Diario Politico©Raffaele Lauro,  Italia

Economia europea, finalmente qualche schiarita

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di Gaetano Mastellone*

Gaetano Mastellone

Ho letto un  Financial Reporting Outlook di una importante banca d’affari internazionale che vorrei, in breve sintesi, condividere e divulgare. Perché? Per il semplice motivo che in tutta questa negatività che ci circonda questi esperti analisti (che stimo per la loro serietà) internazionali ci danno un briciolo di speranza. Think in positive! Quelle che erano nubi cariche di pioggia stanno lasciando lo spazio, nell’area euro, a un cielo nuvoloso, ma con qualche schiarita. Questa è la sintesi, leggendo il report si capisce che nei mercati un certo ottimismo stia facendo nuovamente capolino in tutto il mondo. Un risicato aumento della fiducia…

Anche nell’area euro gli indici di fiducia hanno registrato un aumento da novembre, aumento in quasi tutti i paesi. Migliora, per esempio l’indice Ifo in Germania, gli indici della capacità dell’acquisizione di beni e servizi, Pmi, e l’indice del clima economico della Commissione europea, Esi. Il miglioramento, tuttavia, è arrivato partendo da una base di partenza molto bassa: nonostante la notizia di un forte aumento di 4 punti (tra ottobre 2012 e gennaio 2013), il livello dell’indice per l’intera zona euro è pari a 89, e quindi è ancora molto lontano dalla sua media storica di 100. Ma è in crescita! Piccola crescita dal secondo semestre 2013. Indicatori negativi, al pari della produzione industriale, che non hanno mostrato alcun segno di miglioramento fino a oggi, si legge nel report. Questo, però, è dovuto al fatto che gli indici di sentiment di gennaio 2013 sono già disponibili, mentre i dati sulla produzione industriale ad esempio, sono disponibili solo per il periodo che arriva fino a dicembre 2012. Inoltre, gli sviluppi del sentiment avvengono un po’ in anticipo rispetto a quelli degli indici principali. Ci si dovrà aspettare che la zona euro rimanga bloccata in recessione all’inizio dell’anno, con una graduale ripresa solo più tardi che dovrebbe portare a tassi di crescita lievemente positivi nel secondo semestre dell’anno 2013. Oltre l’attuale raggio di speranza, uno dei maggiori problemi da affrontare sarà il persistere di forti differenze tra gli Stati membri. Da un lato, ultimamente gli indicatori di fiducia sono migliorati sia nel paese con i più alti valori nel corso degli ultimi due anni (Germania) e nel paese con i valori più bassi (Grecia). D’altra parte, tuttavia, si tratta di miglioramenti difficilmente comparabili; se l’indice tedesco è migliorato per avvicinarsi di nuovo alla sua media storica, quello greco è migliorato solo una volta toccato il fondo della media dell’eurozona. Il cosiddetto “indicatore di divergenza” (cioè la deviazione standard tra i livelli mensili degli indici di tutti i paesi membri della zona euro) è a un livello molto superiore agli anni precedenti la crisi, nonostante un lieve calo nel corso degli ultimi due anni. La ripresa che fa la differenza. Questo collima con i necessari sviluppi economici dell’eurozona: i paesi periferici, tra i quali l’Italia, in particolare – nonostante la lieve ripresa economica prevista attualmente – hanno ancora bisogno di apportare modifiche che necessiteranno di un certo numero di anni per produrre effetti e che rallenteranno la crescita. Proprio nei giorni scorsi il dott. Olli Reh, Commissario per gli affari economici UE, ha inviato una lettera ai Ministri finanziari dell’Eurozona, e al Governatore Bce dott. Draghi, per comunicare la nascente possibilità per i paesi in difficoltà che abbiano dimostrato un concreto impegno nel risanamento dei loro conti pubblici, di usufruire di un allungamento dei tempi per rientrare dal deficit. Un atto d’indirizzo. L’egemonia tedesca si rafforza. In Germania, invece, non c’è bisogno di un’azione acuta né nel settore pubblico che nel privato. Con una crescita media annua del Pil di 1/4%, l’economia tedesca nel 2013 dovrebbe crescere più velocemente rispetto alla media della zona euro (- 1/4%) – com’è avvenuto negli ultimi anni. Conclusione. Credo che se la situazione della politica europea si assesta possiamo auspicare, quasi certamente, che l’anno 2013 sarà, a partire da settembre quello della svolta.
* Vice Presidente Osservatorio di Banca & Finanza – OBI

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