A proposito di strisce blu…Avv. Marzuillo: “Da riverderne la disposizione in Penisola…”
di Eugenio Marzuillo*
Le strisce blu che troviamo sulle strade dei Comuni della Penisola Sorrentina sono, in parte, non conformi a quanto statuito dalla Corte di Cassazione a più riprese, dapprima con la sentenza delle Sezioni Unite n. 116 del 2007 e poi con altre pronunce con le quali ha rafforzato il concetto. Risulta chiara e pacifica l’idea secondo la quale nelle immediate vicinanze di zone di sosta a pagamento debbano esserci necessariamente aree di sosta non a pagamento. La ratio è questa: non esiste alcun rapporto privatistico tra il pagamento del ticket e la custodia dell’auto, ovvero l’auto non va a sostare in un parcheggio privato.
Attualmente assistiamo ad un fenomeno che, seppur possa sembrare di piccola importanza, nella quotidianità non lo è affatto. Tant’è vero che molti consumatori e famiglie una volta ricevuta la sanzione, a volte anche solo per 20 minuti, si trovano dopo qualche giorno recapitare sfilze di cartelle esattoriali, con grave nocumento economico per chi possiede un’autovettura. Mi chiedo quale criterio venga seguito nella predisposizione delle strisce blu: quello legale e strettamente giuridico o quello più morbido per rinsaldare le casse dei Comuni?
La questione è grave e il problema è proprio la messa in opera delle strisce in quasi tutte le aree del territorio peninsulare. Infatti, una volta predisposte, non vi può essere più contestazione e bisogna adeguarsi. Nella mia esperienza legale nei ricorsi in opposizione mi è stato più volte riferito che bisogna impugnare le delibere comunali, ma come può un privato da solo impugnare una delibera comunale innanzi al TAR? Non sarebbe più opportuno che, tranne per i centri storici, si predisponesse un adeguato e concreto piano di strisce bianche non a pagamento?
Sarà necessaria, quindi, una fase operativa di verifica delle delibere comunali di tutti i Comuni della Penisola Sorrentina, al fine di stabilire la loro conformità a quanto statuito dalla Corte Suprema. Bisogna assolutamente sollevare questa importante questione per sostenere i lavoratori e tutti coloro che devono utilizzare un autoveicolo per recarsi a lavoro. Non ci sono altre strade: o esiste una Legge e va applicata senza ragioni, oppure va dimostrato che quella Legge non esiste, perché non vi è spazio a libere interpretazioni. E’ necessario che per una maggiore vivibilità vengano riviste la loro collocazione e ciò renderebbe più agevole anche il compito degli addetti ai lavori.
Bisogna, infine, riconsiderare il tutto seguendo il dettato normativo e valutare se sussistono ipotesi di modifica della distribuzione delle stesse strisce blu. Qualora ciò non venga fatto, propongo di dar vita ad un comitato popolare per la verifica dei requisiti di legge e porre in essere un’eventuale azione legale collettiva per tutelare gli interessi legittimi di tutti i cittadini.
*Avvocato