A Vico Equense c’è odor di elezioni…anticipate!
Da qualche giorno la stampa (ieri Agorà, oggi Metropolis) prospetta la fine anticipata della consiliatura di Andrea Buonocore sindaco di Vico Equense per le critiche situazioni finanziarie in cui versa l’Amministrazione e le querelle delle due Assessore alle Finanze (Laura Del Pezzo) defenestrate in successione per aver toccato questioni scottanti come, per esempio, l’individuazione di una lista di grandi evasori dei tributi locali notificata al Sindaco a mezzo pec dall’ex assessora Daniela Diana successivamente dimessasi o messa in condizione di rinunciare all’incarico, ma non di spiegare pubblicamente le ragioni del suo dietrofront. Su tutto sembra aleggiare l’ombra di Gennaro Cinque (oggi assessore nella giunta-Buonocore) che parrebbe intenzionato a riprendersi la fascia tricolore provvisoriamente aggiudicata a Buonocore, ma giusto per il tempo necessario a “recuperare la candidabilità a sindaco” sospesa per legge dopo due mandati consecutivi.
Si tratta di due questioni spinose assai su cui è utile riflettere. In primis il collasso finanziario del Comune che sicuramente non può essere interamente addebitato a Buonocore, sindaco da due anni, ma è frutto delle pregresse gestioni di cui Buonocore è stato partecipe, ma che essenzialmente portano la firma di Gennaro Cinque, cioè dell’ex sindaco che sarebbe ansioso di tornare in sella alla guida della municipalità. In secondo luogo la capacità che ha un ex sindaco di condizionare a tal punto la vita amministrativa da riuscire a imporsi alla guida dell’Ente come unica soluzione per assicurare stabilità e governabilità. Una situazione paradossale, ma soprattutto preoccupante! In vero non sarebbe il primo caso visto che anche a Sant’Agnello si è verificata, negli anni scorsi, una tale evenienza (l’ex sindaco che fa cadere anticipatamente l’amministrazione per farsi rieleggere, Ndr).
Quest’ultimo aspetto evidenzia, però, l’esistenza di un qualcosa di patologico nel sistema politico-amministrativo locale che apparirebbe praticamente “ostaggio” di qualcuno che detiene un potere che impedisce il regolare esercizio democratico nell’amministrazione pubblica se si prescinde dalla sua persona. Vico Equense ha invece avuto con il sindaco-reggente Benedetto Migliaccio una parentesi amministrativa che avrebbe meritato di affermarsi piuttosto che essere rapidamente archiviata; ciò proprio in virtù dello scarso radicamento elettorale dell’avv. Migliaccio (e di conseguenza l’incapacità di condizionamente elettorale) le cui competenze non sono in discussione come la capacità di traghettare la Città di Vico su un palcoscenico più appropriato all’identità socio-culturale del più grande dei Comuni della Penisola Sorrentina, bisognoso però di emanciparsi da un dimensione localistica che ne ha mortificato le enormi potenzialità. Inoltre concorrendo a rinnovare una classe amministrativa e un elettorato bisognosi di affrancarsi da un vassallaggio amministrativo che sta all’origine dei troppi problemi che affliggono la Città ormai prossima al “dissesto finanziario” con tutte le pesanti conseguenze che ne deriveranno per gli anni a venire…chiunque siano il Sindaco, la Giunta o il Consiglio comunale.