Il triste risveglio della vecchia politica…Grillo detta legge!
Il blog di Beppe Grillo continua a essere la voce ufficiale del “Movimento 5 Stelle” all’indomani dello straordinario successo elettorale che ha letteralmente messo fuori gioco la politica tradizionale, quella rappresentata da PD e PDL tanto per intendersi, che stenta a sintonizzarsi su una frequenza completamente nuova imposta dall’arrivo a Roma dei Grillini neo-eletti parlamentari. Nel settembre del 1993 Giampaolo Pansa dedicò all’avvento della Lega un libro intitolato “L’anno dei Barbari“, cioè di come la crisi dei partiti aveva regalato al Paese il fenomeno leghista su cui si nutrivano tanti timori dovuti anche ai loro linguaggi e alle loro scenografie, ma anche aspettative di cambiamento imposte alla sempiterna politica italiana!..
Un fenomeno socio-politico abortito, ma dopo aver prodotto danni devastanti ed essersi tradotto nella rappresentazione del peggio di populismo e di arrivismo politico contrabbandati per cambiamento e per rivoluzione. Come sia finito il bossismo, purtroppo, l’abbiamo visto in questi ultimi 12 mesi ed è stato quasi peggio delle vergogne regalateci dai partiti tradizionali e dalle loro malversazioni che hanno messo in ginocchio la nazione. Vent’anni dopo l’Italia che si considera politicamente normale si trova di nuovo a dover fare i conti con un altro fenomeno politico, nato attraverso un blog gestito da un comico, che poi tanto comico non era nè è, visto che parlava e parla alle menti giovani e nuove del Paese attaverso la rete, senza le mediazioni partitocratiche spacciate per libera informazione, dimostrando di saper usare tutte le potenzialità del web e quindi di saper costruire una nuova comunità politica e soprattutto prospettando una visione alternativa del mondo rispetto a quello perseguito dal sistema politico dominate e delle sue regole, da tutti accettate pur nell’apparente diversità delle posizioni. La differenza tra i Barbari di Bossi e i Grillini del Movimento 5 Stelle però è davvero tanta e la leadership di Grillo non è paragonabile a quella celodurista di Bossi, intuitivo ma ignorante! Grillo comunica h24, sta facendo una rivoluzione, sta scardinando la vecchia politica mettendo al bando logiche e giochi di potere che 1/4 del Paese non è disposto più a tollerare e l’ha dimostrato, mentre un altro 1/4 è pronto a correre in rinforzo non appena si dovesse prospettare un ritorno alle urne, dando il via alla vera terza repubblica, quella di una possibile maggioranza monocolore grillina. Quando oggi Grillo ha gridato no a qualsiasi governo perchè il governo lo vuole fare lui per realizzare i primi 20 punti del suo programma vuol dire che il suo progetto politico è in fase avanzata, molto di più della consapevolezza dei vecchi leader che sembrano incapaci di gestire questa novità e riflettendo almeno prima di aprir bocca! Stupisce come per esempio un Fassina (Pd) possa commentare le dichiarazioni di Grillo con “…allora si torna alle urne“: è proprio quello che vuole Grillo per spazzare via i residui di Pd e PdL che insieme hanno perso circa 10milioni di voti alle ultime elezioni e fingono pure di non accorgersene. Cosa pensano di poter dire e di poter presentare alle prossime elezioni se dovessero esserci fra pochi mesi? Un’altra volta Bersani e Berlusconi o Monti? Saranno spazzati inesorabilmente via e Grillo l’avrà vinta prima di quanto si immagini! Per restare in casa nostra l’avv Johnny Pollio di Piano di Sorrento, che ha aderito al M5S, alcune settimane fa sintetizzava lo tsunami alle porte con l’obiettivo unico di doversi sfasciare tutto per poter ripartire daccapo! Credo che non si sbagliasse, perchè Grillo sa che se sfascia oggi questo sistema qualcosa di diverso e di nuovo sicuramente verrà fuori ed è chiaro che coloro che non sono abituati a vederla in questo modo perchè son cresciuti e pasciuti all’ombra (del) o nel sistema, hanno paura di quello che si sta preparando e minacciano sfaceli! Purtroppo per loro non hanno più cartucce in canna, o forse una soltanto, e prima di spararla ci devono riflettere bene, ma proprio bene se non vogliono fallire il bersaglio!
Un commento
vittorio d'esposito
PLATONE ED IL MITO DELLA CAVERNA
Nel mito della caverna di Platone, gli uomini sono paragonati a dei prigionieri incatenati in una caverna, con il volto girato verso la parete animata da uno spettacolo d’ombre cinesi proiettate (all’insaputa dei prigionieri) da personaggi che sfilano davanti a un fuoco, all’entrata dei sotterranei.
Per questi uomini , la visione del mondo è limitata a quelle immagini familiari che traducono in modo deformato la realtà che essi non sospettano nemmeno. Ignorano del tutto l’esterno della caverna e il sole che vi brilla. Se potessero cambiare radicalmente ottica per scorgere le altre dimensioni del mondo , comincerebbero a capire la loro situazione , e cercherebbero di liberarsi e di liberare i loro compagni di cattività.
Questo cambiamento di ottica richiede molto coraggio e molto sforzo; Platone suggerisce che i prigionieri si ribellerebbero contro di quelli che volessero far loro girare la testa verso l’uscita della caverna; tanto è difficile nella vita quotidiana, cambiare le nostre abitudini di pensiero e la linea di condotta che ne deriva.
La Realtà è infinitamente più vasta di quella che immaginiamo; per abbracciarne anche la minima frazione , occorre liberare il pensiero da tutte le sue limitazioni.
Come i prigionieri della caverna, gli uomini assistono allo spettacolo del mondo: con i loro sensi vedono vivere gli altri e, mentalmente, osservano la loro vita interiore . Con tutte le informazioni così raccolte , che sono solo apparenze, immagini sempre mutevoli, si mettono a giudicare gli altri e credono di conoscersi.
…ma l’Oracolo di Delfi ha detto:
“Uomo conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei”
Nel mito della caverna colui che è sulla via dell’illuminazione deve prima combattere con i suoi simili per uscire dalla caverna, e godere della luce viva e non di ombre riflesse sulla parete della grotta, ma poi successivamente si troverà a lottare, una volta rientrato, per convincere i suoi simili ad uscire.
Vi è una verità quotidiana in tutto questo. Se noi osserviamo il nostro modo di essere, le nostre manifestazioni, in realtà scopriremo che siamo ciò che mangiamo, ciò che asseriamo, ciò che manifestiamo, e che tutta questa fenomenologia dell’essere è in massima parte una risultante di forze a noi esterne ed interne che tendono a plasmarci.