Raffaele Lauro: ecco cosa fare in otto mesi per salvare il mare di Sorrento
ROMA – Qualche giorno fa il Sen. Raffaele Lauro è intervenuto sull’emergenza mare a Sorrento e alla luce delle novità maturate nel corso di questo week-end gli abbiamo chiesto di approfondire il tema assurto ormai all’attenzione internazionale con gravissime ripercussioni per l’immagine di Sorrento e della Costiera nel mondo oltre che per l’economia turistica. “Seguo quotidianamente la delicata questione del mare inquinato a Sorrento e in Penisola Sorrentina attraverso gli articoli di stampa, le dichiarazioni dei Sindaci, il sorprendente balletto delle revoche parziali o totali dei divieti di balneazione, le polemiche degli albergatori, sui tempi e sui modi delle rilevazioni per le analisi delle acque marine e sulla pubblicazione delle stesse. Le precisazioni dell’ARPAC, le prese di posizione della GORI, tutte in difesa. Le relazioni, specie delle associazioni ambientaliste, sulle cause, remote e recenti, di un disastro ambientale che ha sfregiato l’immagine internazionale della nostra terra e, non da ultime, le legittime proteste degli operatori turistici, in primis i gestori degli stabilimenti balneari, che hanno subito questa pesante tegola sulla testa, con i danni economici conseguenti, nel pieno della loro attività di impresa.
Con l’auspicio che questa drammatica emergenza possa rientrare del tutto nei prossimi giorni garantendo, da un lato, la salute pubblica e consentendo, dall’altro, all’intero comparto turistico (alberghi, ristoranti, commercio e stabilimenti balneari) di continuare serenamente nei mesi di settembre e ottobre una stagione turistica iniziata con dati assolutamente positivi, bisogna fare il punto sulle misure, minime e assolutamente necessarie, da programmare e realizzare (e da parte di chi) nel 2015/2016, in otto mesi, per evitare il ripetersi, in futuro, di una nuova emergenza che non avrebbe più attenuanti e giustificazioni per nessuno, neppure sul piano penale, a partire dai Sindaci e dalla stessa GORI. Il fenomeno dei violenti acquazzoni estivi, alternati a settimane di caldo torrido, appare infatti destinato, per i mutamenti climatici in atto a livello globale, a diventare un dato ricorrente, anche per il futuro”.
Senatore, quali sono a suo avviso le misure minime e assolutamente necessarie da realizzare nel 2015/2016?
1) Non risulta chiaro, al di là degli appelli video al presidente della Regione Campania, se i Sindaci abbiano richiesto ed ottenuto un tavolo, a livello regionale, per definire fin dalle prossime settimane un piano di azione 2015/2016 con l’individuazione delle risorse necessarie, regionali e comunali, per la realizzazione dello stesso, dei soggetti chiamati a realizzarlo e del controllo sugli investimenti a farsi, in piena trasparenza, con l’ausilio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (i lupi famelici sono sempre in agguato!);
2) La GORI si è impegnata pubblicamente a rimuovere una delle cause principali del disastro, cioè il fenomeno del “troppo pieno“, con la tracimazione e lo sversamento in mare di materiale fecale, attraverso la realizzazione, in punti strategici già individuati, di nuove condotte fognarie per la definitiva separazione delle acque bianche da quelle nere. Non risulta chiaro, comunque, quando inizieranno i lavori, i tempi di realizzazione e le risorse finanziarie impiegate. Su questo punto i Sindaci, affetti da una sorta di inspiegabile (finora!) sudditanza psicologica nei confronti della GORI, devono chiedere e ottenere risposte precise, da rendere pubbliche, affinché i cittadini, gli operatori economici, le associazioni ambientalistiche e l’opinione pubblica possano vigilare e tenere “il fiato sul collo” alla stessa GORI;
3) Anche per un’altra causa, ben individuata, del disastro (la pulizia dei valloni, l’individuazione degli scarichi abusivi dei pozzi neri e la punizione dei responsabili criminali degli stessi, con richiesta di risarcimento dei danni, recati alla collettività) non risulta ancora chiaro quale la strada i Sindaci intendano intraprendere, sia attraverso l’adozione immediata di azioni dissuasive, sanzionatorie e di monitoraggio, accompagnate da un piano straordinario di controlli a tappeto, in aree ben individuate e individuabili, sia per le civili abitazioni che, a maggior ragione, per le attività produttive. Non sarebbe privo di significato, esemplare per tutti, se i controlli iniziassero proprio dalle strutture alberghiere che insistono sulla costa o nell’immediato entro terra, per certificare l’assoluta tenuta ecologica di tutti i loro impianti igienico-sanitari, compresi gli scarichi delle lavanderie, per mettere a tacere malevoli vociferazioni che nuocciono alla nostra prestigiosa imprenditoria alberghiera.
In attesa di infrastrutture sanitarie più adeguate per l’intera Costiera (in parte, in corso di realizzazione) da riprogrammare con la Regione Campania, nel medio-lungo termine, queste misure minime e assolutamente necessarie, se portate a compimento, nei prossimi otto/dieci mesi contribuiranno, non poco, ad evitare un nuovo disastro ambientale, nell’estate 2016, e saranno ascritte alla lungimiranza, nonché al merito, dei Sindaci e delle nostre civilissime popolazioni.”