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Gioco in Italia: la politica ci specula?

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Slot machine
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Cresce il gioco in Italia, aumentano gli introiti da slot, videototem, sale scommesse reali e digitali. Cosa fa la politica?  La situazione in Italia è complessa: la classe dirigente sembra si avvii verso il proibizionismo indotto da una sequela di leggi limitative del gioco in nome alla lotta alla ludopatia.  Ordinanze sindacali, limitazioni, leggi e norme sembra siano tese a far diminuire la voglia di gioco in tutta Italia, peccato però che ciò non accada.

Lo Stato sembra essere ambiguo. Da un lato la lotta all’azzardo è forte: durante l’ultimo anno ad esempio sono state inserite nei piani sanitari regionali la cura e la prevenzione dell’azzardo patologico tra le prestazioni sanitarie minime.
Per la prima volta nel 2017 lo Stato ha deciso di prendersi in carico i danni alla salute dei cittadini causati dall’abuso e dalla dipendenza da gioco. Una data storica, da segnalare, è quella del 18 marzo, quando sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il nuovo decreto sui livelli essenziali di assistenza (Lea), è proprio tra i nuovi Lea che vengono inseriti tutti gli strumenti atti a curare e prevenire il gioco d’azzardo patologico (Gap). E’ con questa presa di coscienza da parte dello Stato che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto ad offrire percorsi di cura e prevenzione per le forme di dipendenza da gioco.

Nel frattempo però in Italia durante il 2017 si sono persi al gioco circa 19 miliardi di euro: la stima è stata eseguita da una nota agenzia di scommesse ed azzardo, Agipronews, l’analisi è stata compiuta in base ai dati del Ministero delle Finanze. É bene sapere però che se tanta è stata la perdita, le vincite ammontano a 100 miliardi di euro.

In media ogni italiano maggiorenne avrebbe giocato più di un euro al giorno per un totale stimabile in 374 euro, in tutto ciò lo Stato ha incassato quasi 10 miliardi di euro, l’1,9% in meno rispetto al 2016.

L’esito delle politiche restrittive non sembra essere stato positivo o forse non quanto auspicato: leggi regionali, ordinanze comunali, differenti e spesso in contrasto tra loro non hanno ottenuto il risultato auspicato.

Fasce orarie in cui il gioco è proibiti, distanze dai luoghi di massimo flusso hanno prodotto, pare, una piccola inflessione degli investimenti in gioco in slot machine, non certo quanto auspicato dal legislatore. Le limitazioni imposte dai sindaci sono poi state spesso contestate e numerosi sono stati i ricorsi al TAR. Queste norme però non hanno diminuito di certo l’intensità di gioco fisico: infatti gli appassionati di slot hanno scelto di spostarsi spesso informandosi delle limitazioni orarie comunali e diventando “pendolari del gioco”.

Forse anche per i motivi dovuti alle limitazioni orarie e zonali in Italia è cresciuto il gioco digitale: sono cresciuti coloro che preferiscono aprire una sessione di gioco online su uno dei tanti siti del settore e provare la sorte così.

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