Patto Territoriale fallimentare…Invece di metterlo in liquidazione lo trasformano in un’altra società!
La trasformazione del Patto Territoriale della Penisola Sorrentina in una Società Consortile a responsabilità limitata proposta dal Comune di Meta agli altri Comuni aderenti nasce con un debito di oltre 400mila euro che dovrà essere pagato dalle Amministrazioni partecipanti alla nuova società fra un mare di dubbi sulla legittimità dell’operazione che, di fatto scarica sugli enti una situazione debitoria che, allo stato, non sono tenuti ad assolvere. Un conto salato che rischia di infliggere un duro colpo alle casse esangui dei Comuni con in più il rischio di una rivalsa sugli amministratori da parte della Corte dei Conti anche in merito alla mancata messa in liquidazione del Patto come previsto dalla legge.
La sede della Società è presso il Comune di Meta che ha fatto da capofila di quest’esperienza pubblico-privata nata nel 2002 e che non sembra aver prodotto i risultati sperati, oltre ad aver generato una situazione debitoria per risolvere la quale si è escogitato la trasformazione della società piuttosto che la messa in liqudazione della stessa. Il Consiglio comunale di Meta ha approvato la proposta di costituzione della nuova società col voto favorevole della sola maggioranza vista l’astensione del consigliere Bruno Antonelli (che pure ha votato Si all’approvazione del bilancio) e quello contrario di Maria Laura Attardi, mentre erano assenti i consiglieri Francesco Pane, Antonella Viggiano e Susanna Barba. Anche il Comune di Sorrento, nella seduta di giovedì scorso, ha approvato la trasformazione societaria, quindi con l’implicito assenso a farsi carico delle acclarate passività.
Ma l’aspetto più significativo di tutta l’operazione è però rappresentato dal parere sfavorevole alla proposta di deliberazione espresso dal revisore unico del Comune di Meta, il dottor Lorenzo Vallefuoco, che in nota inviata al Sindaco Giuseppe Tito, alla Segretaria Deborah De Riso e al responsabile del 4° dipartimento il rag. Luigi Russo e assunta gli atti della delibera, mette nero su bianco le ragioni per le quali il Consiglio Comunale non avrebbe dovuto approvare la deliberazione. A leggerle appare evidente, anche al più sprovveduto, che le considerazioni tecniche del Revisore non possono essere sottovalutate o, meglio, accantonate visto che produrranno effetti presenti e futuri sull’Amministrazione. Esaminiamo il parere del Revisore per comprendere come lo stesso, a fronte delle pesanti criticità rilevate, non sia stato tenuto in considerazione dagli Amministratori che hanno approvato la delibera.
IL PARERE DEL REVISORE DOTT. VALLEFUOCO
(…) la fase realizzativa degli interventi infrastrutturali previsti ed amemssi al finanziamento dal decreto di approvazione del Patto si è protratta ben oltre i termini inizialmente previsti tanto che ad oggi per nessuna opera infrastrutturale finanziata è stato ancora effettuato ed approvato il collaudo amministrativo finale;
dalla relazione sulla gestione redatta con l’ultimo bilancio societario chiuso al 31.12.2015, presenta dal Presidente del CdA della Società, risulta che nel protrarsi delle attività di competenza della Società, le risorse inizialmente riservate alla copertura dei costi di esercizio (1%, come detto, degli importi dei quadri economici approvati), si sono da tempo esaurite, stando a quanto affermato dal CdA ed a fronte del mancato versamento, da parte dei soci, di quote annuali proporzionati al valore delle rispettive partecipazioni, il CdA della Società ha iscritto a bilancio crediti vantati ne confronti dei Soci stessi per un importo che, nell’ultimo bilancio (anno 2015) ammonta a complessivi € 419.719,83. Tali crediti vantati dalla Società sembra che non abbiano nessun titolo giuridico di legittimità, infatti si è prospettata la tesi che detto importo non possa tecnicamente definirsi un credito vantato nei confronti dei soci, stante la mancanza di una clausola statutari espressa che disponga l’obbligo dei soci di sostenere i costi di esercizio. Dovendo viceversa il predetto importo essere necessariamente qualificato alla stregua di perdite accumulate dalla società, con tutte le conseguenze di legge.
(…)
Alla fine il Revisore rileva che:
- la proposta è priva di un piano economico-finanziario che consenta di effettuare una valutazione dei risparmi e dei costi che avrebbe la modifica dello statuto sul bilancio del Comune, inoltre si rileva che non è disponibile un bilancio aggiornato della società in quanto l’ultimo bilancio menzionato nella delibera si riferisce al 2015;
- in base al decreto legislativo n.175/2016 recante “Testo Unico in materia di società partecipate dalla pubblica amministrazione”, vengono individuate le ipotesi in cui una P.A. può assumere o mantenere una partecipazione societaria e, di converso, le ipotesi in cui invece una P.A. sia obbligata a dismettere una partecipazione; la Società “Patto Territoriale Penisola Sorrentina” ha tutte le caratteristiche perchè si provveda in ossequio ai dettami del decreto a mettere la stessa in liquidazione. Sembra superfluo e non risolutivo procedere esclusivamente alla trasformazione della società e relative modifiche statutarie;
- maggiori oneri derivanti dalle modifiche statutarie comporterebbero un esborso di fondi da parte del Comune di cui a oggi non vi è menzione nei bilanci dello stesso e negli atti di programmazione per gli esercizi futuri, ed inoltre prevedono un accollo da parte dell’Ente di un onere di dubbia legittimità. Pertanto il Revisore non può attestare che l’impengo che la modifica staturaia comporterebbe per il Comune sia congruo e compatibile con le previsioni annuali e pluriennali dell’Ente e con il Documento Unico di Programmazione;
- a parere dello scrivente la trasformazione della società e relative modifiche statutarie non incide sulla problematica afferente l’esposizione debitoria di questo ente e le perdite d’esercizio maturate, pertanto si ritiene che il Comune di Meta si faccia promotore verso gli altri Soci per trovare una soluzione definitiva delle problematiche afferenti la stessa, nel rispetto delle disposizioni vigenti e degli orientamenti della Corte dei Conti,
- per quanto innanzi il Revisore Unico esprime parere sfavorevole alla proposta in oggetto e invita l’Amministrazione a dare attuazione a quanto previsto dal D. Lgs 175/2016 e dal piano di razionalizzazione delle partecipate al fine di evitare un danno erariale all’Ente.
Ora è legittimo porsi una domanda: ma come fanno gli Amministratori di Meta (e degli altri Comuni soci) ad approvare la trasformazione della Società come proposta dal soggetto capofila sulla base di una relazione tecnica così esaustiva ed esplicativa del danno erariale che va a prodursi e che inevitabilmente ricadrà su tutti coloro che hanno concorso all’approvazione della delibera assumendo le conseguenti obbligazioni a carico degli Enti? Misteri della politica che non sono indici di buona e trasparente amministrazione. Del resto basta visitare il sito web del Patto per rendersi conto che, a distanza di 15 anni, consiste ancora in una homa page priva di tutti i requisiti d’informazione e di legge, circostanza meritevole di attenzione anche da parte dell’ANAC. Alleghiamo il bilancio 2015 del Patto a conferma delle perplessità contabili espresse dal Revisore e vogliamo evidenziare che il debito maturato è frutto della gestione corrente della società, risale al 2015 e quindi non tiene in considerazione il debito maturato nel 2016 e che, con la nuova società, ricadrà anch’esso sulle casse pubbliche.
Un commento
giovanni
Sono incoscienti a votare queste cose a Meta, poi si lamentano se qualche giudice li indaga! Comunque sembra che nella penisola la giustizia ha molto tolleranza e comprensione verso la pubblica amministrazione. Misteri sorrentini.