Vico Equense, la “verità” di Vincenzo Esposito sul futuro del Social Film Festival
VICO EQUENSE – Con “pillole quotidiane” di antica e sempre più rara saggezza pubblicate di buon’ora sul suo profilo facebook, il direttore Vincenzo Esposito (con un passato politico di amministratore a Vico e di dirigente del PRI di lamalfiana memoria) ogni mattina evidenzia un problema o sollecita una riflessione sulla vita amministrativa equense. La pillola di oggi tocca un argomento delicato perchè riguarda il presente ed il futuro del Social World Film Festival giunto alla sua 7° edizione e in corso di svolgimento al Castello Giusso e le scelte politiche dell’ex sindaco Gennaro Cinque. Un accostamento che tocca al cuore il problema del finanziamento da parte della Regione Campania di questa kermesse cinematografica promossa e organizzata dal giovane regista Alessio Nuzzo.
Scrive Esposito: “Quello di quest’anno probabilmente è l’ultimo del Festival Social Film perché il suo destino appare legato alla scelta di campo che farà Gennaro Cinque. Mi spiego. Il giovane manager Nuzzo, aspirante produttore regista e organizzatore di eventi, trovò la sua base per gestire i fondi che otteneva dalla Giunta regionale in Vico Equense con Gennaro sindaco di Forza Italia. La sua iniziativa può continuare se De Luca continuerà a finanziarlo. Quest’anno non lo ha fatto e la spesa ricadrà, a quanto pare, tutta sul bilancio del Comune, anzi, fuori bilancio. Il Comune non può reggere la spesa di 150.000 euro per questa manifestazione che porta vantaggi solo a chi la organizza, cioè a Nuzzo. Penso che la cosa potrà continuare soltanto se Gennaro aderirà al PD. Gennaro non lo ha fatto finora e penso che non lo farà ora che il PD è in crisi e Berlusconi, suo leader, si prepara a riconquistare il potere. L’elettorato di Gennaro è quello della vecchia DC, elettorato conservatore di mentalità contadina con la benedizione dei parroci. In FI o fuori da FI Gennaro è padrone; nel PD sarebbero troppi a voler comandare. Ho paura che Nuzzo dovrà cercare altre sponde per il suo festival di vecchie attrici e documentari che pochi vedono e che non si pagano per farli vedere. E se non cambia l’etichetta dell’Amministrazione comunale altri progetti andranno in fumo”.