Diario Politico©Raffaele Lauro,  Meta

Rimpasto a Meta, ma le lacrime bloccano il Sindaco Tito

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Giuseppe Tito foto©ViC
Giuseppe Tito foto©ViC

Forse Giuseppe Tito, sindaco di Meta e consigliere metropolitano oltre che leader del Pd nella Penisola Sorrentina, neanche si è reso perfettamente conto del significato e delle implicazioni delle sue dichiarazioni alla stampa quando ha apostrofato l’arch. Antonella Viggiano, sua avversaria alle elezioni amministrative ed esponente dell’opposizione, come la sola esperta di urbanistica a Meta fino ad auspicarne la disponibilità a entrare nella sua Giunta. Invito declinato che ha messo a nudo Tito determinando un nuovo caso: l’esigenza di rimuovere l’assessore Massimo Starita, delegato all’Urbanistica e ai LL.PP. Anzi, a volerla dire tutto, un minuto dopo aver letto le parole del Sindaco, Starita avrebbe dovuto rassegnare immediatamente le dimissioni dalla carica (e forse questo è stato l’intento di Tito che avrà mille difetti, ma certamente non è uno sprovveduto politicamente parlando) per la sfiducia espressagli pubblicamente dal Sindaco che ne ha liquidato la credibilità senza concedergli prova d’appello.

L’intento di Tito era evidentemente quello di liberarsi di Starita per riformulare, senza troppi problemi, la composizione di una Giunta che, a questo punto, davvero gli va stretta al primo cittadino alla ricerca di un impulso nuovo in grado di rilanciare l’attività dell’Amministrazione giunta a metà mandato mentre già si affilano le armi in vista della futura campagna elettorale. L’invito declinato della Viggiano, ineccepibile sul piano politico, ha però messo a nudo Tito nella municipalità e rispetto al Paese, perchè oggi non solo deve dimostrarsi capace di cambiare l’esecutivo, ma anche di individuare una soluzione alternativa credibile per la gestione di questo settore strategico per qualunque pubblica amministrazione. Invece rumors dal Palazzo riferiscono di un Tito scopertosi inibito nel suo decisionismo per l’indisponibilità dei suoi Assessori a farsi da parte, accettando così la bocciatura, smuovendo le acque di quello che, altrimenti, Tito teme possa trasformarsi in una palude stracolma di agguati.

Con le lacrime agli occhi l’hanno implorato di soprassedere a qualunque rimozione perchè c’è chi tiene famiglia…. Se l’intento del Sindaco era quello di proporre Starita alla presidenza del consiglio per riportare nell’esecutivo Michele Castellano, ora non solo dovrà accontentarsi di lasciare le cose come stanno, ma non potrà toccare nessuna delle due Assessore per nulla intenzioante a farsi da parte e che glielo hanno detto chiaro e tondo. La prima dovrebbe essere Biancamaria Balzano, da mesi sulla graticola per la questione del conflitto di interessi denunciato in tutte le sedi alla stregua di uno dei grandi scandali dell’Amministrazione. Se un errore titolo poteva risparmiarselo quello era di non estromettere dalla Giunta Susanna Barna, sostituita dalla Balzano ritrovatasi a sua volta nel mirino della Barba. Non solo, ma anche dell’ex consigliere Lauro Gargiulo che ha pubblicato su Facebook una serie di “affondi” preoccupanti all’indirizzo dell’Amministrazione. Intanto sembrano prossime a venire al pettine altre questioni sollevate dall’opposizione della Barba, a sua volta sempre più intenzionata a dar del filo da torcere al Sindaco e al suo entourage, mentre anche in casa PD (il partito di Tito) le acque sono agitate, mentre si sta svolgendo la campagna per il tesseramento 2017 in vista del congresso provinciale che disegnerà i nuovi rapporti di forza interni.

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