Piano di Sorrento

Podemos, Michele Maresca e la prima “vera rivoluzione politica di Piano”

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Michele MarescaMichele Maresca, chirurgo all’Ospedale di Vico Equense, è candidato alle elezioni amministrative di Piano di Sorrento con la lista “Podemos” di Raffaele Esposito candidato sindaco. Una candidatura, la sua, che ha suscitato non poche sorprese, ma che senza dubbio porta con sè la suggestione di una novità. Dal suo profilo facebook il dottore spiega le ragioni della scelta: “Il movimento Podemos Si Può Fare rappresenta la prima, vera rivoluzione politica di Piano di Sorrento. Noi Italiani non siamo propensi alle Rivoluzioni, a noi piace il compromesso. (Per lo stesso jobs-act che abbiamo accettato tacitamente, in Francia sono in atto scioperi e manifestazioni che bloccano il Paese). A Piano, paese tradizionalmente ingessato e conservatore, è nato dal basso un movimento di persone e di idee, che pian piano sta coinvolgendo e convincendo una fetta sempre più ampia di cittadini pensanti. Comunque vadano le cose alle prossime amministrative, sono state buttate le basi per un progetto di vita civile egualitaria e solidaristica, che non potrà non influenzare profondamente il modo di fare e pensare la politica nel paese. Noi ci crediamo, SI PUO’ FARE”. Perchè si è candidato con Raffaele Esposito? “Non ho mai sopportato quelli che.. non mi espongo per non compromettermi, quelli che.. lascio decidere agli altri perchè sono più capaci, quelli che.. tanto sono tutti uguali e non cambia nulla. Non sopporto i neutrali e la Svizzera con i suoi orologi superprecisi. Per questo motivo ho deciso di scendere in campo con Raffele Esposito, memoria storica e vero protagonista della politica carottese, e non solo. Insieme a lui ed agli altri ardimentosi compagni di viaggio, mi impegnerò il più possibile per cercare di cambiare il modo di pensare la politica nel nostro paese. SI PUÒ FARE… Buona politica a tutti”.

Un commento

  • Antonio Massa

    finora propendevo per l’astensionismo.
    negli ultimi giorni sto iniziando a valutare podemos, per un unico motivo: tra tutti quelli, e sono tanti, che mi hanno approcciato per chiedermi il voto, privatamente o incontrando associazioni e realtà di cui faccio parte, sono gli unici che parlano al plurale (non dicono “io farò” ma “noi faremo”, “il nostro gruppo ritiene che…” etc) e anche gli unici che hanno almeno l’eleganza formale di non parlare male degli altri candidati della loro stessa lista.

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