Rosario Fiorentino, a proposito di fenomeni criminali in Costiera…
di Rosario Fiorentino
Ecco qualche riflessione sui fenomeni criminali in corso e la riprova che Sorrento e la Penisola non ne sono estranei. La mafiosità come elemento inquinante la politica e il mondo degli affari ha almeno 20 anni di attiva presenza e di coinvolgimento in non pochi settori della classe dirigente nella Capitale. Questo cancro, cosi come aveva previsto Leonardo Sciascia, si va estendendo velocemente verso il nord del Paese. La presenza dei boss delle mafie meridionali a Roma e nel Lazio è accertata già dagli anni ’70. Da allora si è avviato quel processo prima di infiltrazione, poi di radicamento che ha portato all’attuale fase della contaminazione mafiosa di settori delle criminalità autoctone, politiche ed economiche. Sistema criminale questo che ho definito, anni fa, la Quinta Mafia o mafia da contaminazione.
Anche questo processo che viene negato dai più, come la linea della palma evocata sempre da Sciascia, sale inevitabilmente verso le Regioni settentrionali e pare l’unico modo, per molti, di praticare la gestione della cosa pubblica. Quindi se si continua a sbagliare la diagnosi sarà difficile trovare la giusta terapia. Non ho mai ritenuto possibile che chi fa parte del sistema mafia-politica-corruzione ed è arrivato a goderne dei benefici, possa cambiarlo dall’interno. Sono altri i soggetti che dovranno provvedere a cambiare le cose: le Vittime, cioè noi Cittadini alleati con quei pezzi di Istituzione che resistono al declino etico-morale del Paese. In particolare sarà essenziale il ruolo che continua a svolgere la stragrande parte sana delle Forze di Polizia e della Magistratura, limitate spesso nell’azione di prevenzione dall’ingerenza dei poteri. Queste sono alcune delle considerazioni che l’Associazione sostiene da tempo e su cui costruirà da qui a breve una forte campagna di diffusione ed informazione. Anche perchè la lentezza dell’azione di contrasto e la mole di lavoro spiega tante cose, forse non tutte.