Italia,  Piano di Sorrento

La scomparsa di Umberto Eco nel ricordo di Mariella Nica

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umberto ecoAbbiamo sposato la tesi di Marco Travaglio (pubblicato oggi su Il Fatto Quotidiano) relativamente alla scomparsa di Umberto Eco e, rispettando oltremisura la figura del Professore e quello che ha rappresentato nella e per la cultura italiana e mondiale, non ritenevamo di dover aggiungere altro, visto che chiunque si è ritenuto all’altezza di esprimersi su questa scomparsa o di postare commenti sui social. Oggi però abbiamo letto un bell’intervento della professoressa Mariella Nica di Piano di Sorrento, che Eco l’ha conosciuto forse nel contesto più suggestivo – la Villa Fondi – dove si poteva ospitare una riflessione filosofica così autorevole da parte di un Comune. L’intervento di Mariella, come sempre, è puntuale e stimola altri spunti di riflessione. Per questo PinP non poteva non riprenderlo…a futura memoria.LA MORTE DI UMBERTO ECO, TRISTE METAFORA DELLA STORIA DELLA CULTURA A PIANO DI SORRENTO

di Marielle Nica

mariella e umberto ecoDevo a Elio Angrilli e Luigi Iaccarino un incontro importante della mia vita, quello con il Professore Umberto Eco che con la sua relazione aprì i lavori del XII convegno annuale della Società di Filosofia del Linguaggio a Villa Fondi, Piano di Sorrento, dal 29 settembre all’1 ottobre del lontano 2005.
L’Associazione Culturale Eta Beta che presiedo, fornì in quella occasione l’assistenza tecnica, e nella tre giorni di dibattiti e confronti, in cui critici, semiologi, filosofi e docenti di tante università italiane e straniere (e vi invito a leggere con attenzione il programma in calce) si confrontarono sul tema “Tradurre e comprendere: pluralità dei linguaggi e delle culture”, io mi ritrovai felicemente immersa in dispute filosofiche straordinarie e ricche di quell’esaltante piacere speculativo del pensiero che lasciano traccia indelebile anche nell’animo dell’ascoltatore più semplice.

Il sindaco di allora, Luigi Iaccarino, in apertura dei lavori dichiarò emozionato: “E’ per noi motivo di orgoglio ospitare l’annuale convegno della Società di Filosofia del Linguaggio. La presenza di un intellettuale di fama mondiale come Umberto Eco e di altri insigni studiosi ci onora. E premia gli sforzi profusi dall’amministrazione comunale per trasformare Villa Fondi in un centro culturale di prestigio e in uno strumento di promozione per l’immagine della città e di tutto il comprensorio”.

Umberto Eco parlò sul tema “Traduzione: un problema di pragmatica” cui fece seguito la relazione di Marco Santambrogio dell’Università di Parma con cui Eco iniziò una memorabile disputa tra Filosofi e di cui registrai l’audio per conservarne l’emozione.

Fu durante la pausa pranzo che raggiunsi il Professore nell’allora splendido parco di Villa Fondi, che lui stesso definì una delle più belle location da lui conosciute. Era da solo e leggeva il giornale su una delle panchine di pietra di fronte al mare, come un normale signore di mezza età che si riposa alla frescura degli alberi, allora alti, frondosi e preziosi. Si accorse del mio pudore nell’avvicinarlo e smettendo di leggere, con grande disponibilità mi consentì di dirgli che dalla sociologia, alla psicologia, alla comunicazione fino al giornalismo, con i suoi libri aveva tatuato nella mia vita un’imprescindibile curiosità conoscitiva.

Ringrazio Mimmo Mascolo, custode di Villa Fondi, che in quella occasione fu pronto a scattare la foto che mi ritrae con il Professore Eco e che conservo gelosamente tra i ricordi più cari che ho.

Alla luce di questi 10 anni trascorsi da quel giorno, leggendo il programma di quel convegno, i nomi prestigiosi dei tanti relatori e osservando il destino inesorabile a cui oggi Villa Fondi è condannata, ecco, la morte di Umberto Eco diventa una metafora della Cultura a Piano di Sorrento che proprio da 10 anni manca di un assessore alla Cultura. Una metafora che sembra mettere la parola fine al sogno di Luigi Iaccarino di “trasformare Villa Fondi in un centro culturale di prestigio” e che sembra condannare senza appello un’amministrazione che in questi ultimi 10 anni, a parte proclami e tentativi di privatizzazione commerciale, non è stata capace di rendere l’unica villa rimasta pubblica sulla costa sorrentina, luogo di promozione culturale non solo per Piano di Sorrento ma per tutta la Penisola Sorrentina.

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