A Meta Tito manda in crisi il PD e nella Penisola Sorrentina avanza la Lega

La decisione di Giuseppe Tito di non tesserarsi più al PD (domenica 30 settembre scade il termine per rinnovare l’adesione al partito) è destinata a produrre una serie di effetti sia a Meta sia a livello peninsulare visto che la leadership del sindaco di Meta rappresentava un punto fermo per un partito pressochè allo sbando nelle diverse realtà locali e soprattutto in calo verticale di consensi e di adesioni. Se Tito va via è probabile che a seguirlo saranno anche quegli assessori e consiglieri che a Meta avevano aderito con lui al PD senza però mai formare quel gruppo consiliare che negli intenti del segretario cittadino Paolo Trapani doveva rappresentare un elemento di identità politica per l’Amministrazione qualificandone l’operato.

E’ evidente che il rifiuto a costituire il gruppo e a concorrere attivamente (oltre che secondo quanto previsto nello statuto) alla vita del PD locale è stato determinato dall’jndisponibilità a confrontarsi col direttivo locale e in particolar modo col Segretario Politico considerato alla stregua di una spina nel fianco da Tito e dai suoi più stretti collaboratori. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Tito ha peggiorato la situazione sotto tanti punti di vista e anche perchè nella maggioranza c’è una componente che probabilmente conta di affermarsi alle prossime amministrative accantonando Tito sulla cui testa incombe una richiesta di rinvio a giudizio che, qualora si concretizzasse, lo metterebbe fuori gioco nella prospettiva di una condanna in primo grado. Bene informati riferiscono che il piano sia stato studiato nei dettagli e che si aspetti con ansia il pronunciamento del Gip Fiorentino, dopodichè i giochi si apriranno ufficialmente visto che mancano 7/8 mesi alle elezioni.

Al di là delle dichiarazioni di circostanza Tito non ha assolutamente intenzione di cedere il passo e si sta muovendo con naturale abilità per affrontare tutti gli scenari possibili. L’intesa con de Magistris lo rafforza e lo proietta sullo scenario napoletano in chiave regionale e per lui questo ha un significato importante. Tanto più se il PD e il suo leader in provincia, l’On. Mario Casillo, sembra aver puntato sull’ex assessore sorrentino Mario Gargiulo per candidarlo alle amministrative come sindaco e farne il suo principale supporter alle regionali. Alla fine Casillo ha dovuto prendere atto che la cosiddetta “vecchia guardia” Pd – tra cui  anche parecchio giovani per la verità – non ha costruito granchè sul territorio e difetta del requisito fondamentale, il consenso. Per questo e nella prospettiva di una possibile scissione del PD nelle due componenti originarie della Margherita e dei DS è importante individuare e schierare i propri uomini.

I Sindaci della Penisola Sorrentina che, a prescindere dalla collocazione di Tito nel PD, l’hanno sostenuto e votato alle elezioni metropolitane, si trovano spiazzati sul piano politico soprattutto rispetto a quel PD su cui in tanti avevano puntato per garantirsi riferimenti in Regione Campania. Pietro Sagristani, l’unico che non ha sostenuto Tito, guarda alla Lega salviniana e manda avanti i suoi uomini dopo aver strappato all’opposizione quel Gennaro Rocco che prometteva sfaceli e invece è passato armi e bagagli nella maggioranza con grande delusione del suo entourage e disappunto di Rosario Fiorentino che ne aveva ispirato e sostenuto la candidatura in chiave anti-Sagristani. La ricomparsa sulla scena politica peninsulare di una vecchia conoscenza santanellese, l’ex consigliere il dott. Antonio Coppola nella nuova veste di responsabile provinciale della Lega salviniana per la sanità, è il segno che i giochi sono in corso e che ognuno sta cercando di ricollocarsi sul nuovo scenario politico.