Contribuenti.it: indagine sulle scommesse, il 37% dei giocatori ha meno di 18 anni
CAPRI – Il 37% di tutte le scommesse sono attribuibili a giocatori di età inferiore ai diciotto anni. Nel 2014 si è registrato un forte incremento pari al 12,1%, ed in soli 3 anni i giocatori minorenni sono passati da 860 mila unità a 4,8 milioni. A rivelarlo è la nuova indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics per Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani illustrata oggi a Capri.
Inoltre il 55% dei giocatori è risultato nullatenente mentre un ulteriore 29% dichiara al fisco di guadagnare meno di 10mila euro all’anno. In pratica l’84% dei giocatori sono poveri “possidenti” e molti di loro hanno la social card.
“L’Italia ha il primato, in Europa, per la maggior cifra giocata al tavoli da gioco, una media quasi 2.430 euro a persona, che vengono sottratti all’economia reale, minorenni inclusi, il cui numero è passato in soli 3 anni da 860 mila unità a 4,8 milioni – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani. – L’erario si preoccupa più di fare cassa che combattere l’evasione fiscale accertando i giocatori nullatenenti”.
I giocatori in Italia sono 33,2 milioni, di cui 8,4 milioni giocano con frequenza settimanale. Il giro di affari nel 2014 potrebbe superare i 115miliardi di euro all’anno, in forte crescita rispetto ai 100 miliardi di euro del 2013, ai 85 del 2012 e agli appena 16 del 2003.
I giocatori più incalliti sono quelli residenti in Molise con il 57%, segue la Campania con il 51% e dalla Sicilia 50,7%. In ultimo posto troviamo quelli del Trentino Alto Adige con il 31,9%.
L’Associazione Contribuenti Italiani propone che vengano introdotte serie misure per combattere il gioco d’azzardo, l’evasione fiscale ed il riciclaggio come quella di vietare il gioco in tutti i luoghi pubblici e applicare il redditometro a tutti i giocatori, previa identificazione degli stessi tramite la tessera sanitaria, al fine di evitare non solo l’approccio dei minorenni al gioco, quanto il diffondersi del riciclaggio, l’usura e l’evasione fiscale.
Un’ulteriore proposta avanzata per combattere l’evasione fiscale e rilanciare l’economia del paese è quella di applicare sulle vincite derivanti dal gioco d’azzardo un’imposta unica sostitutiva (IUG) pari al 50% o quantomeno di tassarle in dichiarazione dei redditi con l’aliquota ordinaria come avviene per i redditi da lavoro dipendente.
“Lo scopo delle istituzioni è quello di combattere l’evasione fiscale, il riciclaggio e l’usura – afferma Carlomagno – non di certo quello dI far cassa ad ogni costo chiudendo tutte e due gli occhi”.