Il più grande non c’è più… Scompare un campione dello sport e dell’impegno civile
I notiziari della mattinata annunciano la morte di Muhammad Alì, scompare una leggenda del mondo dello sport ma anche la testimonianza vivente di come si può e si sa essere il più grande non solo nello sport, ma soprattutto nella vita. Nascevo nell’anno 1960, lo stesso nel quale splendeva la stella del pugilato e dello sport: all’epoca Cassius Clay che vinceva la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma nella categoria dei mediomassimi. Nello stesso anno e nella stessa Olimpiade Nino Benvenuti vinceva l’oro nella categoria dei medi. Entrambe queste figura, ma soprattutto quella di Alì, è come se mi avessero accompagnato dal primo giorno di vita negli anni della giovinezza dove senza guida e senza miti si rischia di ritrovarsi nel baratro.
La mia fortuna è stata quella di avere avuto un Padre che, oltre a farmi studiare, mi ha fatto conoscere e apprezzare il valore di queste vite e di queste performance sportive che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del mondo. Soprattutto Alì, campione di sport e di vita, al quale mi sono sempre ispirato sin dall’adolescenza incamminandomi, 15enne, verso la straordinaria esperienza della pratica sportiva nella palestra di pugilato a Piano di Sorrento diretta da quello che sarebbe diventato il mio maestro, Alfredo Di Giovanni di Meta. Oggi davvero il mondo si scopre più povero perchè la grandezza di Alì è stata quella di affermare con lo sport il rispetto dell’uomo, di tutti gli uomini, il rifiuto della guerra ripudiata a suon di pugni e per tutto questo pagando un prezzo salatissimo nella Nazione dei diritti civili dove però i neri erano ancora chiamati negri e considerati e trattati come diversi. Il più grande se n’è andato… Sulla scena, da troppo tempo, non ci sono personaggi come Alì… il guaio vero, però, è che non se ne vedono neanche all’orizzonte! (ViC)