I Sindaci chiedano conto alla Gori di questa disastro ambientale
L’intervento del nostro lettore sulla crisi del mare in Costiera ha toccato aspetti molto importanti e sottaciuti della complessa problematica di cui si sta discutendo sui media e sui social ormai ininterrottamente dall’11 agosto 2015. Cioè da quando un intenso temporale ha mandato letteralmente in tilt un sistema fognario evidentemente collassato, ma soprattutto trascurato, non manutentato. La conseguenza è stata l’eccezionale tracimazione di liquami fecali che, uniti all’acqua piovana, al terreno e a ogni altra sorta di rifiuto sono letteralmente piombati a mare attraverso gli sfoghi delle rete, gli overflow, che servono a scongiurare che la potenza delle acque fognarie con la pioggia faccia saltare i tombini per le strade trasformando i paesi in cloache Così cloaca lo è diventato il mare e ben lo spiega il fenomeno oggi Antonino Pane su Il Mattino. Sul Corriere del Mezzogiorno Fabrizio Geremicca affronta invece un’altra delicatissima questione che ci aiuta a comprendere ancora meglio la situazione.
All’analisi mancano diversi elementi che chiamano direttamente in cause da un lato il gestore, cioè la GORI, dall’altro le Amministrazioni Comunali, in primis i Sindaci che hanno consapevolezza piena della situazione non tanto per quel che è successo, ma perchè sono parte integrante del processo di governo del sistema acqua-fogna trasferito dall’Arips (ex Caps) all’ATO 3 e per la gestione alla GORI. Perchè nessuno dei Sindaci imputa alla GORI la responsabilità di questo disastro ambientale visto che alla società compete la gestione del servizio? Come si può far passare nell’opinione pubblica l’idea, complici anche tanti buontemponi, che non esistano cause oggettive e altrettante responsabilità per tutto quanto è accaduto? Il primo atto che Amministratori responsabili dovrebbe compiere, soprattutto alla luce delle devastanti conseguenze d’immagine che ne sono derivate a tutta la Costiera, sarebbe dovuto essere una denuncia all’autorità giudiziaria per individuare le responsabilità di quanto si è verificato: ciò anche in considerazione del fatto che i Sindaci sono le massime autorità amministrative locali e di pubblica sanità e rispondono in prima persona delle conseguenze che possono derivare alla salute pubblica, ma anche alla vita dei cittadini, da disastri ambientali.
Nessuno di loro che avesse detto: “Ma chi è responsabile di questa cattiva o mancata manutenzione del sistema fognario?“. Queste cose qualcuno gliele deve pur dire a questi angioletti che amministrano le nostre comunità affinchè facciano il loro lavoro, quello per cui sono stati votati e per il quale vengono anche pagati dai cittadini. La stessa riduzione e interruzione del servizio idrico, che tanti disagi ha provocato, da che cosa è stata effettivamente determinata? Dalla solita siccità, o piuttosto da mancati o errati interventi sulla rete? Si informino, se non lo sanno, e rispondano. I Sindaci devono rappresentare e tutelare gli interessi dei propri territori e dei propri concittadini e devono chiedere spigazioni, chiedere conto a chi opera a qualasiasi titolo nel proprio paese. Già l’abbiamo visto come si sono comportati i primi cittadini e loro delegati all’Assemblea Ato sul caso delle “partite pregresse ante 2012“, avallando col loro voto un sistema illegittimo per drenare dalle tasche dei contribuenti milioni e milioni di euro e far quadrare i conti di una società dove ognuno di loro ha i propri referenti. La memoria collettiva è corta, ma si è vista come è finita la vicenda di queste bollette senza che i Sindaci muovessero un dito, mentre la Gori è riuscita comunque a incassasse parte di questi soldi che solerti e ignavi contribuenti hanno pagato soprattutto nelle nostre realtà. L’inchiesta Medea, dove la Gori è ampiamente coinvolta insieme al suo ex commissrio Sen. Carlo Sarro, ha provocato la sospensione di queste partite (non sia mai detto che si annullino definitivamente) con rinvio all’anno venturo!
Siamo solo all’inizio di un ragionamento che è molto più articolato e al quale i Sindaci non possono più sottrarsi per una molteplicità di ragioni che presto emergeranno proprio perchè la situazione è implosa! Nell’ottobre scorso Marco Fiorentino (ex sindaco di Sorrento e attuale consigliere comunale di opposizione) in un’intervista nella quale annunciava la sua decisione di ricandidarsi sindaco alle amministrative di Sorrento, poneva al primo punto del suo ragionamento e dell’iniziativa politica che avrebbe voluto sviluppare se fosse stato eletto sindaco, proprio il problema del mare e sollecitava un maggiore protagonsimo della politica locale su questo tema e rispetto ai diversi interlocutori, perchè dalla salute del mare dipendono le sorti socio-economiche di tutta la Penisola Sorrentina. Mai intervista si è rivelata più profetica. Il problema, però, è che la politica, se può, deve uscire dagli equivoci e invertire la rotta sin qui intrapresa e che per essa è stata sicuramente redditizia. Oggi però è stato messo brutalmente a nudo il problema per chi ha occhi per vedere, orecchie per sentire, bocca per parlare e naso per odorare quella puzza di fogna che si respira in ogni angolo della Costiera e non certo solo per colpa dei liquami fecali.