Oggi giornata di lutto nazionale per le vittime del sisma…ma a Meta è scontro nel PD
Un sabato di lutto nazionale proclamato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi per ricordare le quasi 300 vittime del sisma che ha colpito il centro-Italia. I Comuni hanno esposto perciò le bandiere e mezz’asta, mentre all’iniziativa e alla sensibilità di ciascuno è stata demandata la decisione di assumere altre iniziative o di sospendere manifestazioni che, soprattutto in questo periodo dell’anno, si succedono ovunque a ritmo incalzante. Dal primo giorno si sono sviluppate sui social polemiche sulle modalità di partecipazione al dolore delle popolazioni terremotate e abbiamo assisitito a una pluralità di idee, critiche, proposte che, lasciando perdere quelle evidentemente strumentali, hanno evidenziato un forte coinvolgimento emotivo del Paese intero su quest’ennesima tragedia provocata dalla natura le cui ferite, in termini di perdite di vite umane e di danni al territorio e alle realtà urbane, non si rimargineranno sicuramente molto presto.
Anzi, se guardiamo ai tanti precedenti eventi sismici, il rischio è che la gente aspetti invano il ritorno a una normalità che in effetti non potrà mai più essere la stessa! Sono state organizzate raccolte di beni di prima necessità grazie uno straordinario movimento che, in poche ore, si è spontaneamente animato nelle piazze della Costiera, come nel resto d’Italia, dovendo però presto rivelarsi un problema in termini di gestione sui luoghi terremotati al punto che la Protezione Civile ha invitato a sospendere la raccolta e soprattutto a non inviare nulla che non venisse esplicitamente richiesto. Ciò non toglie nulla alla bontà delle iniziative intraprese e qualora questi beni non dovessero essere a breve richiesti per le zone terremotate, potranno essere consegnati alle tante organizzazioni umanitarie e di pronta assistenza, tipo la Caritas, per alleviare altre pene e altri dolori di tanta gente, immigrati inclusi, che spesso non dispone di materia prima essenziale per vivere con dignità la propria esistenza. Serviranno invece risorse finanziarie per la ricostruzione: anche qui, oltre all’immediato e spontaneo contributo erogato con SMS (45500), potranno essere stanziate risorse pubbliche e private per affrettare la ricostruzione e il ritorno a una normalità in quei territori.
Anche su questo si sono registrate polemiche e critiche, ma anche proposte, com’è giusto che avvenga in queste circostanze essendo tutti legittimati a far sentire la propria voce e lasciando poi a chi di dovere il compito di dare attuazione a idee, suggerimenti e a quanto altro rientra nella sfera delle libere decisioni. Non possiamo non evidenziare la violenta polemica politica che si è registrata a Meta tra il segretario del PD Paolo Trapani e il sindaco, anch’egli del PD, Giuseppe Tito, rimbalzata sulla stampa e rilanciata sui social. Trapani aveva pubblicato sul proprio profilo FB poche righe per suggerire di destinare i 100mila euro impegnati dalla Giunta del sindaco Tito per le luminarie di Natale ai terremotati. Una proposta che ha suscitato una reazione assolutamente sproporzionata da parte del primo cittadino che, sul settimanale Agorà in edicola da oggi, ha duramente accusato il Segretario del suo partito di strumentalizzare la situazione per esigenze di visibilità.
Va detto che anche la consigliera di opposizione Antonella Viggiano si è detta d’accordo con Trapani e un tacito assenso alla proposta è venuto anche dalla consigliera Susanna Barba che ha apposto un like sotto il post di Trapani. Perchè allora Tito ha reagito tanto violentemente a un’idea che, come qualunque altra, ha diritto di cittadinanza almeno nel dibattito politico cittadino? Se lo chiedono in parecchi visto che la proposta di Trapani ha riscosso numerosi consensi. L’ex sindaco e attuale segretario cittadino PD non ha voluto per il momento commentare l’accaduto per riservarsi di farlo prossimamente “…perchè davvero sono stupito dalla reazione del Sindaco visto che io non ho alcun potere di intervento sul piano amministrativo per fargli cambiare la delibera sulle luminarie, mentre mi sono fatto interprete di un comune sentire che ho rilevato nella cittadinanza ed ho espresso un semplice pensiero!“.
Che a Meta il clima politico sia teso, molto teso, è un dato di fatto, ma è evidente che su queste storie non si può e non si deve trasformare un civile confronto di idee in uno scontro politico cruento. La gente non capirebbe, tanto più trattandosi di denaro pubblico di cui, in un modo o nell’altro, gli Amministratori sono tenuti a dare conto. Per quanto concerne le polemiche sulle mancata sospensione di alcuni spettacoli in questi giorni in altre realtà della Penisola Sorrentina, anche qui va sottolineato che spesso non è l’Ente locale che può imporre una volontà a organizzatori di iniziative che, in certi casi, non possono slittare per ovvie ragioni tecniche. L’importante, anche in queste circostanze, è contenere l’evento nell’ambito di un contesto che non risulti stridente con il lutto nazionale, ritrovando così tutti un po’ di quella serenità e civiltà di rapporti di cui qualunque comunità, a prescindere dal sisma, ha bisogno per considerarsi matura e responsabile!