Oggi Raffaele Lauro compie 70 anni. L’anteprima del nuovo libro “Caruso The Song”
LA BIOGRAFIA INTERIORE DI LUCIO DALLA ATTRAVERSO IL SUO CAPOLAVORO E IL SUO LEGAME CON SORRENTO
di Vincenzo Califano
Abbiamo intervistato Raffaele Lauro sulla sua nuova opera, in corso di scrittura, dedicata al legame sentimentale di Lucio Dalla con la città di Sorrento, legame che ha trovato il compimento nel suo capolavoro, la canzone “Caruso“, ormai conosciuta e celebrata in tutto il mondo, diventata il cavallo di battaglia di cantanti leggeri e tenori famosi. L’opera rappresenta un nuovo omaggio che Lauro vuole rendere alla sua città e, congiuntamente, al grande artista scomparso. Pubblichiamo, oggi, nel giorno del settantesimo compleanno del prolifico scrittore sorrentino (Raffaele Lauro è nato a Sorrento, nella grande Sorrento, il 10 febbraio 1944). E’ appena rientrato da un giro di presentazioni, in Sud America, del romanzo storico “Sorrento The Romance“, ed ha ripreso il tour nazionale di manifestazioni, ripartendo dalla Penisola Sorrentina: il 21 febbraio a Piano di Sorrento e il 1 marzo a S.Agnello, sotto l’egida delle rispettive Amministrazioni Comunali.
Innanzitutto, auguri per questo traguardo dei settanta anni, in buona salute e in piena attività! Molti suoi amici e concittadini sono stupiti di questo suo iperattivismo.
Niente di eccezionale. Conosco tanti ottantenni che mi volano sulla testa. Cito, per esempio, Vincenzo Scotti e l’operaio-imprenditore Riccardo Ruggeri, che, ieri sera, in televisione, ha dimostrato una lucidità straordinaria e una capacità propositiva ammirevole, rispetto alla crisi italiana. Ha detto: abbattete la fascia alta della burocrazia italiana e salverete il paese. Ha capito tutto! Il segreto sta nel lavorare, sia fisicamente che intellettualmente. Ho alle spalle l’esempio dei miei genitori e delle mie nonne. Mia madre, a 92 anni, seguiva i dibattiti politici, il calcio, la boxe, come una ragazza. Bisogna dare il massimo di se stessi, fino alla fine, se la salute non ti abbandona. L’idea della pensione, come inattività, mi provoca l’orticaria. La rifiuto.
Come e’ andato il tour di “Sorrento The Romance, in Sud America?
Molto bene, nel senso di un’accoglienza entusiasta, dappertutto, ma mi hanno chiesto di ritornare con la versione spagnola del romanzo storico, che sarà pronta entro il 2014.
Sta procedendo alla scrittura del romanzo su “Caruso”, Sorrento e Lucio Dalla? Le sono state utili le testimonianze dirette dei sorrentini, amici di Dalla?
Del vecchio progetto, elaborato sulla base della lettura delle opere romanzate su Enrico Caruso, su Lucio Dalla e sulla canzone “Caruso“, è rimasto solo il titolo “Caruso The Song“, mentre ho deciso di inserire un sottotitolo “Lucio Dalla e Sorrento“, nonché la citazione dei primi versi della canzone, che mi ha suggerito, brillantemente, Antonino Siniscalchi: Qui dove il mare luccica e tira forte il vento…Per il resto, le interviste che ho raccolto, nei mesi scorsi, dagli amici e dai collaboratori di Lucio, mi hanno convinto a puntare su una chiave, nuova e diversa, più vera e più autentica, dell’opera! Non più un romanzo su Lucio Dalla, ma la “biografia interiore” di Lucio Dalla. La sua “humanitas“, la sua sensibilità di uomo e di artista, la sua capacità di dialogare con tutti e di legare umanamente con tutti. Di ascoltare e di “sentire” i sentimenti altrui, di recepirli e farli suoi! Un caso unico!
Sarà, quindi, un’opera più di poesia che di prosa?
Sarà un’opera poetica, nella ispirazione e nei contenuti, partendo da episodi legati a luoghi, a persone e a vicende della nostra Sorrento, con il mare onnipresente. Ne verrà fuori il Lucio poeta, il Lucio uomo, il Lucio cantore della Natura, con le sue passioni, con i suoi amori, con le sue solitudini, con le sue esaltazioni, con le sue melanconie e con il suo stupore fanciullo, di fronte alla bellezza, umana e naturale. Ed anche il suo amore per lo sport, come attività fisica.
Come si intreccia questa “interiorità” di Dalla con Sorrento?
I riflessi luminosi, come le ombre, della sua anima e del suo spirito di artista sono mediati dal forte legame con la nostra città, come testimoniano alcuni episodi e come confermano i testi delle sue canzoni, prima e dopo “Caruso”.
Come, dunque, verrà strutturata l’opera?
L’opera e’ strutturata in dodici capitoli, che prendono spunto da fatti reali, da episodi verificati e da testimonianze certe, per trasfondersi e sublimarsi nelle sue composizioni.
Ci può fare un solo esempio, in via eccezionale?
Due capitoli sono intitolati rispettivamente: “Fauno Notte” e “La Scogliera“. Nel primo luogo si è consumato l’esordio, fisico e artistico, insieme con il complesso musicale dei Flippers, negli anni sessanta, tra Lucio e Sorrento, per merito di Franco e di Peppino Jannuzzi. Strepitoso l’episodio dell’allagamento estivo, causato da un fortunale, del night club, con Lucio, il quale, in piedi, su un tavolo, nel caos e fuggi fuggi generale, al buio, e in piena emergenza, batte i piedi, suona e canta la fine del mondo. Sublime!
E “La Scogliera”?
“La Scogliera” e’ il cuore pulsante di Marina Piccola, del porto. Sulla terrazza del bar-ristorante di Angelo Leonelli, amico del cuore di Lucio, si è accesa la luce dell’ispirazione per il capolavoro “Caruso“. Lucio era curioso di tutto, divorava ogni informazione, ogni notizia, ogni espressione dialettale, ogni battuta che ascoltava. Tutto annotava, in un quadernetto dalla copertina nera. Poi, macerava l’insieme dentro di sè, di notte o sugli orizzonti marini, e ne veniva fuori una gemma preziosa, un verso, una nota, una melodia. Così è stato anche per “Caruso”.
E lo sport? Questo fatto rappresenta una novità?
Affatto. Lucio era sportivissimo, specie nelle specialità marine. Amava la pesca subacquea, ma con limitato successo di prede. Pochi sanno, inoltre, che Lucio adorava il basket e fece predisporre, dai suoi amici della Marina Piccola, un canestro sulla spiaggetta di sabbia, dietro all’approdo delle barche, sotto l’Excelsior Vittoria. Dopo aver sistemato la sua barca (i nomi delle sue barche costituiscono un’altra epopea, a partire dal “Catarro“), si dilettava a giocare, da bassotto, con i giganteschi marinai del porto. Per niente intimidito da tanta possanza, appena afferrava la palla e volendo vincere, Nino, un giovanottone sorrentino, altissimo (purtroppo prematuramente scomparso), lo placcava, lo sollevava al cielo e gli consentiva di andare a canestro, tra gli applausi e le risate di tutti gli astanti della spiaggetta e di Marina Piccola. Momenti di semplice e tenera felicità, quasi di incanto, che esaltavano il suo animo fanciullo.
Quando leggeremo “Caruso The Song”?
Non prima dell’autunno. Il lavoro di prima stesura risulta facile. La definizione del testo più complessa. Lo pubblicherò, inoltre, da subito, nello stesso volume, sia italiano che in inglese. Sono certo che farà commuovere quanti lo hanno conosciuto e amato, anche solo attraverso le sue canzoni. Sciolgo così un debito di gratitudine, che assunsi, nella chiesa del Capo di Sorrento, il giorno della celebrazione della Messa, in suffragio per la sua immatura scomparsa. Anche a nome della mia città, ad un artista straordinario, ad un poeta, ad un folletto lirico, il quale ha rinverdito, con “Caruso”, la fama di Sorrento, nel Mondo: una canzone-capolavoro, dalla melodia immortale, che ha raccolto il testimone di “Torna a Surriento”. Grazie, Lucio!