Mario Monti si dimette da “Scelta Civica”: nessuno si strappa i capelli!
ROMA – L’ex presidente del consiglio Mario Monti lascia “Scelta Civica” il Movimento fondato per sostenere l’area centrista alle elezioni politiche e che si è rivelata un flop. La sua discesa in campo alla guida del Governo nel momento più critico della crisi politico-economico-finanziaria italiana era stata salutata con grande ottimismo dal Paese che riconosceva al Professore un ruolo istituzionale di personaggio estraneo (?) ai giochi della politica e soprattutto credibile sul piano internazionale. In effetti con Monti alla guida del Governo si è intrapresa una lenta riabilitazione politica dell’Italia, anche se il suo operato alla guida dell’esecutivo si è rivelato un disastro e, in molti casi, un bluff di cui presto sono emersi i contorni e non solo quelli.
La sua contestuale nomina a senatore a vita da parte di Giorgio Napolitano si è rivelata una mossa che non ha prodotto gli effetti sperati perchè Monti è entrata a gamba tesa sullo scenario della politica per giocare una partita in proprio che gli ha fatto rapidamente perdere quell’alone di credibilità e di autonomia (?) che generalmente gli veniva riconosciuto. Le ultime performance ne hanno ulteriormente pregiudicato l’immagine e la credibilità per cui le sue dimissioni sicuramente non provocheranno un terremoto nella politica italiana e nel suo schieramento costantemente alla ricerca di un ruolo più consistente che gli elettori gli anni negato. E’ chiaro a questo punto che per l’area centrista dove ancora Pier Ferdinando Casini tira le fila del movimento, si aprono nuove prospettive legate soprattutto agli eventuali sviluppi interni alla crisi del PdL-Forza Italia. La principale responsabilità, anzi colpa di Monti è stata quella di aver tradito la funzione di “tecnico prestato al governo“, circostanza che renderà sempre più difficile ipotizzare futuri scenari di governi tecnici qualora se ne presentasse la necessità per la crisi del sistema politico italiano incapace di rinnovarsi e di mettersi alle spalle un ventennio e oltre di inciuci e di malgoverno che la spina dorsale del Paese ha pagato e sta continuando a pagare. Colpe che sono diffuse e coinvolgono pure il Capo dello Stato che di fatto ha stravolto il proprio ruolo con un’invadenza sistematica nella politica e nel governo del Paese di cui sta concorrendo a demolirne l’impianto costituzionale.