Pini potati alla Scuola “Tasso”, la lezione del WWF per tutelare gli alberi
“I pini sono alberi complessi caratterizzati da una particolare architettura arborea che crea delle strutture rigide capaci di resistere perfettamente ai venti. I nostri pini mediterranei e principalmente il pino domestico (Pinus pinea) e il pino d’aleppo (Pinus halepensis) sono degli autentici capolavori di resistenza e resilienza, progettati da madre natura per vivere in condizioni estreme lungo i nostri litorali. I pini giocano col vento, non lo subiscono.
Il Pinus pinea ha una chioma a ombrello totalmente rigida in cui tutti i rami si bilanciano tra loro e basta vedere da vicino una di queste strutture per capire che al contatto con il vento nulla si muove. La chioma, anzi, sembra quasi sospesa nel cielo come un grosso disco volante riuscendo a smorzare completamente la forza del vento e abbattere tutta l’energia che può incidere sulle radici. Il gioco sta nell’intreccio tra le ramificazioni e i possenti palchi che sono indispensabili per il consolidamento dell’architettura arborea.
Nel Pinus halepensis il discorso è decisamente più articolato perchè l’albero si muove sinuosamente a contatto con il vento, prendendo forme bizzarre e artistiche, tortuose e scultoree che lo rendono vero rappresentante delle scogliere rocciose e brulle. La chioma del pino d’aleppo è formata dai cosiddetti “globi di fronda” che lo rendono simile a una nuvola, da qui l’aspetto originalissimo di questo albero. Questi globi di fronda, tutte strutture rigide, formano una cortina frangivento sin da terra dove ogni cosa è al suo posto come in un perfetto ingranaggio che permette l’equilibrio tra tronchi. Queste affascinanti caratteristiche hanno un unico scopo: dissipare tutta l’energia possibile che può incidere sull’apparato radicale.
Nelle città la gestione dei pini domestici si fa problematica per via della cementificazione che tende a reprimere la crescita lussureggiante e l’architettura di questi straordinari alberi. Il primo errore che viene fatto nella potatura dei pini è la cosiddetta “cimatura” che è un’azione fortemente sconsigliata. Essendo la chioma del pino una struttura chiusa, compatta e caratterizzata da rigidità per resistere ai forti venti, l’intervento di cimatura interrompe per sempre questo perfetto meccanismo mettendo in crisi l’albero. Le chiome aperte e fortemente diradate del pino domestico creano rotture di branche considerevoli, schianti o addirittura la morte dell’albero. Stessa cosa nel pino d’aleppo , che spesso viene potato a scopazzo con un ciuffo verde nella parte alta e quindi diventando preda dell’effetto vela e quindi pericoloso.
La potatura dei pini, quindi, andrebbe affidata esclusivamente a arboricoltori specializzati nella cura di questi alberi. Non basta essere solo arboricoltori, nel caso del pino bisogna seguire corsi di specializzazioni, workshop, conferenze, seminari ecc. E’ una potatura che non si improvvisa.”
Nel caso dei Pini della Scuola Media T. Tasso di Sorrento, sebbene sia stato scelto il periodo idoneo per effettuare la potatura (autunno-inverno quando l’albero è in riposo vegetativo) tuttavia invece di limitarsi tale intervento alla spignatura e all’eliminazione del secco o di rami spezzati, rispettando sempre la compattezza della chioma e la sua naturale architettura, si è provveduto ad un intervento massiccio di eliminazione di oltre il 50% della chioma con rischi di ripercussioni future sull’apparato radicale della pianta e sulla sua stessa vitalità e stabilità. Inoltre eliminando tutti i rami più bassi si è impalcata la pianta “verso l’alto”, ovvero si è aumentato di molto la distanza della leva dalla chioma al colletto radicale. In sintesi il drastico intervento effettuato ha prodotto alberi molto più alti, senza tenere in considerazione i rischi legati ad una maggiore oscillazione delle piante (causata anche dall’eccessivo diradamento della chioma) e all’aumento della stessa forza di gravità di caduta degli strobili che, anzicchè “staccarsi” dai rami a 4m, ora precipiteranno da almeno il doppio di altezza!!!
Insomma i pini oltre che più brutti sono ora anche più “pericolosi”!!!
In un vasto parcheggio di cemento e asfalto, dove non vi sono problemi di “panorami occultati” e/o di “ombra” in eccesso, intervenire in modo così drastico sugli unici alberi che impreziosiscono la grigia area esterna del plesso scolastico appare un’operazione poco razionale e assolutamente biasimabile.
Sarebbe interessante ascoltare le “motivazioni” degli esperti del ramo che continuano ad effettuare con periodicità interventi devastanti ai danni del verde della Scuola T. Tasso di Sorrento … quello stesso “verde” che i volontari del WWF, da circa 14 anni, cercano di curare e salvaguardare, coinvolgendo gli alunni della scuola … nonostante il tenace accanimento dell’amministrazione comunale che, per ben 3 anni consecutivi, ha letteralmente raso al suolo le centinaia di piante messe a dimora dai ragazzi per potenziare e abbellire le aree esterne della loro scuola!!!