Fondazione Sorrento, Ivan Gargiulo: “Cuomo non può autonominarsi nel CdA”
SORRENTO – Come fa il Sindaco Giuseppe Cuomo ad autonominarsi tra i componenti del CdA della Fondazione Sorrento senza incorrere in una palese violazione delle norme sulle incompatibilità e degli indirizzi fissati dallo stesso Consiglio Comunale? E’ l’interrogativo che il consigliere di opposizione e segretario cittadino del PD, l’avvocato Ivan Gargiulo, ha posto con una nota ufficiale indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale Luigi Di Prisco e alla Segretaria Generale a seguito della pubblicazione del decreto sindacale N°11 del 16 luglio scorso col quale Cuomo ha nominato, in rappresentanza dell’Amministrazione sorrentina, l’armatore Gianluigi Aponte, l’attuale amministratore delegato dell’ente l’avv. Gaetano Milano e sè stesso. Scrive il consigliere Gargiulo: “Il decreto in oggetto, con il quale il Sindaco si è autonominato componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Sorrento, viola, a mio parere, i criteri fissati in materia dal Consiglio Comunale con delibera n. 67/15 e costituisce, per il primo cittadino, causa sopravvenuta di incompatibilità ex art. 63 del TUEL. Chiedo pertanto alle SS.VV., di operare le opportune verifiche e attivare, per quanto di competenza, la relativa procedura di contestazione prevista dall’art. 69 del d.lgs. 267/2000“.
La Fondazione Sorrento annovera il Comune nelle vesti di “Ente Fondatore Istituzionale e Promotore” al quale l’Amministrazione elargisce centinaia di migliaia di euro l’anno per lo svolgimento delle attività sociali di natura prevalentemente artistico-culturale e promozionale del turismo. Va da sè che la partecipazione di Cuomo al CdA lo pone in conflitto col suo ruolo di sindaco contravvenendo anche, come rileva Gargiulo, alle linee consiliari che determinano i criteri di nomina.
Viene così sollevato un problema di sopraggiunta incompatibilità a carico del Sindaco che dovrà scegliere se mantenere la carica nel CdA o rinunciarvi per non decadere da sindaco. A spingere Cuomo all’autonomina potrebbe essere stata anche la considerazione che, scadendo il mandato sindacale nella primavera 2020, resterebbe in carica nel CdA per tre anni, quindi fino al luglio 2022 non avendo garanzia di essere nominato dal sindaco che gli succederà. La contestazione sollevata dall’esponente Dem appare evidente e in attesa che venga sciolto l’arcano lo stesso CdA potrebbe non risultare regolarmente costituito e pertanto impossibilitato a operare.