Il futuro che ci aspetta
di Gaetano Mastellone
Portare alla conoscenza di amici, e non, interessanti articoli di vari personaggi del mondo economico e politico è oggi una giusta “missione”. Dobbiamo approfondire le nostre libere conoscenze che non siano “dettate” dai Media perché loro ci dicono quello che il potere desidera venga detto, nella maggior parte dei casi. Qualche volta riporto anche delle sintesi o dei semplici commenti. Oggi desidero riportare integralmente un interessante articolo dal titolo che mi ha subito incuriosito: Il futuro che ci aspetta. Il dott. Eugenio Benetazzo è un giovane, e seguito, economista indipendente. E’ un personaggio che mi piace perché fuori dal coro! Conosciuto alla stampa di settore come il Nouriel Roubini italiano o lo Steve Jobs dei mercati finanziari per il suo modo irriverente e dissacratore con cui analizza e racconta lo scenario macroeconomico contemporaneo.
Laureato in Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, trader professionista e gestore di patrimoni indipendente, vive e lavora tra l’Italia e Malta, è considerato un vero e proprio guru finanziario soprattutto grazie alla sua ineguagliabile capacità di lettura e sintesi del panorama finanziario e socioeconomico della nostra epoca. Lo seguo da anni leggendo i suoi libri e articoli. Vi posso assicurare che sbaglia poco! Perché sbaglia poco? Semplicemente perché “legge i dati”, li sviluppa, li interpreta in totale libertà di pensiero. Leggete quest’articolo e poi, come è giusto che sia, ognuno se ne farà un suo commento. Buon futuro a tutti noi e soprattutto ai nostri figli.
Se sei nato agli inizi degli anni Settanta, hai vissuto l’infanzia pensando che il tuo futuro da adulto sarebbe stato molto simile a quello che rappresentava allora la pubblicità del Mulino Bianco, un ampio e soleggiato casolare bianco attorniato di verdi alberi maestosi in prossimità di un ruscello rigoglioso e pescoso. La tua famiglia sarebbe stata composta da una bellissima e premurosa giovane donna italiana dai lineamenti mediterranei assieme a due figli educati, rispettosi e simpatici. Questo era quello che si aspettava un bambino dal futuro che lo attendeva alla fine degli anni Settanta. Sono passati più di trent’anni da allora e più di qualcosa è cambiata, a cominciare proprio dalla pubblicità del Mulino Bianco, che ormai tranne nel logo degli spot pubblicitari non si vede più e né tanto meno l’allegra e spensierata famiglia italiana. Adesso è rimasto un povero e divorziato Antonio Banderas che parla da solo in cucina davanti al forno in compagnia di una povera gallina farlocca.
Siamo ormai talmente tutti assorbiti da questa crisi infinita che il nostro pensiero proiettato al futuro non va oltre alle prossime elezioni politiche o alla prossima rilevazione trimestrale del PIL. Eppure in un mondo che sta vivendo con enfasi la terza rivoluzione industriale (prima la macchina a vapore, dopo il personal computer e ora il world wide web con tutte le sue applicazioni) sarebbe edificante per molti quarantenni fermarsi un attimo per provare a proiettarsi in avanti di altri trent’anni per idealizzare il mondo che verrà.
Ammettiamo per assunto che non si verificheranno epidemie e carestie di portata mondiale, che 2050 ci aspetta allora? Di sicuro la famiglia intesa come unione e percorso di vita in comune tra una donna ed un uomo rappresenterà un’istituzione sociale medioevale che forse potremmo ammirare con stupore all’interno di qualche comunità indipendente o riserva protetta da qualche organismo internazionale. Entro il 2050 oltre l’80% della popolazione umana, quasi 9 miliardi, vivrà all’interno di aree metropolitane ad alta densità urbana e grazie alla diffusione di massa dei dispositivi mobili di interazione virtuale le priorità di vita e di relazione sociale di ogni individuo muteranno velocemente e profondamente. Avete visto quanto vi hanno cambiato i social network combinati agli smart phone, aspettate di vedere l’arrivo in massa e le sue conseguenze (devastanti) dei Google Glass.
Tanto per dare un elemento di riflessione: dieci anni fa la prima causa di divorzio era la suocera, adesso sono i social networks. La continua e voluta distruzione della separazione dei due sessi tanto dai media tradizionali che da un establishment finto radical chic contribuirà ad accelerare il processo di metamorfosi della società umana: nei prossimi trent’anni si stima che meno del 40% della popolazione mondiale sarà eterosessuale. I continui miglioramenti in campo medicale porteranno ad ulteriori allungamenti della speranza di vita: il concetto di vecchiaia così come lo conosciamo oggi inteso come anticamera della morte e condizione fisica dalle potenzialità decisamente ridotte rappresenterà un passato che non ci apparterrà più. Si faranno debiti, leasing e mutui per potersi permettere non solo l’allungamento della propria esistenza, ma anche la continuazione di un certo stile di vita, facendosi montare ad esempio il femore bionico o nuovi organi vitali di sintesi, che consentiranno un ringiovanimento complessivo.
Non mi dilungo sulle implicazioni e migliorie apportate a sfondo sessuale. Il concetto di moglie o marito inteso come compagna/compagno per tutta la vita sino a che morte non ci separi verrà superato prima di quello che si possa credere. Già tra quindici anni saranno disponibili i primi partner cibernetici tanto per l’uomo quanto per la donna in grado di interagire perfettamente con gli esseri umani, non invidiando quasi niente a questi ultimi. Il recente film Her con Joaquine Phoenix non è fantascienza, ma solo un occhiatina al futuro che verrà. I figli non rappresenteranno più una priorità o un obiettivo di vita, anzi saranno sempre più considerati o un elemento di peso per il proprio stile di vita o un regalo da farsi per suggellare e cementare un rapporto di convivenza non eterosessuale.
Dopo il 2040 inizierà a manifestarsi la discesa del momentum demografico nella popolazione umana, soprattutto ad opera dei paesi asiatici che stanno già invecchiando più velocemente di quelli europei e statunitensi. La promiscuità e confusione sessuale tanto invocata ed esaltata nei decenni precedenti avrà contribuito a produrre gli effetti desiderati ed aspettati ovvero il disinnesco della bomba demografica, grazie a condizioni sociali e stili di vita per cui nessuno vorrà più avere figli. Il concepimento di nuove nascite, per il mantenimento della popolazione, a quel punto (forse dopo il 2050) dovrebbe essere pianificato ed implementato da una qualche sorta di authority sovranazionale attingendo da un ovocita ed uno spermatozoo presso le varie banche del seme mondiali. Allora, forse qualcuno si ricorderà di aver già sentito parlare di Genitore 1 e Genitore 2 anche in un lontano passato. Articolo di E. Benetazzo.