Campania,  Diario Politico©Raffaele Lauro,  Napoli

Che è diventato il PD campano! Ne parlano su FB Luisa Bossa e Guglielmo Allodi

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Luisa Bossa
Luisa Bossa

Abbiamo “intercettato” su FB una discussione sulla crisi del Partito Democratico in Campania e su alcune strane alleanze politico-elettorali. A discuterne non sono due cittadini qualunque. ma due autorevoli esponenti del PD campano: l’On. Luisa Bossa e Guglielmo Allodi, già consigliere regionale e segretario regionale del partito. Una riflessione pubblica su cui val la pena riflettere visto che tra un mese dovremo recarci alle urne.

Guglielmo Allodi
Guglielmo Allodi

LUISA BOSSA: “Le notizie che arrivano da alcuni comuni campani che si preparano al voto per le amministrative ci riempiono di amarezza e, al tempo stesso, ci allarmano. Ci chiediamo dove sia finita la nostra diversità. Intesa non come alterigia o senso di superiorità ma come rivendicazione di un tratto distintivo. Quello che si muove, o si profila, i centri importanti della provincia napoletana come Torre del Greco, o Gragnano, o Pompei, o Santa Maria la Carità, disorienta innanzitutto noi, gruppo dirigente di un partito che, a volte, sembra smarrito. Immaginiamo quanto possa confondere la nostra gente, quegli elettori che, nonostante tutto, si mantengono saldi sui valori di un centrosinistra che nasce su due parole d’ordine: legalità e rinnovamento. Dovremmo muoverci sempre lungo questa direzione. Legalità intesa come netta discontinuità verso qualunque pratica ambigua, verso tutte le zone d’ombra. Rinnovamento inteso come rottura di un metodo che mescola trasformismo, familismo e opportunismo, costruendo così una politica territoriale che non guarda a valori e merito ma a trame clientelari che sono estranea alla nostra storia, e solo apparentemente portano voti e vittorie, dal momento che la distanza che si apre, così, tra noi e la nostra gente, significa per più che perdere, perdersi.
Confidiamo, in queste ore concitate, in un sussulto di ragionevolezza di chi guida il partito. Si riprenda il timone del Pd, e si conduca questa grande organizzazione sulla rotta più congeniale. Si costruiscano sui territori progetti legalitari e innovatori. Non si abbia paura di lanciare, in Campania, in provincia di Napoli, la stessa sfida per il cambiamento che si annuncia, invece, a Roma”.

GUGLIELMO ALLODI: Carissima Luisa, le tue riflessioni sono nobili, ma devi prendere atto, lo affermo con sofferenza, che il Pd campano ha preso una strada diversa. La strada del consociativismo, della spartizione dei luoghi di potere. Nell’ ultimo congresso è stato consentito il più bieco accordo di potere intorno ad un baricentro che riguardava soltanto un vecchio e logoro accordo di potere. Se i contraenti avessero 70 o 30 anni poco interessava. Nel Pd nostrano, per dirla con un signore democristiano di grande valore, si è aperta la strada alla peggiore Dc. Aggiungo io: a cui si è aggregata la peggiore tradizione comunista meridionale. Cara Luisa ma di cosa parliamo? L’ unica operazione possibile è quella della ramazza.

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