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Quelle verità un po’ scomode sulle politiche per la difesa del mare in Costiera

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onda cuomoNon ce ne vogliano Laura Cuomo e Raffaele Attardi, ma visto che nessuno chiama le cose per nome e cognome, è necessario che qualcuno si sacrifichi in nome della verità pur sapendo di ferire suscettibilità che mal sopportano la critica.
Partiamo allora da due post pubblicati dalla madrina del profilo facebook de “La Grande Onda” e che svelano due verità su cui a lungo si è discettato e che, vista l’autorevolezza della fonte, a questo punto non possono essere più sottaciute e soprattutto rappresentate alle istituzioni: in primis quella regionale, che ha scelto la G.O. come interlocutore privilegiato nel dibatitto sulla lotta all’inquinamento marino in Costiera. Laura Cuomo il 17 luglio 2016 dalla Croazia informa il popolo di FB che la Grande Onda non è un movimento né ha una propria identità associativa. Onda1

Ciò a dispetto di quanto era sin qui apparso o era stato fatto credere tanto da convincere il pur scaltro governatore campano Vincenzo De Luca e il suo braccio destro Fulvio Bonavitacola a interloquire con i rappresentanti della G.O. come si trattasse di un Movimento di massa di fatto autonominatosi interlocutore privilegiato, se non esclusivo, di livello istituzionale.
Alla fine la G.O. altro non è che quello che abbiamo sempre creduto che fosse ed è: uno dei tanti gruppi che nascono su FB cui si aggregano spontaneamente persone interessate al tema, ma per la maggior parte si tratta di una costruzione artificiale addomesticata con finalità varie, ma del tutto priva di effettiva rappresentatività sociale. A meno che non si convenga di erigere al rango di rappresentanti ufficiali ed istituzionali un qualsiasi promotore di un qualsivoglia gruppo FB!

la grande ondaLa conferma di tutto ciò, del resto, ci viene sempre dalla Cuomo, alla quale però riconosciamo almeno l’onestà intellettuale (o l’ingenuità) di non negare l’evidenza. Cioè, al primo appello per riunire le 8mila e passa gocce tanto care all’ex sindaco di Sorrento Raffaele Attardi per un confronto pubblico sul tema dell’inquinamento marino secondo le varie sfaccettature del problema, si è presentata una sola goccia che, insieme a quello che viene chiamato direttivo della G.O. hanno fatto in tutto 4 gocce 4!
A questo punto perlomeno è chiaro che la G.O. è il frutto di un’operazione studiata a tavolino da Cuomo&Attardi che attraverso questa intuizione si sono arrogati il diritto di interloquire con le istituzioni e di suggerire strategie o proporre soluzioni che sono frutto soltanto del loro pur rispettabilissimo pensiero, ma che assolutamente non può essere considerato rappresentativo di un Movimento o di un’Associazione sicuramente più meritevole di considerazione per identità, storia e rappresentatività.

Mare Penisola Sorrentina
Mare Penisola Sorrentina

Lo ripetiamo: ciò non toglie che la campagna a tutela della salute del mare sia nobile e giusta, ma quando dagli annunci si passa alle proposte e alla rivendicazioni di paternità varie, diventa naturale, anzi necessario, fare chiarezza e contestualizzare il tutto. Veniamo allora al tema della salvaguardia del mare e della lotta agli inquinamenti che ne hanno provocato il malessere, anzi la malattia divenuta nel frattempo cronica e soprattutto priva di rimedi efficaci per invertire nel breve periodo la sempre più minacciosa tendenza all’aggravamento del malato, cioè del mare costiero.
I protagonisti di questa partita sono tanti e di livello che neanche si osa immaginare. Le nostri fonti ce lo confermano e anche l’investigazione giornalistica sotto molteplici punti di vista.

Parliamo della politica, parliamo della Gori e di Acea, parliamo del depuratore, parliamo dei Sindaci e degli Amministratori locali, parliamo delle imprese e dei laboratori che operano nel campo della depurazione e dello smaltimento dei rifiuti, parliamo del sistema affaristico-criminale che tira le fila di un gioco che è molto più grande di tutti noi che, nonostante tutto, continuiamo spesso a parlare senza avere una reale cognizione della situazione. E ancora parliamo delle diverse Autorità di vigilanza che controllano o dovrebbero farlo, degli inquirenti che dovrebbero istruire processi e dei giudici che dovrebbero giudicare, dei giornalisti che dovrebbero raccontare la verità e osar commentare per aiutare a capire, per svelare verità scomode assai e anche pericolose!
Se si acquisisse soltanto questa consapevolezza tutti i ragionamenti e i discorsi sull’argomento diventerebbero più seri, più coerenti, più veritieri e quindi più convincenti.

depuratore manif 005Il depuratore di Punta Gradelle, che apprendiamo essere ormai prossimo all’entrata in funzione dopo quaranta e passa di anni impiegati per costruirlo, è una di quelle opere secolari su cui ha lucrato il sistema della cosiddetta “prima repubblica” originando un mostro che, invece di risolvere il problema dell’inquinamento marino, rischia di trasformarsi a sua volta in una minaccia per i già precari equilibri ecoambientali marini e i riflessi che ne derivano sulla sicurezza pubblica e per la tutela della nostra salute. Attorno all’ultimo chilometro del depuratore di Gradelle (teniamo presente che fino a oggi sono stati ininterrottamente sversati in mare, senza alcun trattamento, i liquami di tutta l’area provenienti da tutta la Penisola Sorrentina, ma non solo) si sta giocando l’ennesima partita di interessi incrociati che probabilmente riusciranno a soddisfare soltanto sé stessi piuttosto che l’emergenza depurativa di un territorio stuprato in terra come in mare senza che nessuno abbia realmente mosso un dito per frenare lo scempio, la speculazione, la contaminazione generalizzata di terreni e acque.

Da Sx: De Pasquale, Parlato e Iaccarino
Da dx: L. De Pasquale, L. Parlato e V. Iaccarino

L’immersione del Sindaco di Piano di Sorrento, Vincenzo Iaccarino, nel Vallone Lavinola può segnare un primo passo in evidente controtendenza rispetto al più comodo adeguamento al carrozzone del sistema. Senza toccare con mano e senza vedere con gli occhi, infatti, quali sono le condizioni in cui versano i Valloni peninsulari non si potranno mai condividere consapevolmente l’allarme e le preoccupazioni per le conseguenze connesse alla sistematica e subdola violazione delle leggi, ma soprattutto delle regole del vivere civile che hanno portato alla grave situazione attuale. Allora si metta un punto fermo: senza il risanamento e la bonifica del valloni di Lavinola e San Giuseppe non possiamo parlare di reale politica di salvaguardia ambientale e marina. Inoltre si corrono seri rischi sul piano dell’assetto idrogeologico del territorio a causa delle tante e gigantesche ostruzioni che impediscono alle acque pluviali di fluire naturalmente e quindi in direzione dello sbocco a mare.

Vallone San Giuseppe
Vallone San Giuseppe

Nel Vallone San Giuseppe addirittura le acque pluviali scompaiono disperdendosi sotto terra, forse non riuscendo neanche a raggiungere la condotta per incanalarsi e sfociare nel mare, disperdendosi invece e pericolosamente nei meandri sotterranei come ha direttamente rilevato Luigi De Pasquale nella sua esplorazione sul versante superiore del vallone di San Giuseppe.

Le battaglie civili e mediatiche per la tutela del territorio e del mare sono antiche e lo testimoniano le cronache. In particolare quando circa tre anni fa iniziammo ad approfondire l’argomento con articoli, servizi e reportage realizzati dai pochi impavidi che osavano sfidare il sistema, neanche immaginavamo di entrare in un campo minato dove si muovono interessi che non guardano in faccia a niente e a nessuno pur di essere soddisfatti.

Ora si tratta perciò di abbandonare la retorica e di ridimensionare quelle presunzioni che non hanno ragion d’esistere, tanto più perché consumate alla consolle di un computer senza alcun riferimento a quella realtà che pochi hanno veramente interesse a conoscere! Tanto e solo per ripristinare la verità e scongiurare che in nome della tutela del mare possano crearsi le condizioni utili a incentivare nuovi business da parte di chi, in ultima analisi, del mare e del territorio non se ne frega assolutamente nulla. Anzi!

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