Lectio Magistralis di Raffaele Lauro su “la signorilità sorrentina” e poi Serata Carusiana
SORRENTO – La seconda “conversazione” organizzata dal Circolo Sorrentino presieduto da Alfonso Cascone ha avuto come ospite lo scrittore Raffaele Lauro ed è stata dedicata al tema: “La signorilità sorrentina e l’arte dell’accoglienza, qualità antropologiche o falso storico? Due esemplari figure, ormai mitiche: Carlo Di Leva e Giovanni Casola”, moderata da Antonino Pane, giornalista e vicepresidente dell’antico sodalizio. Al pubblico che ha affollato all’inverosimile la sala di rappresentanza e il cortile esterno del circolo (tra i quali i figli di Carlo Di Leva, Giancarlo, Nino e Paola e i parenti di Giannino Casola, tra i quali Peppino Jannuzzi), Lauro ha richiamato, preliminarmente, i cinque eventi storici che hanno costruito la fama della signorilità sorrentina nel mondo.
Eccoli: il matrimonio celebrato e festeggiato, a Sorrento, della principessa di Durazzo, Giovanna, sorella del re Ladislao I, andata in sposa al duca Guglielmo d’Austria; il lungo soggiorno sorrentino, nella primavera del 1871, della Zarina Maria Alexandrowna, moglie dello Zar Alessandro II; la due giorni sorrentina del primo ministro del Regno d’Italia, Giuseppe Zanardelli, in viaggio verso la Basilicata, da cui nacque, per l’intelligenza di un’altra personalità straordinaria della sorrentinità, il sindaco-albergatore, Guglielmo Tramontano, la più geniale operazione di marketing territoriale nella storia del turismo: la canzone “Torna a Surriento”; il Grand Tour, dal Settecento in poi, fino alla pubblicazione de “La Terra delle Sirene” di Norman Douglas; la composizione di “Caruso”, il capolavoro di Lucio Dalla, nella suite “Caruso” del Grand Hôtel Excelsior Vittoria e, poi, al Sorrento Palace, ospite di un altro campione della signorilità sorrentina, Giovanni Russo.
Veramente suggestivo ed emozionante il tributo alla memoria di Di Leva e Casola, definiti dal relatore: “Due campioni assoluti, due esempi inimitabili di signorilità: una signorilità, quella del professore, quasi aristocratica; una signorilità, quella dell’onorevole, di impronta popolare. Rispettati e amati, entrambi, elegantissimi e fascinosi, rimasti ben piantati nella mente e nel cuore dei sorrentini”. I ricordi, anche personali del relatore, legati alle due figure, insieme con la loro storia di integerrimi amministratori comunali e di promotori del turismo sorrentino, ha coinvolto emotivamente il pubblico dei presenti e un grande applauso ha sottolineato le conclusioni: “Carlo Di Leva e Giovanni Casola, con sensibilità ed approcci diversi, sono stati due ‘principi’ di Sorrento! Hanno rappresentato due esempi inimitabili della signorilità sorrentina, due espressioni irripetibili dell’arte dell’ospitalità, inverando la fama di Sorrento nel Mondo e che meriterebbero di essere ricordati, per saecula saeculorum”.
Tra gli ospiti, l’ex ministro Vincenzo Scotti, il quale ha tenuto un breve ricordo di Carlo e Giannino, suoi amici dagli anni Sessanta, evidenziando come “ciò che si è, è ciò che si è stati. Sorrento, oggi, deve tenere presente quello che, grazie a personaggi come Carlo Di Leva e Giannino Casola, esempi fulgidi delle migliori qualità dei sorrentini, le appartiene quale patrimonio comune, da trasmettere alle future generazioni”. La serata si è conclusa, nell’entusiasmante convivio, in onore di Enrico Caruso, organizzato, come ogni anno, da Paolo Esposito, insieme con lo studioso foggiano Guido D’Onofrio, esperto biografo di Caruso, nel ristorante-museo “Caruso”, con la presenza di tantissimi ospiti tra i quali l’assessore alla Cultura di Sorrento, Maria Teresa De Angelis, Vincenzo Scotti, Raffaele Lauro, Federico Caruso, pronipote del tenore, la scrittrice Giuliana Gargiulo, il giovane regista Giuseppe Alessio Nuzzo. E ancora: il cardiochirugo prof. Carlo Vosa, il sindaco di Meta Giuseppe Tito con la consigliera regionale On. Enza Amato e Rosario Fiorentino; la presidente della Cypraea Cecilia Coppola, l’ex assessore di Sorrento Giuseppe Stinga, i giornalisti Antonino Pane, Carmen Davolo e Vincenzo Califano.
Menù di alta cucina; arie d’opera, cantate dal tenore Francesco Ciotola, accompagnato al pianoforte da Paolo Scibilia, applausi al più famoso tenore italiano di tutti i tempi. “Ci sono giornate – ha commentato a fine serata l’autore di ‘Caruso The Song’ – che restano nella memoria collettiva di una comunità, come questa, di oggi, vissuta sull’onda dei ricordi, sulla storia di ‘Sorrento gentile’, sui tributi a due persone indimenticabili e sull’omaggio ad un artista immortale, come Enrico Caruso, la cui vicenda umana, a Sorrento, ha ispirato il capolavoro di Lucio Dalla. Complimenti sinceri a tutti gli organizzatori”.