Protesta dei Marittimi per l’innalzamento dell’età pensionabile
In riferimento alla recente equiparazione dei requisiti di pensionamento contemplati dalla legge Fornero, l’associazione nazionale Gente di Mare ed il Collegio dei Capitani di lungo corso (compartimento di Napoli) ribadiscono la ferma opposizione ad un provvedimento che rischia di penalizzare pesantemente la categoria dei marittimi. Forti perplessità suscita l’innalzamento dell’età pensionabile per il personale di macchina: quest’ultimo, infatti, per vedersi riconosciuta l’anzianità speciale, dovrà raggiungere non più il 56esimo ma il 57esimo anno d’età; dal 2018, inoltre, per vedersi riconosciuta l’anzianità speciale bisognerà aver compiuto addirittura il 58esimo anno d’età.
“La scelta operata dal Consiglio dei ministri appare tanto inopportuna quanto contraddittoria – spiegano Antonino Persico e Pietrantonio Cafiero, presidenti rispettivamente dell’associazione Gente di Mare e del Collegio dei Capitani di lungo corso (compartimento di Napoli) – In primo luogo, essa non riconosce la specificità del lavoro prestato dai marittimi, per i quali è evidentemente più difficile completare il periodo necessario per conseguire la pensione. I lavoratori del mare, infatti, non lavorano 12 mesi l’anno come il personale di terra. E questo pur godendo di un trattamento privilegiato che, ai fini pensionistici, equipara nove mesi e venti giorni d’imbarco ad un anno di lavoro. In seconda battuta, l’atteggiamento del governo sembra contraddittorio: è irragionevole innalzare l’età pensionabile del personale di macchina, sottoposto ad un lavoro che, da sempre, il Legislatore italiano qualifica come usurante”.
Le associazioni contestano anche l’età pensionabile fissata per il personale di coperta, giudicandola non conforme alle esigenze di comando ed ai requisiti fisici di cui ogni marittimo dev’essere in possesso: “È inaccettabile che un lavoratore del mare debba attendere il compimento dei 67 anni per maturare il diritto alla pensione – continuano Persico e Cafiero – Ad esempio, come si può pensare di affidare un mezzo veloce ad un marittimo quasi 70enne? Allo stesso modo, un marittimo anziano non può affrontare emergenze come un incendio o un abbandono-nave. Il lavoro a bordo presuppone riflessi pronti ed un vigore fisico che un marittimo quasi 70enne non può avere. Costringere il personale di coperta a restare in servizio fino al compimento del 67esimo anno d’età, rischia di compromettere la qualità del servizio reso dal personale stesso e dalle compagnie di navigazione ai passeggeri, e di non garantire a questi ultimi adeguati standard di sicurezza. Sono anni che invochiamo, ahinoi senza successo, un significativo abbassamento dell’età pensionabile per i lavoratori del mare. Ecco perché chiediamo al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, unitamente al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di tenere in maggiore considerazione la specificità del lavoro marittimo, ribadendo la nostra completa disponibilità per un confronto concreto e propositivo anche sui temi relativi all’età pensionabile”. (comunicato stampa C. Viggiano)