La riflessione di Vincenzo Esposito su: Piano Sociale di Zona
di Vincenzo Esposito
Le nostre amministrazioni comunali della Penisola, costrette ad unirsi nel Piani di zona, hanno limitato volutamente le sue funzioni lasciando la gestione al funzionario amministrativo; hanno inserito nel suo ufficio nuovi impiegati aumentando le spese e solo alcune organizzazioni hanno ottenuto appalti diventando da associazioni di volontariato, imprese ad ogni effetto che si sono garantite anche una certa continuità di finanziamenti.
I sindaci ed i loro assessori alle politiche sociali hanno disertato sistematicamente il tavolo di concertazione sociale ove le associazioni di volontariato portano le istanze della popolazione. Quel tavolo è stato ridotto ad una farsa dove si discute senza farsi sentire da chi dovrebbe. Vico ha fatto di più: è uscita dal Piano di Zona perché il suo sindaco vuole gestire i pochi fondi facendo le elemosine. Ha mortificato le associazioni che sorgono e muoiono subito per mancanza di spazi operativi. L’unica associazione permessa e finanziata è la AVF (Volontari del Faito). Una presidente di associazione che si occupa del randagismo, è stata ridicolizzata dal sindaco senza poter essere ascoltata. L’Unitre sorrentina, dopo aver ottenuto una stanzetta (umida) al municipio fu cacciata per ospitare manifesti di filmetti espressione di una società primitiva, pomposamente definito Museo del Cinema. Le commissioni comunali come quella delle pari opportunità sono ridicolizzate, inoperanti, inutili.