Primarie, vince De Luca e sarà lui lo sfidante di Caldoro alle regionali
Vincenzo De Luca si aggiudica il 52% dei consensi e con oltre 10mila voti di scarto sconfigge l’eurodeputato e diretto avversario Andrea Cozzolino per la carica di candidato del centro-sinistra per le elezioni regionali di maggio 2015. L’ex sindaco di Salerno ha ottenuto una schiacciante vittoria confermando quei sondaggi che lo volevano vincitore su Cozzolino e mette così spalle al muro il Partito Democratico che, a questo punto, gli consegna la candidatura a governatore della Regione Campania. Per Caldoro si tratta di un’ottima notizia visto che su De Luca pendeno gli effetti della Legge Severino con la conseguente ineleggibilità. Circostanza che se dovesse perdurare fino alle elezioni, di fatto trasforma De Luca in un non-avversario visto che, se pure vincesse le elezioni, non potrà sedere sullo scranno di governatore della Campania.
Queste primarie dimostrano soltanto due cose: il PD ha fatto svolgere una sceneggiata utile, alla fine, solo a far cassa avendo intascato per ciascun elettore (iscritti esclusi) due euro e infischiandosene delle conseguenze implicite in questo voto. In secondo luogo questo tipo di primarie suscettibili di qualsivolgia condizionamento da parte di terzi estranei all’area del centro-sinistra, finisce col pregiudicare l’esito della vera consultazione regionale a danno proprio dell’elettorato di centro-sinistra. Si conferma che ormai la politica è in mano a clan legalizzati che fanno il bello e il cattivo tempo sulla pelle dei cittadini. I quali, se ancora non se ne erano resi conto, da oggi hanno una ragione in più sia per rifiutare altre primarie, sia di sottrarsi al voto vero che sta diventando sempre di più prerogativa dei clan medesimi e dei loro variegati interessi che si manifestano sotto diverse forme. Ovviamente queste considerazioni prescindono dalle valutazioni sui candidati che, se avessero avuto ciascuno a cuore le sorti del proprio partito, della propria coalizione e soprattutto della Regione, si sarebbero comportati in ben altro modo mettendo loro spalle al muro il PD per rispetto dovuto agli elettori.
Per quanto riguardo il risultato nella Penisola Sorrentina va subito detto che le primarie sono state un fallimento in termini di partecipazione, ma soprattutto la debalce è dovuta alla crisi ormai irreversibili di un PD ovunque incapace di affermare una propria identità politica anche solo territoriale. A Sorrento e a Massa Lubrense dove si voterà per le amministrative a maggio (insieme alle regionali) le primarie potevano rappresentare una grande occasione di marketing politico per il PD locale. Soprattutto a Sorrento dove ancora non è stato scelto il candidato sindaco. I risultati sicuramente non sono incoraggianti per nessuno, figurarsi per Ferdinando Pinto che deve sciogliere la riserva o qualcun altro che potrebbe coltivare il sogno di frapporsi, con qualche chance di successo, allo scontro titanico tra Giuseppe Cuomo e Marco Fiorentino. A Piano di Sorrento, con 73 votanti, si è toccato davvero il fondo e quando manca meno di un anno e mezzo dalle amministrative, forse è davvero il caso di rivedere qualcosa in questo partito che non ha più nè capo nè coda, sul piano politico e istituzionale!