Sorrento, la scomparsa di Michele ‘o Parrucchiere
di Salvatore Mare
Sorrento stamattina si è svegliata triste, impoverita dall’assenza di un suo vero figlio, un sorrentino schietto, un uomo fiero e leale che ha fatto del lavoro e della semplicità il suo leit motiv e la sua eredità. Una semplicità sorridente e mai banale, che nascondeva con profonda dignità i dolori per la perdita dell’indimenticabile Desio, nipote stupidamente ucciso da una pietra assassina scagliata da chissà chi in una baia caprese e di Giuseppe, figlio adorato disgraziatamente perito anche lui in mare. Traeva forza dalla dignità, dalle sue passioni bucoliche e dalla famiglia. L’ha ucciso la superficialità, l’indifferenza dell’uomo verso le leggi, l’onnipotenza che pervade colui che è alla guida del proprio veicolo.
Chi l’ha investito deve sapere che persona era Michele ‘o parrucchiere, quanti tagli, quante acconciature, quante teste ha “aggiustato” nella sua bottega sul Corso Italia fin da prima che il Parco Lauro prendesse il posto dell’aranceto.
Michele paga lo scotto di una pseudo civilizzazione che ci ha reso prepotenti, cittadini motorizzati e non pensanti, incuranti del prossimo e dei codici di comportamento. Non so e non ci è dato sapere se sei con Desio e Giuseppe, se la pace sarà con te, se avrai modo di vedere i tuoi nipoti crescere in una vita meno arrogante e più a misura d’uomo, ma ci piace immaginare sia così.
Vogliamo renderti omaggio con una foto che è parte della tua storia, del tuo vanto, della tua gloriosa militanza nel Sorrento Calcio, quando gareggiare significava sport e non business, quando tirare calci ad una palla era sinonimo di lealtà verso gli avversari e non ricerca della vittoria a tutti i costi. Ciao Zio Michele, lo so perché te ne sei andato, dovevi fare in fretta: “O ca’ sinnò le ragazze se ne vanno”!
© Riproduzione Riservata