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L’Agenda per il Sud presentata a Roma da 21 Istituti Meridionalisti

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OBI

ROMA – Si è svolta questa mattina nella Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” a Palazzo Minerva la conferenza stampa di presentazione del Documento-Agenda per il Sud, indirizzato alle forze politiche e parlamentari e alle parti sociali in vista della prossima scadenza elettorale. Il Documento-Agenda è stato redatto e sottoscritto da 21 Istituti meridionalisti: Animi, Associazione per studi e ricerche Manlio Rossi-Doria, Associazione Premio Internazionale Guido Dorso, Censis, Centro Studi e Ricerche Guido Dorso, Fondazione Centro Ricerche Economiche Angelo Curella, Fondazione con il Sud, Fondazione Francesco Saverio Nitti, Fondazione Giustino Fortunato, Fondazione Mezzogiorno Europa, Fondazione Res, Fondazione Sicilia, Fondazione Sudd, Fondazione Ugo la Malfa, Fondazione Valenzi, Formez, Istituto Banco di Napoli-Fondazione, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, IPRES (Istituto Pugliese di Ricerche economiche e sociali), OBI (Osservatorio Banche-Imprese di Economia e Finanza), SVIMEZ… 

In piena campagna elettorale, un invito a quanti si propongono al Governo del Paese ad assumere nei loro programmi elettorali impegni precisi sul tema del Mezzogiorno, grande assente dal dibattito politico di queste settimane.
Alla conferenza stampa hanno partecipato i Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno e i Presidenti e Direttori degli Istituti firmatari. Antonio Corvino, Direttore generale dell’OBI, ha commentato: “C’è troppo poco Sud nella politica italiana, troppo poca Europa.  La correzione della asimmetria Nord/Sud in Italia ma anche la correzione della asimmetria Sud/Nord in Europa, rappresentano i temi centrali delle politiche che dovremmo disegnare e su cui discutere. Temi entrambi assenti, purtroppo, dal dibattito attuale. La ricomposizione del sistema economico italiano non può che ripartire come sottolineato dal documento-agenda presentato stamani e  firmato dalle organizzazioni meridionaliste, dal Mezzogiorno e dalle sue peculiarità  culturali sociali ed economiche, nonché logistiche, territoriali ed ambientali. Cosi come la riorganizzazione virtuosa del sistema Europa non può che partire dalla valorizzazione e rilancio dell’area euro mediterranea.
La socializzazione del debito pubblico europeo, lungi dall’essere una sorta di premio a nazioni, stati e popoli cicala rappresenta, in uno con l’unificazione coraggiosa delle politiche di bilancio e monetarie, l’obiettivo prioritario da perseguire.
Al di fuori di tale obiettivo l’intera area euro mediterranea e, in essa, l’intera Italia e non solo il Mezzogiorno,  è destinata ad un declino senza prospettive, mentre le tasse imposte ai cittadini e alle imprese  lungi dal sostenere i servizi e le infrastrutture continueranno ad alimentare in maniera preponderante gli interessi sui titoli del debito pubblico detenuti dai grandi players  finanziari europei  e mondiali”.

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