Piano alle urne, perche scelgo Vincenzo Iaccarino sindaco…anche se non voto a Piano
di Vincenzo Califano
I lettori di questo blog, che lo seguono ormai dal 2009 quando lo fondai per disporre di uno spazio indipendente dove annotare le vicende della politica italiana con particolare riferimento a quelle del territorio peninsulare sorrentino, sanno bene che ad ogni appuntamento elettorale non ho mai rinunciato a esprimere la mia opinione e la mia scelta di voto anche se, come in questo caso, non sono elettore a Piano di Sorrento. Questo per una ragione molto semplice: perchè chi mi legge, online o sulla carta stampata, in ossequio alle regole della deontologia professionale, ha il diritto di conoscere le scelte elettorali di chi fa il nostro mestiere. E’ questione di trasparenza comunicativa, anche se la stragrande maggioranza dei colleghi si guarda bene dal fare la stessa cosa.
L’ho fatto per il referendum costituzionale, per il quale sono chiaramente schierato in favore del NO contro la “riforma” della carta Costituzionale targata Renzi-Boschi-Verdini e lo faccio oggi per le elezioni amministrative a Piano di Sorrento, il mio Paese, dove dieci anni dopo Giovanni Ruggiero sono in tre a contendersi la fascia tricolore: Vincenzo Iaccarino (Piano nel Cuore), Raffaele Esposito (Podemos) e Salvatore Mare (Movimento 5 Stelle).
Lo spiego subito perchè, tra tutti e tre se votassi a Piano e senza togliere stima agli altri, preferisco Vincenzo Iaccarino. Il Dottore è giunto alla sua terza elezione, ha alle spalle dieci anni di esperienza amministrativa che non sono pochi, ma neanche molti. Durante questi anni ha dimostrato, per il periodo che gliene è stata offerta l’occasione, di saper essere un ottimo assessore e di saper perseguire con lucidità e determinazione gli obiettivi condivisi col resto della maggioranza e quelli personali, di saper difendere le proprie ragioni su argomenti di pubblico interesse (per tutti valga la gestione di Villa Fondi) non temendo di perdere e/o di dover rinunciare alla poltrona di assessore allorquando lo scontro tra lui e il Sindaco Ruggiero, con l’avallo più o meno esplicito degli altri colleghi, è giunto al punto di estrometterlo dalla Giunta.
In fondo, e lo si era capito nella campagna elettorale di cinque anni fa, quella di Iaccarino era considerata dai più che oggi sono assenti nella competizione elettorale una presenza ingombrante, pregiudizievole per le proprie ambizioni di carriera politica. Tant’è che esse sono tutte abortite naufragando in un mare di ingordigia e di presunzione che ha privato tuttii di lucidità e di senso civico e politico al punto da renderli assolutamente incapaci di scegliere uno fra di loro che indossasse la casacca di candidato sindaco (i tentativi di coinvolgere un esterno sono anch’essi tutti abortiti a conferma di un distacco dal Paese reale che non può essere trascurato) per presentarsi alle elezioni in nome della maggioranza uscente e competere nelle urne contro Iaccarino che, da circa due anni e mezzo, aveva scelto e annunciato di volersi candidare sindaco nel 2016 contro il successore di Ruggiero e aveva dato vita a un Movimento insieme alla collega Anna Iaccarino, promettente novità della politica carottese, ma alla sua prima esperienza consiliare.
Di queste storie abbondano le cronache e non ci ritorniamo! Quando, solitario e contro tutti, Vincenzo Iaccarino ha iniziato questo difficile percorso alternativo è avvenuto l’incontro con Anna Iaccarino che ne ha condiviso l’obiettivo dando il via a questo progetto che abbiamo sostenuto sin dall’inizio, senza mai perdere il senso critico, proprio perchè alternativo al sistema di potere dominante che sicuramente non ha amministrato bene il Paese come lo dimostra il profondo disagio del corpo elettorale misurato durante questa campagna elettorale.
La mossa vincente – anche spregiudicata se si considera che è durata tanto a lungo – è stata la scelta di annunciare da subito la sua intenzione di candidarsi sindaco, da tanti fatta passare come un’autocandidatura mentre così non era perchè condivisa proprio con Anna Iaccarino e con i pochi amici che all’inizio hanno sostenuto il progetto e di cui ci sono anche testimonianze nelle cronache che sarebbe utile rileggere. Questa scelta e la determinazione nel perseguirla hanno letteralmente spiazzato tutti gli altri aspiranti a diventare sindaco che, senza mai preoccuparsi di progettare qualcosa per il Paese, hanno discusso sempre e soltanto di chi dovesse essere il candidato sindaco fino a suicidarsi in una maniera inaspettata e per certi versi incredibile. Salvo poi a cercare ipocrite giustificazioni per il proprio fallimento e tentare di condizionare la campagna elettorale e soprattutto il suo esito, indifferenti delle sorti del Paese e del fatto che senza un’amministrazione all’altezza della situazione si prospetta il fallimento totale del Comune e la perdita di qualsiasi prospettiva per il futuro considerando la mole gigantesca di problemi lasciati da Ruggierio&Co al successore, chiunque esso sarà.
In questi anni i detrattori di Iaccarino sono stati tanti, così come i perfidi e gli ambigui che hanno tentato di stroncarne l’entusiasimo, di mortificarne la voglia di voler cambiare il modo di governare il Paese, i “traditori” della prima e dell’ultim’ora, tutti accomunati da un solo obiettivo: impedirgli che si candidasse sindaco e che, molto probabilmente, lo diventasse il 5 giugno 2016.
Tanto basta e avanza per renderlo un candidato sindaco credibile in chiave anti-sistema e questo è un elemento di assoluta garanzia su quello che Iaccarino vorrà e saprà mettere in campo nella veste di sindaco di Piano. Una delle accuse-critiche con cui hanno cercato di smorzarne il cammino è stata quella di “non essere capace di fare squadra“. I fatti però dicono il contrario perchè a non riuscire a fare squadra sono stati gli assenti in questa campagna elettorale e che dovrebbero avere almeno la decenza del silenzio.
Il fatto di avere in lista alcuni candidati ritenuti espressione del sistema-Ruggiero e lo stesso PD che solo in extremis ha scelto di sottrarsi al gioco al massacro in cui rischiava di essere travolto come poi è successo a Vico Equense con esiti ancora più gravi e indecenti, non è un demerito o un segno di continuità con il passato.
Rossella Russo, tanto per non girarci intorno, molto criticata ma da tutti ossessivamente corteggiata perchè considerata detentrice di un consistente bacino elettorale, non avendo mai ipotizzato una sua candidatura a sindaco (e di questo occorre dargliene atto) ha conservato la lucidità di non collassare come i suoi colleghi di maggioranza e volendo legittimamente proseguire nell’esperienza amministrativa ha avuto il coraggio di riconoscere la leadership di Vincenzo Iaccarino e di condividerne il programma pur sapendo delle difficoltà che entrambi avrebbero incontrato in questa nuova e condivisa esperienza elettorale e amministrativa. Si conoscono bene per essere stati in Giunta insieme per quasi 8 anni e parliamo di due professionisti cui non mancano, perciò, consapevolezza della situazione presente e soprattutto futura perchè da loro soprattutto, insieme a Pasquale D’Aniello, dipenderà il successo della futura amministrazione.
Per quanto riguarda Podemos di Raffaele Esposito, col quale ho condiviso molte stagioni politico-amministrative e soprattutto la cosiddetta “primavera di Piano” con l’ex sindaco Vincenzo Nastro e quindi con “equa ripartizione di meriti e demeriti” insieme a tutti gli altri protognisti di quell’amministrazione di rottura rispetto all’allora sistema democristiano (1993-1997), va detto onestamente che il suo ritorno sulla scena, comunque apprezzabile e foriero sicuramente di positività per il Comune, aveva un unico obiettivo rispetto a un diverso scenario elettorale poi venuto meno e cioè: quello di ritagliarsi uno spazio e quindi un seggio nel nuovo consiglio comunale e portare avanti un impegno di testimonianza e di servizio che a Esposito va comunque riconosciuto. La debacle della maggioranza oggi gli offre la chance di vestire i panni del contendente di Iaccarino e l’aver aggregato attorno a sè, come sostenitori, gran parte della nomenclatura politica fallita di ieri e di oggi dà il senso e la misura di come funziona la politica a Piano di Sorrento (ma non solo) dove gente come i due ex sindaci Geppino Russo e Luigi Iaccarino, tanto per citare i più noti firmatari del manifesta pro-Podemos, dopo le loro non gloriose esperienze da sindaci pretendono anche di condizionare queste elezioni pur di avere sempre loro voce in capitolo. E basta! Ora però la parola passa agli elettori che sicuramente sapranno scegliere quello che riterranno essere il meglio per gli interessi di Piano di Sorrento.
Per me il “meglio” per gli interessi di Piano di Sorrento oggi è rappresentato da Vincenzo Iaccarino sindaco e dalla sua squadra che con umiltà e abnegazione dovranno affacciarsi sulla scena municipale e lavorare di gomito, senza soste e contrasti interni per rimettere in corsa un Paese stremato e deluso, ma che ancora confida nella chance di riuscire a risollevarsi e di tornare ad essere protagonista. E allora facciamo gli auguri a Vincenzo e alla sua “Piano nel Cuore” perchè vinca le elezioni e si sobbarchi la responsabilità di governare sapendo che, proprio in virtù della stima e del sostegno, questo di PinP sarà sempre uno spazio critico nei confronti dei detentori del potere per garantire quell’equilibrio dei rapporti che è prezioso per tutti.