Piano di Sorrento

Piano di Sorrento, un contributo di chiarimento per l’abbattimento dei pini a Villa Fondi

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di Vincenzo Califano

Vincenzo Iaccarino
Vincenzo Iaccarino
Claudio d'Esposito
Claudio d’Esposito

Devo necessariamente soffermarmi sull’abbattimento dei pini a Villa Fondi alla luce del vivace dibattito che si è sviluppato su facebook dove tra alcune cose giuste sono state scritte anche tante inesattezze e, in qualche caso, proposto paragoni assolutamenti azzardati, impropri e anche offensivi. E mi riferisco alla definizione di “camorristi” usata in modo indiretto e assolutamente a sproposito da Claudio d’Esposito, Presidente del WWF Terre del Tirreno, che su questo blog ha sempre trovato (e troverà) spazio e condivisione per tante giuste battaglie a difesa dell’ambiente e del territorio. Qualcuno si è detto stupito per la “difesa” che sto facendo dell’operato del Sindaco Vincenzo Iaccarino mettendo in dubbio la terzietà del giornalista rispetto a questa vicenda di cui credo molti conoscono solo l’ultima puntata o, al massimo, la penultima. Per questo sono giustificati.

Avv. Francesco Esposito e il Sindaco Iaccarino
Avv. Francesco Esposito e il Sindaco Iaccarino

Altri invece le conoscono bene le puntate e se ne sono dimenticati… o gli fa comodo dimenticarsene. Allora per chi è interessato, ha curiosità e voglia di conoscere la storia secondo la mia versione dei fatti (sempre pronto a confrontarla con chiunque) mi cimento in una rapida ricostruzione di tutti gli aspetti più significativi della vicenda vissuta sin dall’inizio, che non è oggi o ieri o l’altro ieri, ma che risale all’ormai lontano 1993 (dopo aver vissuto la tragedia del crollo col terremoto dell’80).

Raffaele Esposito
Raffaele Esposito

Se non si parte da qui non si può comprendere assolutamente nulla della storia della Villa e lo possono confermare autorevoli amici che con me l’hanno vissuta sin dall’inizio: in primis Raffaele Esposito, oggi di nuovo consigliere comunale, e l’avv. Francesco Saverio Esposito all’epoca dei fatti assessori, come me, con il sindaco Vincenzo Nastro. Si deve solo a quella Amministrazione se Villa Fondi ancora oggi è un bene pubblico e ha conservato la sua originale fisionomia senza essere trasformata in un palazzo di acciaio e vetro per ospitare un mega ristorante con vista su mare ad opera di un consorzio di imprenditori locali all’uopo compulsati dall’Amministrazione dell’epoca che, evidentemente, aveva questa visione della struttura.

Tangentopoli aveva fatto un po’ di piazza pulita della vecchia classe politica circostanza che aprì di fatto le porte al successo elettorale di una lista trasversale che riuniva esponenti di sinistra, di destra, di centro e ambientalisti. All’indomani delle elezioni il primo problema fu quello di tentare il salvataggio della Villa Fondi la cui ricostruzione secondo il modello acciaio e vetro era stata appaltata alla Capaldo Costruzioni con un finanziamento di 15 miliardi con scadenza 30 settembre 1993. Cioè se non fossero iniziati i lavori entro quella data si sarebbe perso il finanziamento e con esso ogni prospettiva di ricostruire il rudere della Villa Fondi distrutta dal terremoto dell’80 e acquistata dall’Amministrazione del sindaco Antonino Gargiulo con i fondi della legge 219, quella per la ricostruzione posto sismica.

Villa Fondi
Villa Fondi

Allora fu prodotto uno sforzo collettivo assolutamente irripetibile che portò alla modifica del progetto concordato con la Sovrintendenza BB.AA.CC. per ricostruire la Villa com’era all’origine salvaguardandone i suoi preziosi ambienti che ancora si possono ammirare all’ingresso del Museo, per realizzare il centro-congressi e il Museo Territoriale dedicato poi a “George Vallet“. Grazie al determinante aiuto, a livello parlamentare, degli Onorevoli Isaia Sales del PCI e Antonio Parlato del MSI fu possibile realizzare quest’impresa. E fermiamoci qua! Già nell’estate del ’93, con metà parco chiuso per l’apertura del cantiere della ricostruzione, fu organizzata dal sottoscritto in qualità di assessore alla cultura e al turismo la prima estate turistica pianese in Villa denominata “A qualcuno piace…Piano” che vide in campo a livello organizzativo persone come Mariella Nica, Michele Russo, Fabrizio d’Esposito, Candida Morvillo con il funzionario Carlo Pepe. Tanto per citare i nomi più familiari ancor oggi e nulla togliendo agli altri non citati. Anche quella stagione segnò un cambio di passo sul piano dell’offerta turistico-culturale abbinata alla Villa Fondi e anche questo è un dato storico incontrovertibile.

Non ci fu però il tempo, allora le amministrazioni duravano 4 anni, per decidere sulla gestione della Villa e da allora, col sindaco Giuseppe Russo prima, Luigi Iaccarino poi e fino ai dieci anni di Giovanni Ruggiero tutte le Amministrazioni non sono mai riuscite a partorire un’idea originale e sostenibile per garantire la gestione pubblica della Villa e del Parco. Ci furono occasionali tentativi di affidamento a privati che non solo si rivelarano infruttiferi per incapacità di realizzare la mission per cui la Villa era stata ricostruita, ma in qualche caso gli affidatari sono pure entrati in contenzioso legale col Comune pretendendo e ottenendo risarcimenti per tutta una serie di ragioni, non sempre valide ad onor del vero, ma che hanno sempre visto soccombente la parte pubblica e la politica per colpe che le si possono addebitare a ragion veduta.

L'incuria dell'area interdetta
L’incuria dell’area interdetta

Questa è storia passata e arriviamo ai giorni nostri. Nei dieci anni di Amministrazione Ruggiero non è stata trovata una soluzione sostenibile e utile per il Comune per l’assenza anche in questo caso di un’idea progettuale da parte del Comune che fosse credibile e sostenibile sotto tutti i punti di vista per immettere la Villa col Museo e il Parco in un circuito turistico. E’ stata invece impegnata e spesa la somma di 1 mln di euro circa per ristrutturare la Villa e parte del Parco con l’idea di affidarli a un nuovo consorzio di imprenditori locali che praticamente pensavano di poterne fare quasi lo stesso uso ipotizzato vent’anni prima, senza però essere a conoscenza di tanti dettagli sull’operazione col risultato che la proposta si arenava ancorchè compulsata dalla stessa Amministrazione. Prima dei lavori era stato indetto un bando pubblico per l’affidamento della serra ad uso bar e la gara fu vinta dal Bar Marianiello all’epoca gestito da Nello Russo cui però non veniva perfezionato l’affidamento della struttura essendo stati aperti i cantieri per i lavori di ristrutturazione. Se ne sarebbe quindi parlato dopo, come di fatto è avvenuto con i nuovi gestori del Bar Marianiello ancorchè infruttuosamente. Oltre alla scarsissima qualità dei lavori effettuati (e di cui solo da qualche giorno l’UTC ha redatto la perizia di chiusura della contabilità per la liquidaizone finale della spesa di 1 mln di euro) verificabili da chiunque, quello che è stato fatto in quel periedo al parco e al suo patrimonio arboreo è conosciuto solo in parte.

Il reimpianto degli alberi
Il reimpianto degli alberi

Questo perchè il cantiere non sempre era accessibile e, nonostante tutto, in prima persona e con Claudio d’Esposito abbiamo documentato anche lo sradicamento di piante e alberi antichi e di rara bellezza perchè il progetto prevedeva una diversa tipologia e disposizione delle piante, probabilmente in funzione della destinazione che qualcuno pensava di dare alle aree circostanti la Villa. L’ipotesi di affidamento a terzi da parte dell’Amministrazione-Ruggiero fu sventato per la presa di posizione dell’allora assessore Vincenzo Iaccarino e col sostengo dell’ex consigliera Anna Iaccarino cui si unì il Movimento Civico nato per tutelare la gestione pubblica della Villa Fondi contro i progetti dell’Amministrazione-Ruggiero. Memorabili e documentati (sul canale youtube sorrentochannel.tv) sono i confronti e gli scontri consumatisi in tal senso nel Centro Culturale di Piano e conclusisi con la resa di Ruggiero, senza però che mai vedesse la luce una concreta proposta alternativa da parte del Movimento e delle sue diverse anime anche per una serie di questioni legate ai costi di gestione e funzionamento del complesso.  Vincenzo Iaccarino pagò quella presa di posizione sulla Villa, unita anche ad altre contestazioni, con l’estromissione dalla Giunta da parte di Ruggiero e passò all’Opposizione fondando un gruppo consiliare civico (e poi un Movimento) con la consigliera Anna Iaccarino (negli archivi di questo blog si possono ritrovare tutti i vari passaggi di quello che sto riassumendo).

L’opera congiunta di questi amministratori e l’unione di intenti del Movimento riuscirono a sventare l’operazione e anche l’affidamento all’Università Pegaso abortì lasciando, per il concludersi della consiliatura, la situazione così com’era: lavori da completarsi e rendicondarsi, metà parco interdetto per ragioni di pubblica sicurezza dovute alle condizioni in cui versavano questi pini, nessuna possibilità di affidare in gestione la serra perchè inclusa nell’area interdetta e quindi impossibilità di rimettere in funzione la Villa secondo quanto annunciato in campagna elettorale e poi diventato programma dell’Amministrazione. Non è un caso che nel suo programma il Sindaco Iaccarino citi esplicitamente il WWF come associazione con cui instaurare una collaborazione istituzionale per la gestione del verde pubblico (“…Un problema sicuramente importante cui l’Amministrazione dedica un’attenzione prioritaria riguarda la gestione del Verde e del Parchi Pubblici da attuarsi nell’ottica della conservazione e qualificazione del patrimonio arboreo e di sistemazione e valorizzazione delle aree pubbliche molte delle quali allo stato dismesse e che versano in un precario stato di mantenimento. In tal senso ci si intende avvalere in modo organico della consulenza e dell’esperienza, oltre che dei professionisti del settore, soprattutto delle Associazioni Ambientaliste e in particolare del WWF della Penisola Sorrentina sulla scorta di analoghe, positive esperienze già realizzate in altri Comuni e utili a trasformare i Parchi comunali in delle vere e proprie oasi urbane con un’appropriata allocazione della flora utile anche ad accogliere la piccola fauna“).

Anna e Vincenzo Iaccarino
Anna e Vincenzo Iaccarino

Ora non scopriamo l’acqua calda che, sin dall’inizio del nuovo percorso amministrativo di Vincenzo Iaccarino, l’ho ampiamente e apertamente sostenuto congiuntamente ad Anna Iaccarino su Villa Fondi, partecipando attivamente al loro Movimento e concorrendo, per la mia parte di esperienza e di competenze, alla costruzione di un progetto per la nuova amministrazione oggi guidata da Vincenzo Iaccarino nelle vesti di sindaco, ma senza Anna Iaccarino la quale sul finire del percorso pre-elettorale ha fatto altre scelte e si è ritirata dall’impegno pubblico. Sicuramente l’Amministrazione ha perso qualcosa con la sua rinuncia a candidarsi, ma sulle scelte personali c’è poco da discutere. Quindi il contributo progettuale che ho dato al programma del Sindaco che l’ha chiesto a tanti cittadini, professionisti, categorie sociali e produttive ha riguardato anche il presente e il futuro della Villa Fondi e credo che il Sindaco ne abbia fatto tesoro visto come gli obiettivi a riguardo sono esplicitati nel suo programma di quinquennio.

Definire la Villa Fondi un gioiello del Comune di Piano è agevole e semplicistico perchè si tratta di una definizione che prescinde dai problemi da risolvere affinchè il gioiello possa risplendere. E sono davvero tanti, tali e costosi perchè investono una molteplicità di questioni che possono essere trascurate solo con un esame sommario, anzi superficiale del problema di questo bene di proprietà del Comune di Piano di Sorrento. Della Villa e del parco, come Claudio, conservo anch’io una discreta documentazione fotografica realizzata nel corso degli anni, a partire dal 1993 quando si celebravano eventi nel parco-cantiere con un impegno e con sforzi organizzativi senza precedenti. Con l’avvento di Vincenzo Iaccarino alla guida del Comune era scontato che, per realizzare quello che aveva annunciato alla Città, si dovesse affrontare il problema fondamentale: la riapertura della vasta area di parco interdetta da 4 anni al pubblico sulla base di perizie e pareri tecnici che ne evidenziavano l’impraticabilità se prima non fossero stati eliminati i pericoli derivanti da questi alberi. Come di fatto poi è avvenuto con un paio di rovinosi crolli causati dal maltempo!

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Pini Villa Fondi foto di Vic

Nel 2014, come si vede dalla foto da me scattata, questa era la condizione in cui versavano i Pini ubicati all’interno del cantiere interdetto al pubblico perchè vi si stavano svolgendo i lavori. Il sospetto insinuato da Claudio che la presenza di fori alla base degli alberi ne abbiano potuto determinare il declino fino alla marcescenza può essere frutto di azioni dolose è un’ipotesi fantasiosa, senza prove a suffragio visto che il WWF in un anno non ha mai presentato una propria perizia sulle piante, ancorchè sempre annunciata e attesa dal Sindaco Iaccarino. D’altro canto tutti i periti che hanno esaminato gli alberi sono giunti alle medesime conclusioni, ivi incluso l’Orto Botanico di Napoli: la lor pericolosità ampiamente confermata dai rovinosi crolli che si sono registrati a causa del vento. Oltre alla circostanza che ben due di essi erano morti perchè colpiti da fulmini e ne riportavano tracce ampiamente visibili lungo i tronchi.

Rami crollati
Rami crollati

Eppure anche solo per questi si è dovuto attendere tanto prima di abbatterli. Di tutte queste cose ne abbiamo ampiamente discusso con Claudio anche nei pressi degli alberi stessi in occasione di  alcuni sopralluoghi cui egli stesso è stato invitato ed ha partecipato. Tranne che a chiacchiere e con proclami nessuno però ha dimostrato il contrario sullo stato di precarietà delle piante e sul rischio incombente di crolli per cui veniamo al nocciolo del discorso: qual è la strada più idonea da percorrere secondo l’Amministrazione Comunale e secondo il WWF? Qui si è giocata la partita e anche su questo si possono avere benissimo idee diverse, tutte rispettabili, ma alla fine una strada comunque bisogna imboccarla a meno di non voler far passare tutti e cinque gli anni della consiliatura lasciando la Villa praticamente inutilizzabile!

Un sindaco, che è cosa diversa da un’associazione ambientalista o di qualunque altro tipo, ha una responsabilità pubblica, oneri e onori, ma soprattutto se vuole essere concreto e dare risposte ai cittadini che se le attendono deve farlo in scienza e coscienza. Iaccarino si è ampiamente comportato così perchè ha agito solo ed esclusivamente in virtù di qualificati pareri tecnico-scientifici sulla condizione in cui versavano le piante e secondo coscienza ha scelto di mantenere la promessa fatta ai suoi concittadini di restituirgli la piena fruibilità del parco con una gestione pubblica e una valorizzazione della struttura nel suo complesso sul piano turistico-artistico-museale.

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rami crollati Ass. Costantino Russo
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Sezioni dei pini abbattuti

Per questa ragione i pini morti e quelli gravemente ammalati dovevano essere abbattuti, come lo dimostrano le sezioni di tronco repertate e che saranno sottoposte alle analisi degli esperti al fine di approfondire le ragioni della patologia che le ha colpite o se trattasi di piante giunte a fine ciclo di vita. Soltanto così il parco può essere riaperto; rivalutato un nuovo bando per l’affidamento della serra-bar al fine di disporre di una servizio di accoglienza e ristoro con investimenti che sono anche abbastanza onerosi e che non è detto risultino appetibili al mercato; il Museo rilanciato con l’esposizione da parte della Sovrintendenza di nuovi, interessanti reperti archeologici; l’implementazione dei matrimoni, soprattutto stranieri, che sono una fonte di reddito sempre più interessante per l’Ente che può così disporre di risorse per migliorare e qualificare il parco e la Villa stessa; la disponibilità del parco per eventi, manifestazioni e quanto altro potrà essere proposto da parte di Associazioni, Sodalizi e Società che trovino attraente riunirsi a Villa Fondi e proporre spettacoli ed esibizioni a picco su quella Marina di Cassano dove sta rinascendo il borgo marinaro e si stanno attivando preziose sinergie in grado di alimentare un’offerta turistica rilevante. Intanto è partito il progetto di mobilità integrata terra-mare e anche questo può portare visibilità e protagonismo alla nuova Villa per la quale occorre però che l’Amministrazione si faccia carico di sostenere un ulteriore e consistente sforzo finanziario per recuperarla a un’effettiva agibilità visto il degrado in cui versano molti ambienti e servizi.

I pini abbattuti torneranno ad essere impiantati nella Villa e sarebbe bello che il WWF cogliesse l’invito del Sindaco Iaccarino e lo supportasse non solo per il reimpianto degli alberi, ma anche per realizzare quel censimento sullo stato di salute del patrimonio arboreo del Parco e degli altri alberi del Paese. Sarebbe questo il modo migliore per chiudere una polemica e attivare le sinergie giuste nell’esclusivo interesse della Villa e di Piano di Sorrento.

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