Sorrento

Raffaele Lauro sulle le “liste di proscrizione” di Peppino sindaco

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Riceviamo e pubblichiamo in esclusiva per PinP l’intervento dell’ex Senatore sul commento al voto di Sorrento pubblicato oggi sul settimanale Agorà.

di Raffaele Lauro

Raffaele LauroL’articolo di “regime“, pubblicato su un giornaletto locale, forse scritto su commissione, che mi ha onorato, con la definizione, insieme con il mio amico (vero) Giuseppe Stinga, di “sconfitto eccellente”, potrebbe essere liquidato con una sonora risata, in ragione di chi l’ha scritto e di chi lo ha ispirato. Tuttavia, poiché somiglia, insieme ad altri pezzi contestuali, ad una vaga forma di intimidazione, merita qualche riflessione più articolata, nel rispetto proprio del popolo sorrentino, che ha confermato trionfalmente l’avv. Giuseppe Cuomo nel secondo mandato. Nel socialismo reale veniva affidato alla Pravda il compito di regolare i conti con gli avversari sconfitti, fatti additare da Stalin, dopo averli cacciati dal Politburo, al pubblico ludibrio, con liste di proscrizione e distinzioni tra “buoni” (i sudditi fedelissimi, da premiare con incarichi, privilegi e sinecure) e “cattivi” (gli avversari sconfitti, da punire, perché avevano osato mettersi contro il tiranno). Questi ultimi, poveretti, magari intellettuali e scrittori di fama, quando non venivano passati subito per le armi, nel cortile della Lubjanka, erano spediti, ai lavori forzati, in Siberia, con conseguente morte lenta, tra mille stenti.

Festa CuomoFortunatamente, non rischio la stessa sorte, perché siamo in una democrazia, anche se una democrazia sempre più malata e, non di rado, puramente formale. Questo esordio infelicissimo del “vittorioso Peppino“, non so se da lui direttamente ispirato o governato da qualche solerte famiglio oppure da altro interessato scrivano, e, comunque, da lui presumibilmente avallato, costituisce un segnale allarmante, gravissimo, che getta un’ombra obliqua di sospetti e di dubbi sul futuro della nuova Amministrazione. Mi ha confermato, comunque, di aver fatto la scelta giusta, una scelta, disinteressata e di coscienza, ancorché oggi perdente, nel sostenere moralmente Marco Fiorentino, una scelta indotta, come ho precisato a Cuomo, negli scambi di cordialità, da decisioni, assunte dall’Amministrazione, alla fine del primo mandato, a mio giudizio, sbagliate, arroganti, illegittime e scorrette.

Quando un politico vince e non si accontenta di vincere, mostrando generosità, lungimiranza e tolleranza, specie con gli avversari, ma vuole stravincere, umiliando gli sconfitti, ha posto in essere le basi della sua autodistruzione. Senza scomodare Shakespeare, Machiavelli o Montesquieu, basterebbe ricordare, a proposito, un antico adagio sorrentino: “Quando le formiche vogliono morire, mettono le ali“. Se il “vittorioso Peppino” ha voluto lacerare anche un antico rapporto personale, fino ad oggi, di stima, di affetto e di gratitudine, nonostante la mia totale disistima verso alcuni suoi potenti sodali, interni ed esterni a Sorrento, cacicchi del “regime”, che lo sostengono e lo accompagnano, me ne dolgo, sicuramente, e molto, ma mi adeguo a questa inattesa decisione.

trasparenzaDa questo momento, infatti, seguirò, con maggiore attenzione del passato, l’attività amministrativa e non esiterò a denunziare, pubblicamente, qualora si verificassero, atti illegittimi o dettati da interessi esclusivi di parte, secondo l’alto monito dei Parroci di Sorrento, a partire dalla lotta al gioco d’azzardo, dilagante, incontrastato, a Sorrento e in Penisola Sorrentina, e ai tentativi di infiltrazione criminale, nel tessuto economico di Sorrento, sempre in agguato. Buona fortuna, Signor Sindaco vittorioso, ma, credo che, con questi Tuoi compagni di potere, stenterai a governare e Ti sarà molto difficile portare a regolare conclusione il Tuo secondo mandato.

Voglio anche rassicurare l’occhiuto estensore dell’articolo che le mie relazioni, in Penisola Sorrentina o a livello nazionale, non sono state mai foriere di pacchetti di voti, neppure di uno solo, da destinare a Fiorentino o a chicchessia, in quanto io non ho mai avuto clientele elettorali, non ho interessi economici o commerciali da salvaguardare, non organizzo eventi e feste per interessi personali, non ho creato ad hoc cooperative per ottenere appalti, magari a trattativa privata, non esercito l’avvocatura alla ricerca di incarichi professionali, ben retribuiti, non ho conflitti di interesse tra attività professionale e incarichi pubblici, non sono solito minacciare, intimidire, ricattare, promettere o rinfacciare favori, per ottenere il consenso elettorale, né praticare, sistematicamente, organicamente e, oserei dire, scientificamente, con un controllo capillare del territorio, su larga scala, il voto di scambio.

GIAMBATTISTA-VICOIo semplicemente amo la mia terra e, nel mio piccolo, cerco di diffondere, oggi solo con i miei scritti, l’immagine positiva di Sorrento e della Penisola Sorrentina, a livello nazionale e all’estero. E continuerò a farlo, ritornando sempre a Sorrento per sottoporre ai miei amici Sorrentini il mio lavoro e la mia dedizione alla nostra città. Mi auguro, per questo, comunque, di non avere bisogno, per poter entrare a Sorrento, di un lasciapassare, di un visto o di un gradimento di qualche satrapo locale, essendo stato inserito, mio malgrado, nella lista di proscrizione dell’Amministrazione Number 2 di Cuomo&Company. Nell’unico giorno, ultimo della campagna elettorale, speso a Sorrento, senza visitare abitazioni private o circoli di potere, ho ascoltato, nelle piazze, gli interventi di molti giovani, animati da un grande spirito di servizio alla comunità cittadina. A loro mi rivolgo, affinché non smarriscano lo spirito di rinnovamento, anche di fronte ad un presente, pieno di miserie e senza alcuna nobiltà, e non cessino mai di sperare e di lottare per il meglio di Sorrento. In questo rinnovato servizio, sarò loro vicino, per vigilare e organizzare il futuro. Un futuro, che, come insegna la vita e la storia, la storia di Giambattista Vico, risulta, spesso, più vicino di quanto appaia.

 

Un commento

  • Pippo, cittadino per caso

    ma quell’arresto da parte della PS del signore 83enne costretto a fotografare la scheda elettorale e quella denuncia per il tizio che comprava voti a 50 euro come sono andate a finire? si sa per conto di chi operava ?sappiamo di tanti che hanno votato perché hanno avuto promesse o minacce….tutte chiacchiere? ma siamo curiosi di sapere per conto di chi comprava voti quel signore!Una cosa del genre non l’avevo mai sentita nella civilissima città tassiana

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