Sorrento

Sorrento, la terra degli alberi cadenti! Il WWF chiede lumi sulle decisioni dell’agronoma Guarracino

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Ficus crollatoNella tarda mattina di oggi, verso le 13.30, in Piazza Lauro è avvenuto un altro crollo di albero che, ancora una volta per miracolo, non ha provocati danni alle persone. Ad assistere in diretta al crollo è stato Sebastiano Terminiello che per primo ha immortalato la pianta di ficus e dato l’allarme. Appena martedì scorso era crollata una palma, sempre a Piazza Lauro, che ha investito alcuni motorini. Anche qui coincidenza ha voluto che, all’ora della movida, nessuno rimanesse investito dalla pianta. Il WWF Terre del Tirreno ha diffuso un comunicato che evidenzia una strana contraddizione: “…stavolta è lo stesso agronomo Linda Guarracino che, per conto dell’Amministrazione, in una nota del 9 maggio 2016 segnala un problema ad un esemplare di ficus tale da indurre il Dirigente del III Dipartimento Ing. Alfonso Donadio a chiederne (in data 20 giugno) il taglio a raso con estrema urgenza … Salvo poi, all’atto degli interventi nella Piazza, eliminare tutte le piante della lista, ma non l’albero di ficus che, a distanza di poco tempo è crollato” evidenzia Claudio d’ Esposito.  A questo punto è lecito chiedersi che cosa aspetta l’Autorità Giudiziaria ad aprire un’inchiesta su quanto sta accadendo in Città ormai da qualche anno a questa parte? Forse che ci scappi il morto?

LA NOTA DEL WWF

lettera comuneNel settore del verde pubblico negli ultimi anni si va avanti a tentativi ed errori, con un ingente stillicidio di risorse economiche necessarie per l’assoldamento di periti e tecnici che sfornano condanne a morte e perizie agronomiche il più delle volte approssimative o superficiali e, spesso, in contrasto tra loro. A Sorrento sono caduti, negli ultimi anni tanti, troppi alber, ed altrettanti ne sono stati abbattuti nell’ottica della somma urgenza per millantati pericoli, avvallati e documentati da superficiali e discutibili perizie spesso di sole poche righe. La realtà è che si è persa la capacità di collegare le cause agli effetti e di saper pianificare e affrontare in modo razionale, scientifico e disinteressato la materia.

In alcuni casi è sufficiente una qualsiasi non meglio precisata segnalazione di un anonimo per far abbattere con urgenza gli alberi (un robusto Tiglio posto in via Caruso di fronte l’Hotel Plaza fu ritenuto all’improvviso “pericoloso” per una segnalazione di un …anonimo … lo stesso anonimo che si accorse che il Pino della Villa Comunale era inclinato (ndr. almeno dall’inizio del ‘900!!!) Ma stavolta sulla necessità di abbattere quel ficus si era espresso lo stesso agronomo comunale.

E’ ancora vivo il ricordo della grossa Aloe schiantatasi all’improvviso col suo tronco scultoreo nell’aiuola all’ingresso di Piazza Lauro nell’ottobre del 2013. Col senno del poi fu possibile accertare che la pianta crollata manifestava segni evidenti di marcescenza alle radici e all’interno del tronco e aveva perso ogni capacità di ancoraggio al suolo. Ma come è potuto accadere? L’Aloe barberae era una pianta originaria delle regioni orientali del Sud Africa, il suo habitat sono le foreste subtropicali costiere e le valli secche e cresce in terreni drenati e su pendi soleggiati. Il clima caldo umido e piovoso di Sorrento aveva favorito la sua crescita, ma l’allocazione del prato alla base e dell’impianto d’irrigazione per un continuo apporto irriguo, senza considerare i danni alle radici dell’aloe al momento della lavorazione del terreno con la motozappa, ha creato i presupposti negli anni per l’insorgere del marciume radicale.

Somma urgenza” e “ad horas” sembrano essere le parole chiavi dell’Amministrazione sorrentina che si è trovata all’improvviso a fronteggiare una situazione difficile, in una città dove gli alberi sembrano crollare senza apparente motivo. Per risolvere il problema, negli anni passati, si misero immediatamente in azione le motoseghe ovunque e in ogni strada. Anche in questo caso la medicina rischia di essere peggiore del male. Nonostante le rassicurazioni degli agronomi, accorsi come le api sul miele a decretare gli interventi da farsi in somma urgenza, gli alberi a Sorrento ancora cadono.

Cadono perché talvolta ci si è affidati più a commercianti di piante che a giardinieri esperti, cadono perché si è intervenuti con assurde potature, cadono perché vengono trascurati, sabotati, fatti ammalare. Dopo il crollo del ramo della Fitolacca in Piazza Lauro, in cui un’errata potatura aveva causato una grave marcescenza all’interno del legno, cosa si è pensato di fare? Di effettuare tagli e ferite anche su tutti gli altri alberi, non solo dove ce ne era bisogno, andando a creare le condizioni in futuro per farli ammalare e renderli pericolosi? Tanto chi avrà la capacità, fra 5 o 10 anni, di collegare le cause agli effetti?
Ora che tutti guardano con sollievo e soddisfazione alla “fitolacca rinata” nessuno però si pone il problema della stabilità strutturale di quei folti rami affastellati nati per reazione di sopravvivenza della pianta, su di una vasta ferita da taglio delle branche primarie.
Il comune di Sorrento ha speso negli anni decine di migliaia di euro dei contribuenti in perizie utili solo a dimostrare la paventata pericolosità di “taluni” alberi… magari perché semplicemente alzavano i marciapiedi o “toglievano aria (?) e il panorama” a qualcuno. I risultati sono che gli alberi ritenuti pericolosi non sono caduti ma ci sono stati crolli di altri alberi.

Il lato positivo di questo “sbriciolamento arboreo” è che, rispetto a pali della luce, gru, ponteggi, cornicioni, intonaci, strade, muri e quant’altro, gli alberi crollati sembrerebbero, nonostante la dendrofobia crescente, almeno ad oggi, non aver fatto ancora vittime in Penisola Sorrentina. E nonostante tutto e tutti, tra perizie varie e approcci amorevoli o intolleranti nei loro confronti, continuano a regalarci l’ossigeno per farci restare in vita.

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