WWF, Claudio d’Esposito: “vale ancora la pena denunciare?”
“Vale ancora la pena denunciare?” E’ il quesito che pone Claudio d’Esposito, presidente del WWF Penisola Sorrentina, all’indomani della sentenza di prescrizione che ha assolto gli ex vertici Gori dal reato di inquinamento ambientale per il depuratore di Torca. Una domanda che si pongono anche quanti, impegnati su altri fronti nel contrasto alla mala-amministrazione, alle troppe corruzioni e collusioni che inquinano la pubblica amministrazione, non vedono coronati da riscontri un lavoro difficile e scomodo assai per le conseguenze che spesso ne derivano.
Insomma c’è il rischio di una sopraffazione del più forte (la politica) sul più debole (il cittadino) senza che l’arbitro (forze di polizia e autorità giudiziaria) faccia la parte che gli compete! Le ragioni sono tante, molte evidenti, altre meno. Lo stesso dicasi per la libera informazione messa a drua prova e sempre più a rischio estinzione per l’arroganza del potere e per le sue connivenze utili a contrastare la denuncia civile e la conoscenza di questo modo di gestire il bene pubblico. Per dare una risposta al Presidente del WWF e a quanti si pongono la domanda d’attocco dei questo post, ricordiamo la storia del “giudice di Berlino“.Si tratta di un modo di dire ripreso da un’opera di Bertold Brecht che racconta la storia di un povero mugnaio che combatteva la sua battaglia contro l’imperatore per un torto che aveva subito. “Ci sarà pure un giudice a Berlino” vuol dire che “prima o poi la giustizia compie il suo corso“. Infatti nella cittadina di Potsdam, non lontana da Berlino, l’imperatore Federico II di Prussia voleva espropriare ingiustamente il mulino del mugnaio e abbatterlo. Perchè? Secondo l’Imperatore rovinava la visione del paesaggio del suo nuovo castello di Sans Souci. Sapeva di avere torto, ma non voleva ammetterlo e pur di non rinunciare l’Imperatore corruppe tutti i suoi giudici e gli avvocati cui si rivolgeva il mugnaio. Il quale però non mollò e alla fine trovò a Berlino un bravo giudice che lo aiutò e vinse la causa contro l’imperatore. Oggi a questa figura di “mitico giudice” si ispira la “Corte di Strasbrugo” che è un tribunale equo per chi rivendica il diritto di tutti a ottenere giustizia. Ecco la ragione per la quale non bisogna mollare. Ci sarà pur sempre un giudice a Berlino anche per gli ultimi, irriducibili avversari della malapolitica. E se mollano loro, pur con tutta la buona volontà questo giudice di Berlino non si ritroverà tra le mani l’oggetto del contendere. Allora si che malapolitica e malagiustizia la vinceranno!
Un commento
Peppe Comunista della prima ora
Un giudice di Berlino ci vorrebbe per ogni comune della penisola sorrentina per condannare tutti i sindaci e gli assessori che tartassano i cittadini con tassi e balzelli che servono solo a pagare gli stipendi di tanti impiegati fannulloni e non per migliorare i servizi che sono sempre più scadenti….per non dire che molti amministratori pubblici stanno lì sulla poltrona solo per fare i loro porci comodi…Ma chiedetevi come mai un politico arriva lì al comune con le toppe ai pantaloni e a “fine carriera” se ne esce ricco con case e macchinoni. Eppure lo stipendio di consigliere assessore e sindaco non è poi molto elevato…corrisponde a quello di un normale impiegato. Come si fanno tanti soldi? Come si comprano tante case?