Meta, l’affondo del Movimento 5 Stelle: interrogazione parlamentare sull’Assessore Balzano. Chiesta rimozione del Sindaco
Non c’è due senza tre e il Movimento 5 Stelle conferma l’adagio popolare presentando la terza interrogazione parlamentare (al Senato) sull’Amministrazione di Meta e, nello specifico, sull’Assessore Biancamaria Balzano, atto diretto al Ministro dell’Interno e a quello per la Pubblica Amministrazione. Nel mirino la nota vicenda del presunto manufatto abusivo oggetto di alcune ordinanze dirette prima alla Balzano e successivamente alla madre cui sarebbe stato trasferito il bene sul quale ci sarebb anche un problema inerente la prevista cessione di un’area pubblica successivamente ritirata.
Una storia su cui si è spesa molto l’ex assessore e oggi consigliere di opposizione Susanna Barba evidenziando i conflitti d’interesse in capo alla Balzano e, più recentemente, denunciando dal suo blog l’esistenza di un vero e proprio sistema consociativo e di conflitto d’interessi in capo al civico consesso presieduto dal Sindaco Giuseppe Tito. Il quale. a sua volta, è al centro di una delicata vicenda giudiziaria che lo vedrà, il prossimo 28 aprile, al cospetto del Tribunale del Riesame chiamato a esprimersi sulla reiterata richiesta di arresto da parte del PM titolare dell’inchiesta. Nella precedente interrogazione parlamentare il M5S puntava l’indice contro un’altra operazione edilizia, la realizzazione di un’autorimessa interrata su Corso Italia che vede, tra i proprietari, il numero due dell’Amministrazione metese, il vice sindaco Pasquale Cacace. L’interrogazione si conclude con la richiesta al Minsitro di valutare la rimozione del Sindaco, qualora ne sussistessero i presupposti, in merito al proprio operato nei riguardi della Balzano.
Ecco il testo dell’interrogazione
Legislatura 17ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 808 del 19/04/2017
PUGLIA, SANTANGELO, MORONESE, GIARRUSSO, SERRA, LEZZI, DONNO, PAGLINI, BLUNDO, ENDRIZZI, MORRA, NUGNES – Ai Ministri dell’interno e per la semplificazione e la pubblica amministrazione – Premesso che:
la signora Biancamaria Balzano, eletta consigliere il 26 maggio 2014 nel Comune di Meta (Napoli), riceveva con delibera di Consiglio comunale n. 13 dell’11 giugno 2014 l’incarico alla cultura, alle pari opportunità, al contenzioso e rapporti con gli enti. Successivamente, con decreto n. 3 del 29 gennaio 2016, veniva nominata assessore e le venivano conferite le stesse deleghe citate, cui si aggiunge quella ai servizi demografici;
il 12 marzo 2014, dopo un sopralluogo effettuato dal comando della Polizia municipale e dal tecnico comunale presso la sua proprietà sita a Meta, veniva contestata alla signora Balzano la realizzazione di un manufatto a struttura portante in muratura, con solai latero-cementizi (adibito a studio professionale), realizzato in assenza di permesso di costruire ed in assenza di autorizzazione paesaggistica in zona dove, in base agli strumenti urbanistici vigenti, c’è divieto d’edificazione;
a seguito del sopralluogo, l’ingegner Paola De Maio, in qualità di responsabile della 3ª area, contestava un abuso edilizio ed il sindaco dottor Paolo Trapani, emetteva l’ordinanza n. 29/2014 indirizzata a Biancamaria Balzano, avente per oggetto il ripristino dei luoghi per il manufatto di sua proprietà;
il 2 maggio 2014, con un’ulteriore ordinanza emessa dal sindaco (n. 30/2014) veniva ordinato alla Balzano, per motivi di sicurezza relativa alla staticità, lo sgombero da tale immobile abusivamente realizzato e in parte insistente su suolo di proprietà comunale identificato al catasto al foglio n. 3, particella n. 1029;
considerato che:
in occasione delle elezioni amministrative del 26 maggio 2014, la signora Balzano si candidava nella lista elettorale dell’attuale sindaco Giuseppe Tito e veniva eletta consigliere comunale a Meta ricevendo dal sindaco stesso le deleghe citate fra cui, quindi, quella al contenzioso;
in data 3 luglio 2014 è pervenuta al dirigente dell’ufficio urbanistica del Comune una richiesta di accertamento della conformità urbanistica del manufatto, oggetto delle ordinanze n. 29 e n. 30 del 2014, da parte della madre della Balzano. In realtà la signora non aveva alcun titolo per avanzare la citata richiesta poiché l’immobile era di proprietà esclusiva della figlia, la quale non si è mai opposta alle suddette ordinanze;
il 13 novembre 2014 veniva inoltrato ricorso al TAR Campania da parte della madre con cui venivano impugnate le citate ordinanze, in quanto la stessa era divenuta proprietaria dell’intero immobile, originariamente detenuto dalla figlia Balzano;
considerato inoltre che:
con delibera del Consiglio comunale n. 52 del 19 ottobre 2016 è stato approvato il piano di alienazione del patrimonio immobiliare per il triennio 2016-2018 per un totale generale di 11.426.846,13 euro e nell’elenco dei beni da vendere figura anche il suolo o corte di cui al foglio 3, particella n. 1029 del catasto, con una superficie di 817 metri quadrati, per un importo di 16.340 euro;
non risulta agli interroganti che il comando della Polizia municipale abbia redatto la relazione sull’avvenuta, o meno, ottemperanza delle ordinanze;
dall’ordinanza n. 30/2014 si evince che, nel caso di specie, un privato ha realizzato, in parte sul fondo di proprietà dell’ente comunale, un manufatto abusivo;
il sindaco Tito con decreto n. 1 del 3 gennaio 2017 revocava i provvedimenti di assegnazione deleghe agli assessori per procedere alla rimodulazione delle competenze e, conseguentemente, con decreto n. 10 del 22 febbraio 2017 delegava con effetto immediato all’assessore Biancamaria Balzano le seguenti materie: cultura, pari opportunità, comunicazione, servizi demografici, personale, sanità;
considerato infine che:
l’incompatibilità di un amministratore può insorgere anche in corso di mandato e, nel momento in cui essa viene sollevata, il Comune deve procedere d’ufficio alle verifiche del caso per dare avvio al procedimento e, eventualmente, pronunciare il decadimento dalla carica;
a parere degli interroganti la signora Balzano verserebbe in condizione di incompatibilità in quanto l’incarico ricoperto comporta, e certamente ha comportato, durante il periodo che va dall’assegnazione dell’incarico al contenzioso, ricevuto con delibera di Consiglio comunale n. 13 dell’11 giugno 2014, fino al trasferimento della titolarità dell’immobile alla madre, un conflitto di interessi con il Comune di Meta a causa delle vicende che la vedono coinvolta;
a norma dell’articolo 97 della Costituzione italiana la pubblica amministrazione deve agire secondo il principio del buon andamento e dell’imparzialità, e, a giudizio degli interroganti, l’imparzialità esprime una sorta di equidistanza fra diversi fattori quali interessi, idee, eccetera,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo intendano attivarsi con urgenza, presso le sedi di competenza, affinché venga appurato se il conflitto di interessi in capo all’assessore Biancamaria Balzano abbia pregiudicato la trasparenza dell’azione amministrativa e, in caso affermativo e qualora tale conflitto ad oggi sia ancora in essere, se non ritengano opportuno che le vengano revocate le deleghe assegnate secondo le procedure previste dalla legge;
se, ove accertato un pregiudizio per l’attività amministrativa, non sussistano i presupposti per l’attivazione dei soggetti istituzionalmente competenti nei casi di fatti rilevanti penalmente e fatti che hanno inciso sulla corretta gestione delle pubbliche risorse;
se, con riferimento al dovere di imparzialità, non ritengano, nell’ambito delle rispettive competenze, di applicare l’istituto della rimozione a norma dell’articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000, una volta verificato che l’operato dell’assessore Biancamaria Balzano sia in contrasto con i dettami di cui all’articolo 97 della Costituzione italiana ovvero, in riferimento al principio di tutela dell’unità dell’ordinamento, il suo operato comporti gravi e persistenti violazioni di legge;
se non ritengano, nei limiti delle proprie attribuzioni, di verificare la responsabilità anche del sindaco, che ha dato incarico al contenzioso alla Balzano fin dall’11 giugno 2014, e quindi applicare altresì a quest’ultimo, ove ne sussistano i presupposti, l’istituto della rimozione a norma dell’articolo 142.
(4-07373)