Sorrento, la De Angelis e la Commissione P.O. non invocano il rispetto della “legge Del Rio”
Finalmente anche la politica, dopo che i media l’hanno opportunamente evidenziato, ha sollevato il problema della mancata nomina di una seconda donna nella Giunta Comunale a seguito del “rimpasto-farsa” attuato dal Sindaco Giuseppe Cuomo che si era impegnato a nominare Massimo Coppola nell’esecutivo vincolando, di fatto, il NCD alla prossima scadenza e tornata elettorale, ma avrebbe dovuto farlo nel rispetto delle nuove norme in vigore. Ci sono due ordini di problemi che, ancora ieri, sono stati discussi in Consiglio comunale quando Cuomo ha comunicato la nuova composizione dell’esecutivo. L’opposizione ha rilevato, e contestato, il mancato rispetto delle prescrizioni della Legge “Del Rio” per la quale il rapporto di genere (uomo-donna) non può essere inferiore al 60/40% di un sesso sull’altro. Praticamente il Comune di Sorrento con 6 assessori ha l’obbligo di nominarne almeno 2 di sesso diverso dagli altri 4: cioè 2 donne e 4 uomini, oppure 2 uomini e quattro donne, oppure 3 uomini e 3 donne che sarebbe l’ideale.
Le giustificazioni del Sindaco sono prive di fondamento perchè il problema sta a monte e, ovviamente, non riguarda la nomina del neo-assessore Massimo Coppola, piuttosto la necessità di quadrare i conti garantendo il rispetto della proporzione tra i due generi. Per questo Cuomo avrebbe dovuto sostituire non uno, ma due assessori nominando Coppola e un’altra donna. L’opposizione farà ricorso e quindi l’esecutivo è in carica sub condicione come ha evidenziato Rosario Fiorentino che ha anche attaccato la De Angelis per non essersi prodigata in favore delle donne e quindi per far rispettare la norma di legge. Veniamo così all’aspetto politico del problema e che riguarda da un lato il Sindaco che certamente non può non attenersi alla legge per ragioni politiche e personali che non trovano ragion d’essere; dall’altro è proprio la De Angelis che in virtù della carica assessoriale ricoperta non è esentata dall’obbligo, morale prima che politico, di rappresentare al Sindaco l’anomalia venutasi a creare. Questo in virtù proprio del fatto che la sua presenza in giunta è legata in primis al fatto di essere donna oltre che di far parte della coalizione di Cuomo. In certi momenti bisogna dimostrare autonomia e autorevolezza, tanto più su temi del genere! Nè ci sono giustificazioni per il silenzio della Commissione Pari Opportunità che, quando è istituzionalmente preposta ad assolvere a una funzione che gli è proprioa, non lo fa dimostrando così una subalternità assolutamente fuori luogo. Sarebbe stato sufficiente chiedere proprio alla Commissione di esprimere un nominativo fra i propri membri o di individuarne uno esterno per dimostrare un protagonismo reale. Un’occasione mancata, ma resta l’obbligo di intervento politico.