Dal meeting con Raffaele Lauro, Sagristani rilancia il “Comune Unico”
Quella del “Comune Unico” della Penisola Sorrentina sembra essere diventato la “fissa” del Sindaco di Sant’Agnello Pietro Sagristani che oltre a rilanciare l’argomento sui media ha colto l’occasione della presentazione del libro di Raffaele Lauro – Sorrento The Romance – svoltasi ieri mattina in sala consiliare per rilanciare il progetto nell’ambito di un articolato ragionamento grazie al quale l’unione territoriale della Penisola rappresenterebbe la risposta ottimale all’esigenza sia di un reale protagonismo politico dell’area, sia di un’accresciuta competitività in termini di offerta turistica.
Per comprendere il ragionamento di Sagristani che, ricordiamolo, è stato il promotore del Movimento denominato Lega Sorrentina, è utile approfondire proprio il ragionamento che il Sindaco ha sviluppato presentando l’opera di Lauro. Ovviamente il discorso richiederebbe un confronto più dettagliato con i diversi attori che sono chiamati a partecipare a tale progetto e che non sono esclusivamente quelli politico-istituzionali vista la ricaduta che questa novità genererebbe.
SAGRISTANI: L’ATTO D’AMORE DI LAURO PER SORRENTO
Questa esperienza narrativa è anzitutto un atto d’amore per Sorrento e la sua costa. In quest’angolo di paradiso Raffaele Lauro è nato, si è formato, ha fatto le prime esperienze politiche ed ha insegnato, prima di spiccare il volo come gran commis d’etat e Senatore della Repubblica. Proprio come docente ho conosciuto Lauro. Ho avuto il privilegio di ascoltare, come alunno liceale, le sue lezioni di storia e filosofia. Raffaele Lauro ci coinvolgeva e appassionava come pochi sapevano fare. Lo stesso interesse e la stessa passione che ha saputo trasmettere in questo libro; bello e struggente, ricco di digressioni – Professore, mi verrebbe da dire salgariane – su luoghi, persone e cose delle nostre terre. A partire dai prodotti tipici, limone e arancio in primis; Lauro ci spiega – con la civetteria dell’erudito ed il rigore del filologo – come sono arrivati fino a noi ed è un piacere perdersi nei meandri di tante piccole storie di uomini e cose che poi si ricompongono e ritrovano unità nella grande storia del territorio e degli eventi “terribili e mirabili” dell’epoca che trovano compimento nella battaglia di Lepanto. Un evento decisivo nella storia mondiale e nel rapporto tra le religioni. E’ infatti con la battaglia di Lepanto che si ferma l’islamizzazione dell’Europa.
IL VALORE DEL ROMANZO STORICO
Ma vorrei in modo particolare soffermarmi sullo strumento che Lauro ha scelto per parlare della Penisola: il romanzo storico. Del romanzo storico possiamo dire ciò che Benedetto Croce diceva della storia ovvero che essa è sempre contemporanea, perché parla agli uomini ed alle donne del tempo presente che la interpretano secondo le categorie a loro coeve. Così in Sorrento The Romance il Professore racconta fatti, con la precisione dell’archivista, che risalgono a circa cinquecento anni fa, ma che offrono spunti e suggestioni al tempo presente. Il romanzo su Sorrento, parla di noi e della nostra terra – della sue bellezze e dei suoi ritardi – utilizzando la storia come metafora. Anche Manzoni che ha scritto con i Promessi Sposi, il romanzo storico per eccellenza, descrive fatti e vicende del 600’ lombardo per parlare in realtà agli italiani della sua epoca affinchè si liberassero dal gioco straniero e formassero l’Italia unita. Quali spunti sull’attualità ho trovato nel testo di Lauro? C’è un episodio, a mio avviso centrale nel romanzo, che spiega la società ed il sistema di potere dell’epoca e che può al tempo stesso spiegare tante cose dell’oggi. Sorrento e Massa sono invase e devastate dai Turchi nel 1548 perché i patrizi locali si dividono.
CLASSI DIRIGENTI SENZA LUNGIMIRANZA
Le classi dirigenti dell’epoca non vogliono pagare il costo dello stanziamento delle truppe vicereali. Mancano di lungimiranza e di generosità verso se stessi e verso il territorio. Ciascuno bada al “proprio particulare”. E così Sorrento e Massa sono lasciate sguarnite, prive di difesa e saranno facile preda dei saraceni che consumeranno una razzia inenarrabile. Gli uomini fatti schiavi, le donne umiliate, ed in mezzo rovine e povertà morale e materiale. Ben più grande sarà la somma che i potenti locali e tanta parte della popolazione dovranno pagare per avere indietro gli ostaggi. Più che dai Turchi Sorrento e la sua costa furono distrutte dal male della divisione. Come non ricordare a riguardo un celeberrimo discorso di Aldo Moro: il male della divisione ci distruggerà. Un tema, questo della divisione foriera del male sociale e politico, ripreso più volte negli anni trascorsi con forza e suggestione evocatrice da un altro grande padre nobile della Repubblica, il compianto Senatore a Vita Francesco Cossiga, cui proprio il Senatore Lauro ha dedicato un libro bellissimo: Cossiga Suite. La divisione distrusse la Penisola allora e rischia di comprometterne il destino anche oggi. Eppure il libro ci racconta che fin dai primi decenni del cinquecento c’era una comune identità storica e geografica che distingueva la penisola sorrentina dal resto del territorio provinciale. Una comunanza che affonda le proprie radici nella notte dei tempi.
L’UNIONE DEI COMUNI
La Penisola ha avuto a lungo una sua insularità legata alla particolare conformazione del territorio che aveva nel mare lo strumento di collegamento più facile. Solo con la costruzione della strada carrozzabile, negli anni trenta dell’800, il nostro territorio perde in parte queste caratteristiche. Ma i tratti salienti dell’essere sorrentini sono ancora oggi parte integrante della nostro identità collettiva. Sulla scia di queste considerazioni riprendo una mia proposta: la realizzazione del Comune unico della Penisola sorrentina. E’ questa la principale urgenza istituzionale che abbiamo davanti nell’immediato. E’ questa la sfida con cui le classi dirigenti e le popolazioni devono confrontarsi. Il nostro territorio è spesso percepito come un gigante economico, ma un nano politico. Il nostro PIL turistico è tra i più alti della Campania, ma sui tavoli istituzionali non contiamo quanto meritiamo. Non siamo in grado di farci sentire perché siamo divisi. Ridiamo unità al nostro territorio e così avremo più forza per intercettare fondi, per far valere i nostri talenti, per ridurre i costi della politica e semplificare il quadro istituzionale. Queste considerazioni si inseriscono nell’ambito di una battaglia politica condotta qualche anno fa proprio dall’allora Senatore Raffaele Lauro. Lauro, consapevole di queste criticità, propose lo strumento dell’Unione dei Comuni come prima forma per uscire dal municipalismo esasperato che caratterizza la penisola sorrentina. Fu una battaglia politica e culturale condotta con la consueta generosità e passione dal Senatore. L’esito fu sfortunato. Ma oggi il senso di quell’impegno va ripreso. Il Comune unico è il futuro della Penisola sorrentina.
Un commento
ENRICO
QUANTE BALLE. Tutti sappiamo che con certi personaggi certi risultati sono irraggiungibili.