?), altre volte, e siamo alla cronaca attuale, a diffamare e calunniare qualcuno – ritenuto reo delle più atroci torture ai danni di poveri animali – finendo con l’incitare le folle all’odio e al linciaggio, non solo mediatico ma anche fisico, fregandosene della violazione della privacy ed arrivando a “creare il mostro” … o meglio “la strega” da andare ad uccidere, tutti insieme – perchè l’unione fa la forza – sfondando la porta del castello maledetto… perchè non c’è più tempo di aspettare che la legge faccia il suo corso!
E’ il momento giusto per far riaprire i manicomi (ex-lager per poveri umani sfortunati) … per violare proprietà private … per curiosare morbosamente in cerca di “pistole fumanti” … per offendere e denigrare forze dell’ordine e istituzioni … per mettere alla gogna mediatica, senza diritto di replica, chi a nostro parere (ne siamo convinti perchè ce lo dice facebook?) merita il peggio del peggio!
Salvo poi apprendere che la situazione per quanto grave non è come la si dipingeva? Forse nel frigo della animal-killer non c’è quello che ci eravamo auto-convinti di trovare?
Ma se è un coro univoco, che parla di torture, taglia e cuci, animali sventrati, mummie fai da te e cose simili… non può non essere vero! Non può essere solo un “procurato allarme“. Quando ci convinciamo di una cosa, perchè i mass media, i social e la stampa ce lo raccontano, non può essere diversamente!!!
E chi ci dice il contrario o è corrotto o è complice. Beneficio del dubbio, fiducia nelle istituzioni, rispetto delle persone, solidarietà umana e animale, conoscenza della legge posta a tutela della democrazia? A nulla valgono tali considerazioni quando il popolo “insorge” per una giusta causa?
Ma siamo certi che le cose che “appaiono” su facebook corrispondano sempre e tutte alla “vera” verità???
Su questa assurda e triste vicenda è bene dunque fare chiarezza.
Premetto che il WWF si era interessato al caso dei cani e gatti della “professoressa” già tanti anni or sono, quando la stessa persona si era rivolta direttamente alla nostra associazione per denunciare quello che, ai suoi occhi, appariva una assurda uccisione di animali da parte di terzi… ovvero da parte di vicini e/o persone intolleranti e violente che avrebbero con continuità ucciso i suoi poveri animali.
Prendemmo a cuore il caso della signora, come accade con tanti casi analoghi, e come da nostro metodo di lavoro cercammo di “accertare” i fatti e scoprire la verità! Le indagini furono fatte senza clamore mediatico e con i riflettori spenti, vista la delicatezza del caso. Come finì la vicenda è ormai cronaca nota! In tale situazione documentammo positivamente la volontà di enti ed istituzioni (veterinari dell’ASL, forze dell’ordine e amministrazione in primis) a cercare di risolvere il caso con professionalità!
A distanza di anni dai fatti ecco rimbalzare nuovamente l’allarme “cani seviziati”.
Ma stavolta, grazie anche al potere dei social, la notizia, a cui il WWF con il suo nucleo di guardie zoofile ambientali stava lavorando (come pure il primo cittadino intenzionato a risolvere in modo definitivo il caso), è esplosa in tutta la sua gravità toccando le corde sensibili degli animalisti di tutta Italia scioccati da notizie, video e immagini, postate in rete per diramare l’allarme “animali torturati”!!!
A nome del WWF che quei video aveva già visionato (non sappiamo se ne esistano altri?), e visto lo shock che essi suscitavano in tutti gli utenti del web, ritenni di postare una precisazione per invitare alla calma e alla riflessione, aprendo la possibilità di un “dubbio” su fatti, a nostro parere, erroneamente interpretati sull’onda dell’emotività e dell’esasperazione.
Ecco cosa scrissi:
… premetto che sto dalla parte degli animali e dell’accertamento dei fatti e delle responsabilità … ma non condivido quella che appare una mistificazione e una alterazione della realtà. La FOTO, diffusa in rete, mostra chiaramente (???) un povero cane morto e già mummificato!!! Un orrore ormai visibile da tutti. I commenti di chi ama tali povere bestiole si sono sprecati… fino al punto di augurare alla “strega” analoga sorte. Ma poi è apparso un video dove il cane “resuscita” … e sta leccando qualcosa, forse cibo, da dietro al materasso posizionato sul vetro perchè la tapparella è rotta o per evitare che i “curiosi” curiosano?
I fatti anche stavolta ci hanno danno ragione: il cagnolino in video, come anche tutti gli altri tirati fuori dalla casa della “strega”, è vivo e vegeto e in buone condizioni di salute, e nessun cane o gatto è stato trovato morto in quella casa!
LA SINDROME DI NOE’
E anche la notizia rimbalzata di un cucciolo di cane che sarebbe stato rinvenuto cieco o, addirittura, “senza occhi” (!) fa riferimento ad un esemplare con un problema di cataratta compatibile con la sua avanzata età.
I fatti sono stati ben chiariti in un’intervista postata su You Tube alla dott. ssa Fiorella Pandolfi e al dott. Salvatore Orlando, Responsabili del Benessere Animali dei Servizi Veterinari dell’ASL.
Siamo di fronte ad un caso che definisce “sindrome dell’arca di Noè” ovvero una patologia di tipo ossessivo-compulsivo per cui chi ne soffre non può resistere all’impulso irrefrenabile di avere sempre più animali in casa. Tale necessità di circondarsi di animali – per compensare traumi o problemi affettivi – il più delle volte trovati in strada nell’intento di aiutarli, va incontro inevitabilmente a problematiche legate all’affollamento e alla convivenza di tali bestiole!
Il nome di questa patologia è stato coniato dal National Institute of Health degli Stati Uniti e fa riferimento ad un problema sociale sempre più diffuso. L’origine di questo disturbo non è ben chiara, ma quel che è certo è che questo disturbo colpisce con maggiore frequenza le persone adulte e gli anziani che si sentono soli, abbandonati e sono carenti di affetto. Gli animali soddisfano questa necessità di affetto e di legame perché offrono compagnia e amore e prendono il posto delle interazioni sociali limitate o inesistenti.
Le persone che accumulano gli animali possono arrivare a raccoglierne decine o addirittura a centinaia che vengono confinati in uno spazio interno o esterno.
Il motivo di questo comportamento ha sempre a che vedere con la necessità di proteggere gli animali, senza tenere in considerazione le eventuali conseguenze negative. Alla fine questo tipo di comportamento non influisce solo sulla vita delle persone, ma anche su quella degli animali!
Infatti a causa delle grandi quantità “accumulate” gli animali a stento ricevono le attenzioni necessarie. Le condizioni etologiche degli animali in cattività e le condizioni malsane igienico sanitarie diventano quindi possibili cause di decessi. Infine l’attaccamento morboso e malato, e l’angoscia di fronte all’idea che un animale debba andare via, in taluni casi, induce a non volersi distaccare dagli animali anche dopo morti!
Questo è il quadro che è emerso. Ma i fatti sono ben distanti dal dipinto fatto passare della “strega” che li squarta e viviseziona, sperimentando su di loro le più sadiche torture: di questo, ad oggi, non ci sta prova nè documentazione e si ha motivo di ritenere che gli animali, invece, diventano lo scopo di vita stesso delle persone con tali patologie che, alla fine, non sono più in grado di gestirli al meglio!
Alla luce di tutto ciò, a nome dell’associazione che rappresento esprimo la piena indignazione per come è stata gestita la vicenda e per il grave sciacallaggio mediatico che non ha giovato certo alla soluzione del problema e che ha reso necessario un pronto intervento, senza alcun mandato, andando ad interrompere un’attività investigativa che era messa in essere già da mesi, ma che aspettava di acquisire agli atti elementi probanti che consentissero un’azione ed un intervento definitivo!
Gli effetti della critica fatta dal WWF ha catapultato l’associazione e lo scrivente nel tritacarne mediatico attizzato dai social, con un susseguirsi di offese, denigrazioni e calunnie da parte di cittadini comuni ed esponenti di altre associazioni animaliste che ci tacciavano di aver “ritrattato le accuse” e/o di esserci “venduti a suon di mazzette” elargite dal primo cittadino o non si sa bene da chi!!!
Ciononostante ho sentito il dovere di replicare in privato a tutti coloro che richiedevano spiegazioni ma, francamente, nessuno dopo le offese lanciate ha ritenuto di cercare un confronto per chiarire la verità!
L’APPELLO A ILARIA FAGOTTO
Gent.ma Ilaria Fagotto, non ho il piacere di conoscerla ma mi hanno segnalato, in relazione alla vicenda dei cani di Sant’Agnello, un suo post allusivo e a tratti diffamante nei riguardi del sottoscritto e dell’associazione che rappresento! Tale post ha generato commenti di tono analogo: “WWF associazione da debellare 😔”… “si deve vergognare il”signore”? Del wwf… ha paura o ha una mazzetta di soldi?” e altri! Poichè, come le ho premesso, non ho il piacere di conoscerla non mi permetto di dare giudizi e di fare commenti sulla sua persona e sul suo operato che, in ogni caso, scorrendo il suo profilo facebook, ritengo appaia meritevole! Tuttavia la pregherei, nel rispetto dei ruoli e delle persone, di evitare di fare la guerra delle “associazioni” e di informarsi prima di attizzare ulteriore fuoco su di una situazione tanto grave quanto delicata! Il WWF locale, da me rappresentato, si è da sempre interessato al benessere degli animali, selvatici (come da statuto) ma anche domestici e d’affezione. Tra i tanti casi affrontati ci siamo interessati sul nascere, già anni fa, anche di questa incresciosa situazione.
In silenzio e senza clamore mediatico, col solo interesse di accertare la verità e far applicare la legge a tutela degli animali. Conosco personalmente la signora incriminata e questa storia nei dettagli. Mi creda, l’enorme clamore e lo sciacallaggio mediatico messo in essere da alcuni cittadini esasperati, ha solo ritardato la soluzione di tale vicenda. Ci stavamo lavorando da mesi con le nostre guardie zoofile e contavamo di entrare in casa con un mandato, cosa resasi impossibile al momento che, dopo la pubblicazione in rete dei video, un centinaio di persone ha invaso la strada sotto il palazzo rendendo necessario l’intervento immediato delle forze dell’ordine disposto dal sindaco e un’ispezione (autorizzata dal legale della signora) ai luoghi incriminati. Siamo in contatto diretto col sindaco e con l’ASL. Se vuole un confronto su tale vicenda ed eventuali elementi di cui magari non è a conoscenza la invito a contattarmi personalmente se ritiene e, in ogni caso, a non farsi prendere dall’euforia mediatica che spinge tante persone, in buona fede, a dissertare sui social lanciando offese e insinuando sospetti lasciando terreno fertile a contro-querele di parte! Come lei ha ben spiegato “le chiacchiere stanno a zero”!!! Cordiali saluti.
I cittadini hanno tutto il dovere di sollevare l’attenzione sulla questione e di chiedere spiegazioni. Ma nel momento in cui intervengono le forze dell’ordine bisogna avere rispetto del loro operato e di quello della magistratura. La rabbia del popolo, in uno Stato di Diritto, non giustifica in alcun modo i processi di piazza e la caccia alle streghe. Tutti noi vogliamo aiutare i nostri fedeli amici pelosi. Tantissimi fanno ormai parte integrante di tanti nuclei familiari, ma tanti sono ancora quelli che solitari vagano smarriti alla ricerca di qualcuno che si occupi di loro. L’eccessivo amore per tali bestiole non deve però mai farci smettere di essere “umani”… ovvero persone dotate di ragione e di sentimento di pietà.