Piano di Sorrento, Villa Fondi perde il Ninfeo…torna a Massa Lubrense
PIANO DI SORRENTO – Il Ninfeo di Villa Fondi ritorna a Massa Lubrense e la Villa si impoverisce della maggiore attrazione archeologico-culturale che l’Amministrazione Comunale non è mai riuscita a valorizzare come invece avrebbe meritato. L’annuncio del “ritorno a casa” l’ha dato Stefano Ruocco, presidente dell’Archeoclub d’Italia Sezione Massa Lubrense al pubblico dello “Stone Balancing” svoltasi nella cittadina costiera ed è stato rilanciato su FB da Mariella Nica spiegando che la Sovrintendenza ai Beni Archeologici ha firmato l’autorizzazione al trasloco e ora si attende dall’Amministrazione del Sindaco Lorenzo Balduccelli l’individuazione della location più idonea per ospitare il prezioso reperto ed esporlo al pubblico. Il Ninfeo fu scoperto nel 1980 sulla costa a nord della Marina della Lobra e fu ricostruito nel parco del Museo Archeologico “George Vallet” a Villa Fondi. Si tratta di una parte di una villa marittima di età giulio-claudia (50-55 d.C.) ed é uno degli esempi più rappresentativi sul genere e meglio conservati in Campania inerente le sontuose ville marittime consacrate all’otium dagli imperatori romani su tutto il golfo di Napoli. La straordinarietà dei ninfeo é data sia dalla grandiosa articolazione scenografica della struttura architettonica, sia dalla decorazione delle pareti interamente rivestite a mosaico.
Al di là del fatto che il Ninfeo rinvenuto a Massa Lubrense ha trovato una straordinaria e pluriennale quanto provvisoria ospitalità nel Parco di Villa Fondi, va detto che certamente ne è diventato elemento costitutivo, anzi rappresentativo di un interesse culturale che oggi, invece, si traduce in un oggettivo impoverimento artistico per la Villa e per il Museo da cui saranno trasferiti anche altri importanti reperti. In fin dei conti si tratta dell’inevitabile epilogo dell’assoluta incapacità dell’Amministrazione Comunale di Giovanni Ruggiero di valorizzare e promuovere il Museo e il Parco della Villa già devastata nel suo patrimonio arboreo, costantemente considerata solo merce di scambio politico-clientelare sin da quando fu restituita alla comunità pianese dall’Amministrazione dell’ex sindaco Vincenzo Nastro grazie a una straordinaria performance amministrativa diretta dall’ex assessore Francesco Esposito riuscendo a salvare in extremis il finanziamento per la ricostruzione della Villa e la sua realizzazione. Dagli anni e dalle amministrazioni che sono seguite si è registrato soltanto l’assoluta incapacità di gestione e di promozione di questo bene pubblico da parte dei Sindaci che si sono succeduti sulla testa dei quali sicuramente pesa la responsabilità morale di una perdita che è addirittura meritata se si considera che non è mai stato davvero mosso un dito per dare alla Villa, al Museo, al Parco pubblico e quindi anche al Ninfeo quella dimensione che meritavano e che forse avrebbero reso più difficile autorizzarne il trasloco. Del resto che altro ci si poteva aspettare da un’Amministrazione che ha eletto il “Premio Esposito Penisola Sorrentina” a emblema della propria politica culturale?
6 commenti
Mario Esposito
Caro Direttore sono lusingato di essere diventato la tua ossessione. Tuttavia ti devo segnalare che l utilizzo del marchio da parte del Comune di Piano, utilizzo che tra l altro era stato concesso non in maniera esclusiva, é scaduto. Pertanto ogni tuo riferimento a questo punto va ad un marchio d impresa e va ben contestualizzato e motivato e non espresso come prezzemolo su ogni minestra…
Politica in Penisola
Nessuna ossessione, semplicemente una considerazione sull’operato dell’Amministrazione Comunale. Il Premio e chi lo propone fanno bene il proprio mestiere, nulla da eccepire. E’ la pubblica amministrazione che va valutata per le scelte che fa. Auguri per il “ventennale”. A tempo perso sarebbe utile spiegare anche perchè la Regione Campania ha improvvisamente “mollato” cotanto evento, sempre e solo per diritto di cronaca!
Mario Esposito
Caro Direttore, grazie per gli auguri per il Ventennale. Non compete certo a me entare nel merito delle decisioni regionali. Il Premio Penisola Sorrentina Arturo Esposito ha reso solo un servizio alla Città di Piano di Sorrento. Indubbiamente, per diritto di cronaca, alle risposte che chiedi (e che dovrebbero fornire gli Uffici addetti) andrebbero anche commentate e visionate le immagini integrali (quasi 1h, in mio possesso) dell’intervista che ho rilasciato a “Presa diretta” (e non il semplice cammeo che è stato mandato in onda di pochi secondi) in cui si evidenziano i benefici apportati dal Premio; ma soprattutto andrebbero evidenziati i vizi e le errate interpretazioni, che sono state alla base di impianti accusatori e meri attacchi politici. Ma questo è un altro mestiere. Non il mio. Io continuo a fare il mio lavoro,spensierato e felice, sempre ispirato dal saggio mottetto (mi si perdoni se non scrivo in napoletano perfetto): “Chi’a avut’, avut’,avut’;chi’a rat,’a rat,’a rat,scordammoce ‘ò passat simm e Napole paesà…”
Gennaro orgoglioso elettore DC
Anatema su questa Amministrazione che non ha saputo valorizzare i suoi gioelli e anche quelli che generosamente gli erano stati dati in prestito non ha saputo organizzare una degna attenzione. vergogna, che vadano via! sono degli incapaci! TUTTI A CASA!!!!!
salvatore pollio
…speriamo presto di liberarci anche delle altre “croste” archeologiche con tutta la struttura della sovrintendenza, così come fece Sorrento – Sindaco Fiorentino – negli anni scorsi, e faremo un museo del Mare certamente + consono al territorio…
Gennaro orgoglioso elettore DC
Mi permetto di esprimere un diverso parere sulla collezione archeologica assemblata a villa Fondi con la direzione della dottoressa Tommasina Budetta. Con tutto il rispetto per l’idea di un museo del Mare espresso dal dottor salvatore Pollio non comprendo perchè per tanti anni nè Sovrintendenza nè Amministrazione comunale abbiano mai veramente valorizzato tale museo archeologico , unico del suo genere in campania con un cospicuo corredo di reperti e tanti altri lasciati ad ammuffire negli scantinati. Invece di valorizzare questo patrimonio e creare un turismo culturale ed archeologico, pensiamo alle sagre strapaesane che non servono a nulla, con prodotti spesso scadenti e che non hanno nulla della tradizione locale. Rispettare il passato è il primo passo per crescere, avere una identità. ma Piano di Sorrento non vuol crescere, amministrata alla buona da giovinotti senza arte nè parte, naviga a vista: mi pento ancora di più di aver votato con convinzione quattro anni fa questa Amministrazione. Ora ha tradito i miei ideali.