Carlo De Cesare: perchè non sottoscrivo la petizione della “Grande Onda”
di Carlo De Cesare*
Carissima Laura,
mi sono astenuto, per qualche tempo, dall’intervenire sulla pagina de “La Grande Onda” perché ho notato che la gran parte delle partecipazioni è diventata una sagra strapaesana dell’ insulto gratuito, del campanilismo scadente, dell’astio personale, del turpiloquio, dell’offesa ignorante e volgare che ha coinvolto in prima persona perfino figure istituzionali. Scrivo adesso, pronto a sorvolare sulle critiche incompetenti e sugli insulti delle tifoserie (ma dispostissimo a riconoscere di aver sbagliato se qualcuno vorrà dimostrarmelo con argomentazioni logiche e documentate) unicamente per motivare il fatto che non intendo sottoscrivere la petizione così come è strutturata.
Esamino rapidamente i vari punti.
Al punto 1 si chiede qualcosa di tecnicamente dannoso e controproducente: l’avvio dell’impianto di depurazione di Punta Gradelle (già completo indipendentemente dall’intervento dei politici locali e dalle loro “aderenze” in Regione pubblicizzate con dichiarazioni sui social e sugli altri media locali) probabilmente verrà attuato nell’immediato solo in quanto redditizio ai fini della acquisizione di visibilità, ma causerà, in assenza della divisione a monte delle acque bianche e delle acque nere, non attuabile correttamente a breve a causa delle inadempienze dei Comuni e della GORI, una enorme sovrapproduzione di fanghi di risulta e la crescita esponenziale dei costi, ovviamente a nostro carico, per il trasporto e lo smaltimento degli stessi.
Punto 2: fra Vico, Meta, Piano e Sorrento ci sarebbero da:
– ristrutturare e razionalizzare 160 Km di rete fognaria che servono settantamila residenti d’inverno e oltre duecentomila durante la stagione turistica;
– bonificare i rivi;
– censire e far regolarizzare centinaia, se non migliaia, di scarichi abusivi;
– verificare l’effettiva esistenza e il reale funzionamento degli impianti di pretrattamento privati “autocertificati”, ma mai realmente controllati, che dovrebbero immettere nella rete i reflui delle attività commerciali e industriali resi bianchi per non sovraccaricare il depuratore consortile a norma del regolamento per i servizi idrici integrati dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano (Art. 20 – Modalità esecutive dei collettori di allacciamento per scarichi industriali 1. Tutti gli scarichi di acque reflue comunque inquinate dovranno essere raccolti, per ciascuna utenza industriale in un unico collettore di scarico, se il ciclo produttivo lo consente e non ostano particolari motivi tecnico-economici. 2. L’autorizzazione allo scarico può prescrivere che ogni condotta di allacciamento, prima dell’immissione nella pubblica fognatura e a valle di qualsiasi eventuale impianto di pretrattamento, sia provvisto di un manufatto dove siano installate una o più apparecchiature di seguito elencate: a) misuratore di portata; b) campionatore automatico dei reflui; c) valvola automatica temporizzata; d) strumentazione per telecontrollo, monitoraggio in continuo e registrazione dei dati; e) gruppo di continuità. 3. Le apparecchiature di cui al comma 2, dovranno essere ubicate entro i limiti della proprietà privata e a valle di qualsiasi eventuale impianto di pretrattamento. Esse dovranno essere ubicate in modo tale da consentire, in qualsiasi momento, un agevole accesso al personale incaricato del controllo. Ti sfido a mostrarmi un solo impianto in regola e funzionante in tutta la penisola sorrentina dove, notoriamente, alcuni impianti ci sono, ma vengono regolarmente bypassati, di notte o in concomitanza con la pioggia, per risparmiare sulle spese di gestione.
Ovviamente sono interventi che avrebbero già dovuto trovare realizzazione a cura e sotto il controllo di GORI, ATO3 e Amministrazioni comunali, tutti inadempienti da anni; l’unico intervento serio sarebbe quello di controllare lo stato delle denunce già effettuate presso le Procure e di farne di nuove ove i reati non fossero già stati segnalati e perseguiti; questo anche perché il rispetto delle norme di legge dovrebbe, e non credo di sbagliarmi, essere più importante del rapporto personale col politico di turno.
Punto 3: i lavori di manutenzione, pronto intervento, rifunzionalizzazione, ricostruzione e riabilitazione delle reti idriche e fognarie ricadenti nel territorio dell’ATO3 Sarnese-Vesuviano sono di competenza della GORI. Pertanto non ci sono da sottoporre petizioni, ma esistono semplicemente dei diritti da far valere nelle sedi competenti
Punto 4: le attività di progetto e di attuazione per la sistemazione idrogeologica del territorio è di pertinenza dell’Autorità di Bacino Campania Centrale. La petizione non considera, però, il fatto che la legislazione vigente attribuisce al proprietario del suolo il diritto di utilizzare le acque in esso esistenti, facendo salve le disposizioni delle leggi speciali per le acque pubbliche limitate alle sole acque raccolte in invasi o cisterne le quali, pur appartenendo al demanio pubblico, sono comunque suscettibili di libero uso da parte dei privati, sempre che tale uso sia rivolto al servizio di fondi o di edifici.
Punto 5: i soggetti coinvolti nella gestione delle risorse idriche hanno un esercizio sociale che si chiude al trentuno dicembre di ogni anno. Alla fine di ogni esercizio si predispongono il bilancio e i conti profitti e perdite da approvare e da sottoporre a certificazione da parte di società abilitate scelte di concerto con l’Ente d’Ambito. Il bilancio, di norma, viene pubblicato anche in rete. Basta leggere. Il monitoraggio e il controllo delle caratteristiche chimico, fisiche, biologiche della qualità delle acque marine è effettuato dall’ARPAC in base a parametri indicati da apposite leggi che non sarà una petizione firmata da qualche centinaio (o anche migliaio) di persone a poter cambiare. Anche per conoscere questi dati basta semplicemente leggere, a meno che non crediate che l’ARPAC imbrogli.
Punto 6: lasciamo perdere perché è una frasetta a effetto per i tonti messa lì tanto per far numero.
Un commento
Michele Ria
Ecco finalmente un tecnico che conferma ciò che ho scritto qualche giorno fa, non posso che condividere al 100% ciò che scrive il Dr. De Cesare.Solo su un punto dissento il gruppo La grande Onda ha spinto la gente ad aprire gli occhi ora. A me interessa poco che dietro ci sia Tito o altri. Ma 6 mila persone hanno capito anche grazie agli interventi critici ma costruttivi di De Cesare, Luigi de Paquale, Raffaele Attardi, Franco Cuomo, Claudio D’esposito eccetera che la situazione è più grave di quello che i politici ci vogliono far apparrire e la colpa è senz’altro della GORI, dei Sindaci ma anche di tantissimi di noi cittadini che non vogliamo rispettare le leggi che sono severissime, soprattutto in Italia ma nessuno le vuol rispettare.