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Intervista esclusiva allo scrittore Raffaele Lauro: “L’elogio o la morte dell’eros?”

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Raffaele Lauro
Raffaele Lauro

A Raffaele Lauro sarà assegnato il 9 settembre al Teatro Eliseo a Roma il Premio “Penisola Sorrentina 2019” alla carriera per la narrativa.

Per gentile concessione dell’editore, la Golden Gate Edizioni di Roma, pubblichiamo in anteprima assoluta, una delle 18 interviste a Raffaele Lauro, realizzate dalla professoressa Patrizia Danzè, che integreranno il suo saggio critico sull’intera opera narrativa dello scrittore sorrentino, dal 1987 ad oggi, in uscita agli inizi del 2020, con il titolo “L’UNIVERSO AMORE”. Un’intervista, senza rete, per ciascun romanzo, sulle fonti di ispirazione, sulle ricerche preparatorie, sui retroscena inediti e sui protagonisti dell’opera. L’intervista, che segue, sarà pubblicata dalla Danzè, nel suo saggio a corredo del secondo romanzo della trilogia della vita dal titolo “La crociera o l’elogio dell’eros”, distribuito, nel 1997, dalla Lancio Edizioni, insieme con la rivista “Playboy”, edizione italiana. L’abbiamo prescelta per gli scenari avveniristici e problematici, tratteggiati da Lauro, di grandissimo interesse pubblico, sull’evoluzione della sessualità e dell’eros (o, se si vuole, l’involuzione!) nella società contemporanea e le prospettive future. Sarà la stessa Patrizia Danzè ad illustrare, mercoledì 9 ottobre, ore 11.00, al Teatro Eliseo in Roma, diretto da Luca Barbareschi, le motivazioni del conferimento a Lauro, alla carriera, per la narrativa, del Premio “PENISOLA SORRENTINA ARTURO ESPOSITO” 2020, diretto da Mario Esposito.

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Raffaele Lauro

La crociera (1997)- Domande all’Autore

Questo secondo romanzo della trilogia affronta un tema importante, quello della corporeità, della certezza del corpo. Un tema che è oggetto della riflessione filosofica e letteraria di tutti i tempi. Perché questa scelta?

L’eros, dono divino, e la sessualità che ne è l’espressione più creativa, immediata e compiuta, sono legati alla vita e alla morte, non a caso occupano un posto mediano, tra l’elogio della vita e l’elogio della morte. Il punto focale del romanzo è la riscoperta dell’eros da parte del protagonista, dopo la negazione dello stesso a seguito della luttuosa vicenda familiare, che lo colpisce, strappandogli la moglie e la figlioletta. Pascal Lambert, infatti, quarantaduenne giornalista finanziario parigino, da cinque anni si è rifugiato a Roma in una splendida dimora sull’Aurelia Antica. Dopo la tragica morte della moglie Claude e dell’adorata figlioletta Dominique, vive isolato dal mondo, nega a se stesso ogni emozione e seppellisce ogni pulsione legata all’eros. Per caso, però, nel mese di gennaio del 2062, rompe l’autosegregazione e vola ai Caraibi. La conoscenza e la frequentazione di due bellissimi giovani, Bruno ed Elka, lo aiutano, nel corso di una crociera a Saint-Barthélemy, a riscoprire la sua reale dimensione erotica, una pulsione bisessuale. La comunione intellettuale e sensuale tra i tre è alimentata dall’energia di un sole onnipresente, dalla trasparenza delle notti caraibiche e dalla frescura del mare. Il bagno di notte dei protagonisti, nelle acque delle piccole Antille, con negli occhi la prospettiva dello yacht illuminato, è un momento di sublime coinvolgimento. Alla fine della crociera e della vacanza ai Caraibi, non senza un ultimo colpo di scena sull’identità dei due “samaritani dell’eros”, praticamente due escort, Pascal, ormai risorto, ritorna a Parigi. Ritorna, quindi, alla vita, senza più negare della vita, della sua vita, uno degli aspetti più significativi e caratterizzanti della persona umana. Negarlo, rappresenterebbe un’inutile ipocrisia. Scriverlo, in un romanzo, pur ambientato nel 2062, ma più di vent’anni fa, è stato un atto di coraggio da parte mia. In venti anni, comunque, si sono verificati molti cambiamenti: da un lato, una rivoluzione sessuale a 360 gradi, che ha restituito più libertà di scelta alle persone, maggiore consapevolezza ai giovani, in relazione alla propria identità sessuale, una consapevolezza individuale, che si è trasformata, a livello collettivo, in movimenti di rivendicazione politica di diritti tuttora negati, persino in orgoglio; dall’altro, una drammatica involuzione della dimensione erotica, intesa come affettività interpersonale, comunione, soddisfacimento fisico-psichico, in quanto anche l’eros, una delle ultime riserve di creatività dell’uomo, sta diventando preda della pura virtualità, come tutta la realtà. Superato un passato oscurantista che concepiva l’atto sensuale, cioè la forza propulsiva dell’eros, esclusivamente a fini riproduttivi, foriero di milioni di tragedie umane, di sottomissione della donna e di persecuzioni, in quanto negatore del valore parallelo del “piacere sessuale”, il peccato, siamo passati alla libertà senza limiti, il libertinismo, per precipitare nella virtualizzazione dell’eros e nella riproduzione senza sesso. I principali nemici dell’eros sono, nell’immediato, il sesso virtuale, on line, e la fecondazione artificiale, l’ingegneria genetica, con la prospettiva della clonazione. Per metterla in storia della filosofia, Lou Andreas-Salomè (grande passione di Nietzsche e di Rilke) non potrebbe più ringraziare Freud con le note parole: “L’eros non ha mai fine: anche là dove non si frangono i flutti impetuosi della passione, esso non fa meno sentire i suoi effetti“.

Lei ha una formazione filosofica e mi chiedo e Le chiedo se l’approccio alla narrazione sia stato, appunto, filosofico.

Indubbiamente, non potevo mica sfuggire a Platone, per il quale il sesso costituisce il primo dei cinque gradini di Eros: un demone che spinge l’uomo a superarsi, a trascendere se stesso, non solo procreando, ma anche ricercando il Bello nell’anima dell’amato, per approdare al terzo grado, allo Spirito. Per ascendere, infine, alla conquista dell’armonia che precede la congiunzione con il Bene assoluto, l’identificazione con il divino. La ricerca dell’immortalità. Il protagonista del mio romanzo, Pascal, negando l’eros e la sua espressione sessuale, si priva, secondo Platone, della possibilità di ascendere ai livelli più alti e di cogliere le energie che legano le forze dell’universo. L’amore fisico, con un uomo e una donna, insieme, gli restituisce le chiavi per riprendere il cammino della vita (il ritorno a Parigi!). Al di là del mio protagonista, oggi ci troviamo di fronte al tramonto dell’eros, ad un “gelo erotico”, che investe anche la rappresentazione dell’eros nella creatività artistica, nelle arti visive, nella letteratura, nel teatro, nel cinema e nella fiction. Trionfano il sesso fine a se stesso, nonché i corpi senz’anima, senza interiorità, senza sintonia spirituale, intellettuale e fisica. L’eros malato, o, meglio l’eros perduto, pullula di pillole contro l’impotenza, di pozioni afrodisiache, di sexy shop, di cerotti pro-erezione, di chat eterosessuali, bisessuali, polisessuali e asessuali, a citare quelle meno estreme, nonché di club per scambisti, di vario orientamento. L’interrogativo rimane: sarà possibile ritrovare le mitiche “ali” platoniche, per continuare scoprire i divini misteri dell’eros? Sarà possibile ricomporre di nuovo la corporeità con lo spirito, il cervello con il cuore e l’orgasmo come un momento sublime della vita? Inclino al pessimismo, in quanto il ritorno al passato, sul punto, appare, allo stato, impossibile. La società, tuttavia, è in continua trasformazione e non si possono escludere, a priori, forme diverse di recupero dell’eros, una ricerca dell’eros perduto, anche se incombono minacce sulla morte dell’eros dai progressi della realtà virtuale“.

E, dunque, sa bene che i filosofi spesso hanno preferito meditare sull’anima o sull’intelletto o sulle passioni invece che soffermarsi sul corpo. Anche perché così facendo bisogna affrontare la realtà della finitezza del corpo. Cosa che le filosofie del Novecento hanno affrontato. Ma in questo Suo romanzo, tale aspetto, forse accennato inizialmente con la morte di Claude e di Dominique e lo sfiorire delle rose tanto amate da Pascal, vira, invece, verso il trionfo del corpo.

Questa domanda tradisce una sorta di pregiudizio della filosofia, non quella greca delle origini o quella orientale, nei confronti della corporeità, che rappresenta il primo gradino dell’eros, se non è fine a se stessa. Anche i filosofi sono stati, non di rado, vittime del moralismo, della religione, del pregiudizio e della “paura del boia”. Il pensiero filosofico ha sottaciuto, nella sua riflessione secolare, il fondamento ineludibile della corporeità, in quanto lo ha riassorbito nella meditazione sul conflitto tra Eros e Thanatos. Sul punto, la riflessione di Freud rimane basilare: il conflitto tra la pulsione positiva, che stimola il piacere, il desiderio, creativa di legami e di conoscenza dell’altro da sé, l’armonia, e la pulsione negativa, l’istinto di morte, che semina aggressività, disgregazione e distruzione dei legami, disarmonia“.

Pascal prende dunque coscienza delle potenzialità del suo corpo e procede nella conoscenza di sé, e dal considerare il corpo un fardello o nel considerarlo inesistente, passa ad un’accesa sensualità.

Mi pare riduttivo, la scoperta della propria corporeità e della propria creatività sessuale, aiuta Pascal a ricollegarsi alla realtà, a ricollegarsi agli altri. Rispondo con Marcuse, in “Eros e civiltà”, il quale insiste sulla funzione liberatoria e critica della sessualità, il ritorno ad una vita priva di repressioni e di autorepressioni:“La sessualità rappresenta l’unica funzione dell’organismo vivente che si estenda al di là dell’individuo, e che garantisce la sua connessione con la propria specie, anche attraverso la fantasia”. La fantasia, nella dinamica psichica marcusiana, mira a una “realtà erotica”, dove gli istinti di vita trovano pace in una realizzazione senza repressioni e senza frustrazioni“.

L’immagine corporea seduce o turba. Perché la bellezza corporea di Elka e Bruno seduce Pascal? Sicuramente non sarebbe stata la prima volta per Pascal avere di fronte una fisicità attraente. Insomma, chi sono Elka e Bruno?

Li ho definiti i samaritani dell’eros, da me introdotti nel tessuto narrativo, per scardinare, come dire, professionalmente, il rifiuto di Pascal della sessualità, come conseguenza del suo dolore e come inconscio terrore di ricadere nella trappola di un innamoramento, che, con evidenza, avverte come un tradimento del suo grande amore, la moglie Claude. La rivelazione della vera “attività professionale” di Bruno ed Elka non lo sconvolge, piuttosto lo spinge a ritornare alla normalità parigina, che prelude ad un nuovo equilibrio affettivo, sentimentale ed erotico“.

La sessualità è spesso segnata da paradossi. E in questo Suo racconto scompaiono anche le categorie di femminilità e virilità. È un giardino edenico quello che si apre a Pascal dove le differenze di sesso non esistono.

L’eros riguarda tutti i generi, non li annulla, ma li sublima, a partire dalle categorie principali di femminilità e di virilità, poli di una polifonia di sottogeneri, che, in misura diversa, riguardano ciascuno di noi. Il più apparente virile uomo non esclude da sé un tratto di femminilità. E viceversa. Il “demone” dell’eros, comunque, riguarda ogni persona, ovunque, nel coro, sia posizionato la sua identità sessuale. Ogni essere umano ha diritto di vivere la propria sessualità, nel rispetto della dignità della persona umana e della libertà degli altri, senza subire discriminazioni e senza diseguaglianze (art. 3 della nostra Costituzione repubblicana)“.

In un passaggio del romanzo si legge che l’eros come creatività forse può opporsi allo sterminio tecnologico. Cosa vuol dire? E, soprattutto, cosa vuol dire l’ambientazione temporale nel 2062?

Avevo proiettato la data a circa settant’anni dopo, per ricomprendere in essa i prevedibili progressi scientifici e tecnologici, ma essi sono stati così rapidi e minacciosi da rendere la creatività erotica come il più potente antemurale allo “sterminio tecnologico” dell’umanità. Purtroppo, la creatività sessuale, essa stessa, è minacciata di sterminio, in quanto le ricerche avanzate sulla realtà virtuale (VR) stanno sperimentando simulazioni, nel cervello, del piacere sessuale: simulazioni realistiche e coinvolgenti a livello cerebrale. In poche parole, il sesso in VR, come godimento, potrebbe non avere più necessità di collegarsi alla realtà. La fecondazione artificiale e l’ingegnata genetica per una procreazione senza organi genitali, da un lato, e, dall’altro, il piacere sessuale senza corpo, senza labbra, senza occhi, senza pelle, senza odori e senza organi sessuali segnerebbero la morte dell’Eros, con tanti saluti a Platone, Freud e Marcuse!”

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