Meta, per Tito ancora un “rinvio” della decisione sull’inchiesta giudiziaria a Torre Annunziata
META – Rinviata a fine ottobre la decisione del Gip del Tribunale di Torre Annunziata sull’inchiesta che vede imputato, tra gli altri, Giuseppe Tito sindaco di Meta e che ha reso altre dichiarazioni spontanee su appalti e vicende amministrative finite nel mirino della Procura. Si allungano i tempi dell’inchiesta che stenta a definirsi nell’esito dopo il clamore mediatico suscitato dall’intervento della Procura. Per Tito la prospettiva di liberarsi di questo fardello prima delle elezioni della primavera 2019 purtroppo si allontana. Il Sindaco del Popolo nei giorni scorsi ha lasciato trapelare la possibilità di non ricandidarsi alle prossime elezioni per le quali, allo stato, non esistono credibili alternative in grado di contrastare una rielezione trionfale.
Chiudere la vicenda giudiziaria prima delle elezioni per Tito avrebbe significato sgomberare il campo da qualunque pericolo di una ricandidatura “sub condicione”. Un’eventuale rinvio a giudizio e condanna in primo grado produrrebbe l’effetto di una sospensione del sindaco ai sensi della legge-Severino. Si fa strada però anche un’altra ipotesi e cioè che l’inchiesta possa sgonfiarsi facendo crollare il castello accusatorio che ha portato Tito sul banco degli imputati.
A questo punto per Tito si tratta soltanto di scegliere tra due opzioni: una ricandidatura con successo quasi scontato, oppure un ritiro strategico in attesa della fine-inchiesta e di una candidatura alle elezioni regionali con il movimento del sindaco di Napoli Luigi de Magistris col quale il feeling sarebbe molto stretto dopo la crisi tra Tito e il governatore Enzo De Luca. Di possibili e credibili avversari alle amministrative Tito non ne ha, almeno fino a questo momento, mentre domani a Napoli il segretario provinciale del PD Massimo Costa ha riunito i segretari di circolo per fare il punto sullo stato del partito, anche in vista del congresso nazionale, e in particolare sui Comuni che l’anno venturo andranno alle urne. Paolo Trapani, segretario cittadino del Pd metese, andrà a rapporto da Costa per decidere se il partito sosterrà o meno la ricandidatura di Tito o scenderà in campo con una propria lista sancendo così definitivamente il divorzio fra Tito e il PD.