Italia

Politica&Privacy, l’intervista all’avv. Malavenda oggi su “Il Fatto Quotidiano”

Stampa

malavendaOggi Il Fatto Quotidiano pubblica un’importante intervista di Gianluca Rosselli all’avv. Caterina Malavenda, uno dei massimi esperti a livello nazionale in materia di informazione, che spiega quali sono i limiti per i giornalisti in materia di privcy per quanto concerne le leggi vigenti e la Corte Europea. Lo spunto, ovviamente, è offerto dalla pubblicazione sul giornale di Marco Travaglio dell’intercettazione della telefonata tra Renzi Senjor e Renzi junior e al “terremoto politico-giudiziario” che ne è scaturito. Qualunque giornalista (ma anche i politici e i cittadini interessati ad approfondire l’argomento) dovrebbe leggerla questa intervista per comprendere, al di là delle solite strumentalizzazioni, qual è lo stato dell’arte oggi in Italia su un tema scottante e delicato.

Tanto di più quando tocca i potenti che mal digeriscono la rivelazione di informazioni che, al di là delle implicazioni di carattere giudiziario, ne compromettono l’immagine agli occhi della pubblica opinione. Nel novembre 2012 l’avv. Malavenda fu ospite di un salotto organizzato al Comune di Piano di Sorrento per la presentazione del suo libro dedicato proprio ai temi dell’informazione con l’intento di sensibilizzare giornalisti e politica sull’argomento da sempre al centro di polemiche e scontri a tutti i livelli. Certi confronti, infatti, aiutano a crescere e questa intervista aiuta in primis gli operatori dell’informazione su prerogative e limiti del proprio lavoro al servizio dei lettori. Tra l’altro, spiega la Malavenda, “…Chi commette un reato esercitando il diritto di cronaca, non è punibile, così come diffama non è punibile se i fatti sono veri. Un giornalista che riporta un atto giudiziario non è tenuto a verificare che i fatti siano veri, ma che l’atto esista, che sia di interesse pubblico e a riportarlo in modo fedele“.

E sulla privacy dell’uomo politico l’Avvocato evidenzia: “La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dice che un uomo pubblico ha una privacy attenuata in rapporto all’attività che svolge…La sua condotta personale incide nella sua vita politica, perchè i cittadini, sulla base di una notizia, possono decidere di non votarlo“. Sull’efficacia delle leggi attuali la Malavenda dichiara: “Se ognuno fa bene il suo mestiere, dal giornalista al giudice, si: bastano le leggi che ci sono. Alla fine la cosa migliore è sempre lasciare la scelta alla professionalità e all’etica del giornalista. Il quale, se sbaglia, paga in prima persona“. Grazie ai social e alle bacheche pubbliche su facebook è possibile leggere di tutto e di più, anche da parte di giornalisti che letteralmente accontonano ogni rispetto di quella deontologia cui invece dovrebbero ispirarsi per garantire la qualità dell’informazione, c’è davvero da restare delusi…E non certo per la pubblicazione di notizie scomode per i potenti di qualunque calibro. ViC

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*