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Schisano (PD): “Piano traffico intercomunale? C’è ancora quello inattuato del 1997”

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Alessandro Schisano (PD)
Alessandro Schisano (PD)

SORRENTO – “Correva l’anno 1997 e  i Comuni di Sorrento, S. Agnello, Piano di Sorrento e Meta sottoscrissero un accordo per redigere un Piano Generale del Traffico Urbano intercomunale. Successivamente si unirono anche i Comuni di Vico Equense e Massa Lubrense. Quello strumento, obbligatorio per legge, dovrebbe essere costato ai contribuenti circa 170.000.000 delle vecchie lire (dovrebbe essere stato ricevuto a tal proposito anche un finanziamento regionale). Con esso si voleva ottenere il risultato di migliorare sia le condizioni di circolazione che di sicurezza stradale, oltre che ridurre l’inquinamento atmosferico ed acustico.
Che fine ha fatto quel Piano del Traffico intercomunale? E’ stato mai attuato? Le azioni che suggeriva sono state mai messe in campo insieme dai Comuni? Me lo chiedo anche perché oggi leggo che si vorrebbe istituire un tavolo tra alcuni Comuni peninsulari per affrontare il problema del traffico. Ma quali tavoli? I tavoli lasciamoli stare. Si mettano in campo invece azioni concrete, iniziando a tirare fuori dai cassetti i progetti già esistenti e pagati con i soldi dei cittadini“. Così Alessandro Schisano, consigliere comunale PD a Sorrento, commenta l’annuncio dell’istituzione di un “tavolo intercomunale” per varare un progetto unitario della mobilità in Penisola Sorrentina, un piano traffico intercomunale che affronti seriamente una delle emergenze più scottanti di questo territorio.

Il tema è tornato di attualità all’indomani del varo di una mini-rivoluzione delal viabilità da parte dei Comuni di Piano di Sorrento e Sant’Agnello e che ha generato una serie di criticità affrontate, e in parte risolte, con un’ulteriore modifica del senso di marcia sul versante a mare della Penisola Sorrentina. Tre Assessori al corso pubblico – Giuseppe Tito a Meta, Salvatore Cappiello a Piano di Sorrento e Antonino Castellano a Sant’Agnello – hanno deciso di dar vita a un’iniziativa congiunta con l’intento di fornire una risposta coerente e soprattutto adeguata alla problematica. L’intervento di Schisano diventa quindi soprattutto un richiamo a un senso di responsabilità da parte degli amministratori che, probabilmente, nel 1997 erano tutti e tre già nelle rispettive amministrazioni. Forse tirar fuori dai cassetti quel piano (sembra addirittura che qualcuno dei Comuni peninsulare sia ancora debitore a quello di Sorrento della propria quota) e partire da quello studio per aggiornarlo alle mutate situazioni del territorio può rappresentare un buon inizio utile anche, coi tempi che corrono, a contenere le risorse finanziare da impegnare nell’operazione. All’epoca il progetto con le relative prescrizioni attuative non superò l’esame dei vari Consigli comunali perchè ognuno di essi intendeva apportarvi modifiche confacenti alle proprie esigenze e ai propri interessi. Fu subito evidente l’impraticabilità dell’operazione che, concepita sul piano tecnico globale dell’area, ne avrebbe stravolto i termini e compromesso l’efficacia. Il problema resta perciò lo stesso di allora: un progetto globale che razionalizzi la mobilità può essere adottato soltanto se tutti i Comuni abdicano alla propria sovranità (e realtivi interessi) in favore di una visione comprensoriale della mobilità. Altrimenti tutto è destianto a restare lettera morta con altre risorse finanziarie sprecate.

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