Schiume a mare…Ad agosto 2014 il WWF presentava un documentato esposto alla Procura di Torre Annunziata
Schiume a mare o schiume di mare a luglio 2016: tutti a denunciare, tutti a lamentarsi, tutti a fare i sapientoni. Nell’agosto del 2014 non c’era la Grande Onda, ma sul campo qualcuno non solo documentava dettagliatamente la crisi del mare, ma si rivolgeva alle autorità competenti affinchè accertassero le responsabilità. Da allora sono passati due anni, il problema si è semplicemente aggravato e qualcuno, evidentemente, non ha fatto il proprio dovere mentre tutti si riempiono la bocca di inquinamento, di fogne, di quanto altro è più o meno riconducibile alle problematiche connesse all’inquinamento del mare. Il WWF della Penisola Sorrentina (oggi WWF Terre del Tirreno) inoltrava alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata e alla Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia una documentata denuncia sulle schiume bianche con particolare riferimento all’area marina di Massa Lubrense e alla fascia costiera. Che cosa è stato fatto, da allora, è legittimo chiederselo visto che il problema non si è risolto, anzi si è aggravato e con esso lo stato di salute del mare.
La catastrofe dell’estate 2015 dovuta ai temporali di agosto con gli overflow che trasformarono il mare del golfo di Sorrento in una vera e propria cloaca rimbalzando sui media di tutto il mondo ha riacceso l’attenzione sul problema scuotendo coscienze sopite o in gran parte indifferenti rispetto a un problema la cui soluzione non solo è complessa e articolata, ma richiede l’individuazione di competenze e responsabilità per trovare una soluzione adeguata. Così a finire sott’accusa spesso non sono i veri responsabili di questo inquinamento e lo stesso annuncio dell’imminente entrata in funzione del Depuratore di Punta Gradelle sembra più funzionale a “calmierare” l’ambiente che a dare risposte concrete a quella che non è più un’emergenza, ma un fattore di cronica criticità provocata dall’inquinamento ambientale.
Qui non stiamo parlando di inquinamento da colibatteri fecali sui quali l’Arpac effettua i rilievi, ma degli inquinanti chimici provocati da tensioattivi e da altri veleni che finiscono nel nostro mare spesso in quantità industriali con l’effetto di trasformare la composizione dell’acqua del mare complici anche il caldo africano e gli effetti provocati dallo sviluppo di alghe verdi che inevitabilmente proliferano a conferma del “….processo di eutrofizzazione determinato da un eccesso di nutritivi, nitrati e fosfati contenuti nei detergenti e negli scarichi fognari” come denuncia il WWF.
Se si prescinde da tutto ciò questa “lotta per salute del mare” sembra essere sempre e soltanto all’inizio, mentre è antica assai e soprattutto documentata, il che dovrebbe far propendere verso una soluzione. Invece restiamo all’anno zero, chi inquina continua a farlo e allorquando si registra un approccio nuovo e corretto al problema della ricerca delle cause dell’inquinamento, come per esempio è avvenuto a Piano di Sorrento per iniziativa del nuovo sindaco Vincenzo Iaccarino, si levano anche insospettate voci di dissenso che, consapevolmente o meno, fanno il gioco degli inquinatori piuttosto che quello dei cavalieri senza paura decisi ad affrontare un mostro con troppe teste che da un lato le nasconde, dall’altro le esibisce per intimidire allo scopo di non guastare i giochi e i business ad essi legati.