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Il Gambling tra tassazione e illegalità: l’obiettivo del governo Gentiloni

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gentiloniTassare maggiormente il gioco d’azzardo. È questo uno dei punti cardine della manovra bis al vaglio del governo Gentiloni. Al momento vi è una data (ottobre 2017) su quando la nuova tenaglia scatterà, ma non vi è alcuna cifra relativa all’aliquota. Diverse sono le ipotesi al vaglio del Governo: la più probabile è quella che vede un aumento combinato del Preu (Prelievo Erariale Unico) dell’1% sulle new slot e di mezzo punto sulle vlt. Tradurre queste cifre in denaro sonante è semplice: nel 2016 le sole slot hanno generato un volume d’affari di 26 miliardi di euro. L’aumento del Preu, porterebbe a fine 2017 un’entrata nelle casse dello stato di 130 milioni che raddoppierebbe nel 2018. Per quel che riguarda le vlt, le cifre sono leggermente inferiori: su un volume d’affari di 23 miliardi di raccolta del 2016, lo stato incasserebbe 77 milioni nella seconda parte dell’anno corrente che salirebbero a circa 150 nei successivi 12 mesi. Complessivamente, dunque, un anno e mezzo il governo si porterebbe a casa 600 milioni in più rispetto al periodo 2015-primo semestre 2016, come documentato da gamingreport.com all’interno di uno speciale dedicato agli effetti della Manovrina sul settore dei Giochi. Lo scopo del governo è sfruttare la “febbre del gioco” che si è impadronita dell’Italia, per aumentare i propri introiti come promesso all’Europa. Secondo gli ultimi dati disponibili, gli italiani nel 2016 hanno speso diciotto miliardi e mezzo nei giochi pubblici, a fronte di una raccolta complessiva dell’industria del gioco pari a 95 miliardi di euro. Quello del gambling sembra un settore che non conosce crisi e ‘unico in cui i dati sono in crescendo. Nel 2015, infatti, la spesa netta dei giocatori aveva raggiunto quota 17,1 miliardi con una raccolta lorda di 88 miliardi. L’aumento è stato, dunque, dell’8.3%.
Facendo due conti, nel 2016, su una popolazione adulta di 50.5 milioni, ognuno di essi ha speso annualmente 365 euro in giochi, ovvero, uno al giorno.

Nel gambling, però, chi ha avuto il balzo in avanti più importante è il settore dei giochi online. Nel 2016, ha, infatti, subito, un incremento del 25% rispetto all’anno precedente, con un aumento di spesa per un valore complessivo di 1,03 miliardi di euro. Questo si spiega anche con il contrasto al gioco irregolare grazie alla creazione di una lista nera di 6mila siti web “.com” inibiti. Ciò ha portato i principali fornitori internazionali di software di gioco online a negare i propri servizi agli operatori che agiscono sul mercato italiano senza una regolare concessione.

L’aumento ulteriore della tassazione, però, potrebbe portare ad una nuova proliferazione del gioco illegale. Come ha spiegato tempo fa il vice direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Alessandro Aronica “Nel comparto dei giochi non abbiamo fenomeni di evasione paragonabili a quelli degli altri settori economici”. È questo il terreno su cui il Governo ha maggiori difficoltà e che deve combattere più aspramente.
Come ha detto lo stesso Aronica: “Non c’è dubbio che si può continuare a inasprire la tassazione, ma certamente c’è da capire se ci si aspetta anche maggior gettito da questa tassazione. Il guaio peggiore lo ribadiamo è il gioco illegale e l’alternativa è avere un circuito legale che spiazzi l’offerta illecita”.
Il governo recepirà questa direttiva?

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