Campania,  Meta

Meta, Tito non si iscrive al PD mentre il PM chiede al tribunale del riesame di arrestarlo

Stampa
Giuseppe Tito
Giuseppe Tito

META – Ieri sera a mezzanotte si sono formalmente concluse le operazioni di tesseramento al PD in tutt’Italia e allo scoccare dell’ora fatidica il PD metese non ha registrato l’adesione del sindaco Giuseppe Tito, storico esponente del partito al centro di una bufera giudiziaria che non accenna a placarsi. Tutt’altro! Come riferisce Salvatore Dare sul quotidiano Metropolis oggi in edicola il PM Silvio Pavia ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere l’arresto del Sindaco che, in fase di conclusione d’indagine, è stato respinto dal Gip. Secondo il PM Tito nel pieno dei poteri, insieme al comandante dei VV.UU. Rocco Borrelli e agli altri indagati nel procedimento giudiziario, rappresenta un pericolo per la gestione del Comune giudicato interamente asservito ai voleri del primo cittadino.

Una situazione oggettivamente sconcertante sotto diversi aspetti perchè dalla notifica di conclusione delle indagini il Sindaco ha continuato a fare liberamente il proprio lavoro, ad amministrare e a decidere come se nulla fosse accaduto mentre in vicende anche molto meno significative di questa sono stati adottati provvedimenti restrittivi: dagli arresti domiciliari all’obbligo di firma e al divieto di dimora. In questa storia, dove pure i reatri contestati sono molteplici e gravi, sembra che ognuno sia stato lasciato libero di continuare a fare quello che ha fatto e ciò potrebbe pregiudicare l’inchiesta. Il Riesame stabilirà l’accoglienza o meno del ricorso del PM, nel frattempo l’inchiesta e le contestazioni formulate a carico degli indagati continuano a essere oggetto di discussioni nel Paese dove tutti rifuggono dall’esperimersi sulla vicenda che, stando a chi ha letto il corposo fascicolo giudiziario, delinea un contesto fortemente compromesso!

A prescindere dalle contestiazioni formali, si discute anche di altre vicende, più o meno recenti, che a detta di molti meriterebbero di essere passate ai raggi x e che riguarderebbero anche il settore edilizio, non fosse altro che per il fatto di essere state oggetto anche di una vivace dialettica amministrativa con l’ex assessore Susanna Barba che proprio per i contrasti con Tito e con il resto della sua squadra da oltre un anno è uscita dalla maggioranza dopo che il Sindaco le revocò la delega assessoriale. E’ convinzione diffusa che, a prescindere dall’esito giudiziario dell’inchiesta, niente potrà più essere come prima al Comune di Meta per cui l’unica soluzione sarebbe quella di un commissariamento prefettizio per una bonifica generale e quindi nuove elezioni che, a questo punto, si potrebbero svolgere nella primavera 2018, in abbinamento con le elezioni politiche cui lo stesso Tito guardava come a un traguardo per spiccare il salto nella politica nazionale. A smuovere le acque potrebbe però intervenire anche l’annunciata presentazione di un’interrogazione parlamentare sul caso-Meta da parte del Movimento 5 Stelle. Sul fronte dell’Opposizione non si sono registrate iniziative formali, come per esempio la richiesta di un’autosospensione del Sindaco in attesa degli sviluppi giudiziari. “Dobbiamo guardare oltre gli attuali attori della scena politica-amministrativa metese – è stato il commento di un ex amministratore perchè in questi anni la situazione si è oggettivamente compromessa senza che nessuno si sia realmente opposto a un certo modo di concepire e di gestire il Comune“.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*