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“Fogna sicura” un programma di pronto intervento per salvare il mare della Costiera

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Giuseppe Cuomo
Giuseppe Cuomo

L’Agenzia AdnKronos – quindi con rilancio nazionale – ha battuto il comunicato del Sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo che solo stamattina ha emesso l’ordinanza di divieto di balneazione inevitabile dopo i risultati delle analisi batteriologiche sui prelievi di acqua marina fatti dell’Arpac e che sono facilmente rilevabili dalla scheda che pubblichiamo. Agenzia: «I tecnici della Gori sono al lavoro per individuare l’origine del problema. Già domani l’Arpac effettuerà nuovi prelievi, dal momento che le analisi sono state effettuate dopo gli intensi temporali dei giorni scorsi».

È il commento del sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, che ha firmato oggi un’ordinanza di divieto temporaneo di balneazione nello specchio d’acqua compreso tra il molo di Marina Piccola e Villa Pompeiana. Nel provvedimento si evidenzia la riserva di adottare la revoca del divieto, «qualora i risultati delle analisi dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania risulteranno favorevoli». (Rre-Del/AdnKronos) 18-AGO-15 18:02 NNN. Al momento in cui pubblichiamo questo post non risulta all’albo pretorio del Comune di Meta analoga ordinanza interdittiva della balneazione da parte del sindaco Giuseppe Tito relativamente al tratto di spiaggia interessato, il Purgatorio nè del Comune di Massa Lubrense per Puolo.

L’unica cosa che in questo momento possono sperare sindaci e tecnici Gori è che non si verifichiano altri temporali perchè è evidente che non si tratta di tamponare un buco nella rete, come è stato ampiamente documentato e come hanno messo ancora più in evidenza gli ultimi servizi foto e video realizzati da Luigi De Pasquale alla presenza del sindaco Tito che forse, al momento, è l’unico ad avere piena conoscenza della gravità e complessità del problema. E’ evidente che, trascorso qualche giorno e senza ulteriori temporali, scenderanno i livelli di contaminazione delle acque e i rilievi dell’Arpac potranno risultare negativi, ma ciò non risolve il problema nè, come vorrebbe Cuomo, smentisce la realtà dei fatti! Su questo tema le ipocrisie e i doppogiochismi della politica servono a poco: urge il varo di un piano d’interventi che i Comuni, come abbiamo scritto nel post precedente, possono attuare d’intesa con la Regione Campania trasformando il progetto “Costa Sicura” in “Fogna Sicura“.

ArpacBalneazione Agosto 2015

Sorrento divieto balneazione 18082015

2 commenti

  • simona d

    E mi raccomando tutti a mangiare vongole cozze e frutti di mare della penisola aromatizzati ai battero fecali, mmmmmm, che buoniiiii!!!!

    A parte tutto è un mese e mezzo c he ci lasciano fareil bagno nella cacca garantendo la pulizia delle acque, poi passa ferragosto e mettono l’ordinanza di divieto? Grazie davvero!

  • raffaele

    E così è arrivato anche il divieto di balneazione a Sorrento a certificare il superamento della carica batterica nel mare. C’è poco da stare allegri: l’unica considerazione che si può fare è che molti, nonostante i numerosi allarmi, hanno sottovalutato il problema. La seconda considerazione da fare è che non siamo arrivati impreparati a questo appuntamento. E’ cresciuta la consapevolezza che molti degli inconvenienti derivano da disservizi della rete fognaria. In particolare il reportage di appassionato e professionale fotografo Gigi De Pasquale, lo dimostrano. Per capire quello che stava succedendo Gigi e il suo Sindaco Peppe Tito, hanno preteso di essere accompagnati dai tecnici della GORI, in un giorno di pioggia, per verificare quello che succedeva nella rete fognaria. La quantità di liquame sversata a mare dalla fogna è risulta così rilevante da indurre i tecnici GORI ad effettuare alcuni interventi di emergenza , finalizzati a mitigare il rischio di contaminazione
    Questo ci fa piacere, ma i contributi individuali, per quanto lodevoli e importanti non riusciranno ad eliminare questa emergenza.
    Per risolvere l’emergenza bisogna come abbiamo sottolineato nella nostra petizione, che il gestore del ciclo delle acque, cioè ATO 3 e la GORI che ha in appalto i lavori si dimostrino capaci di gestire l’ordinata programmazione delle attività e il miglioramento del servizio. E, ove questo non avvenga, che la Regione prenda atto della insufficienza di questo Ente e provveda in merito.
    Ritornando a Sorrento e alle altre zone dove si sono superati i limiti di carica batterica: per risolvere questo problema, non ci si può affidare alla lotteria delle ripetizioni delle analisi, ma bisogna con lo stesso impegno dimostrato a Meta, risalire alle cause del fenomeno. Ci sono molte evidenze che anche qui il problema derivi dalla inadeguatezza della rete fognaria, che diventano particolarmente gravi ed evidenti nei giorni di pioggia.
    E’ sotto gli occhi di tutti, ad esempio, la cascata di liquami che si proietta a mare dal Belvedere del Museo Correale, o lo sfioro dei liquami che si effettua a monte di Marina Grande, per evitare di far confluire un carico troppo elevato all’impianto di depurazione.
    E’ meno chiaro cosa effettivamente finisce mare, oltre all’acqua del rivolo e al terreno, a Marina Piccola alla foce del rivolo dei Mulini o a Puolo, ma basterà effettuare dei sopralluoghi in un giorno di piogga per capire cosa succede.
    Infine un caso a parte è forse quello di Marina Grande dove la persistenza del superamento dei limiti induce a pensare che possano esserci cause strutturali, dovute forse alla insufficienza della rete fognaria del borgo o al rivolo, aggravate dalla presenza delle scogliere che limitano il ricambio dell’acqua, ma anche in questo caso esistono tecniche ispettive specialistiche che possono chiarire cosa succede.
    E’ compito del gestore del ciclo delle acque cioè l’ATO 3 e della sua ditta appaltatrice GORI, effettuare questi rilievi, trovare la cause dell’inquinamento e rimuoverle. E deve fare i rilievi nei momenti più critici, cioè quando piove. Ed è compito dei Sindaci, primi custodi del territorio, chiedere che vengano fatti rilievi ed interventi.
    Poi ci sono tante altre cose da fare, magari contemporaneamente, come ad esempio chiedere a ciascuno di ridurre il carico inquinante dei propri reflui, combattere gli sversamenti abusi, ma questi sono rivoli rispetto a mare di liquame che finisce a mare dalla fogna pubblica.
    I risultati dipendono dai processi applicati, non dai controlli o dalle sanzioni. Se la gestione del ciclo delle acque non funziona è lì che bisogna intervenire per ottenere risultati migliori. E bisogna farlo con urgenza per preservare le radici della nostra economia.

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